I recenti femminicidi di Ilaria Sula e Sara Campanella hanno creato un’ondata di indignazione in tutta Italia. Anche all’Istituto “Montani” di Fermo, non nuovo ad iniziative che affrontano la violenza di genere, l’insegnante di Lettere Diletta Parrino non è rimasta indifferente e ha proposto alla dirigente Stefania Scatasta la sua idea. «Proposta accolta subito dalla dirigente, da sempre molto sensibile a queste tematiche» ha affermato la docente. Così, nella mattina del 16 aprile, durante le due pause ricreative, le studentesse, gli studenti e il personale sono stati invitati ad appendere dei messaggi a due grandi bacheche, esposte poi nei pressi delle scale del plesso del Biennio. Fino a ieri sera, inoltre, l’edificio si è illuminato di rosso.
Tutto questo «per lasciare un segno tangibile nella comunità scolastica e alla cittadinanza» fanno sapere dal “Montani”. «In questi giorni il nostro Paese è stato scosso da tragici eventi legati ai femminicidi che ci ricordano quanto sia necessario continuare ad affrontare il tema della violenza di genere. Consapevoli di quanto possa incidere il ruolo della Scuola e delle Istituzioni, capaci di riconoscere i segnali di violenza, di intervenire prima che sia troppo tardi, crediamo fortemente nell’educazione all’affettività e alle differenze di genere, promuovendo la consapevolezza delle proprie emozioni e di quelle altrui, il benessere e il rispetto reciproco».
Da anni, la professoressa Parrino promuove all’interno della scuola, insieme alla preside Scatasta, un momento di riflessione e approfondimento nella giornata del 25 novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.
«Abbiamo collaborato con una psicologa della cooperativa On The Road, attiva nei centri antiviolenza e partecipato a delle iniziative con alcune poliziotte della Questura di Fermo. Inoltre, ci relazioniamo con la Commissione Pari Opportunità del Tribunale di Fermo insieme ad altre scuole e all’interno di questa rete abbiamo preso parte a eventi formativi come “Percorsi di donna. Strumenti per la creazione di una cultura di genere”, che terminerà al “Montani” proprio il 9 maggio» specifica la professoressa.
«I ragazzi e le ragazze del Montani hanno risposto sempre in maniera positiva e con grande entusiasmo a questi momenti di riflessione e di approfondimento e, oggi, quello che è importante è proprio questo: non lasciare che il silenzio prenda il sopravvento» commenta la docente. «Ricordare le vittime è fondamentale ed è un monito per allertare tutta la comunità. La Scuola è una comunità educante e può fare molto, sia per la sensibilizzazione su questi temi, sia per la prevenzione. È utile per far capire alle ragazze e ai ragazzi che il no, il rifiuto di una relazione tossica, è fondamentale e che le relazioni si possono costruire in maniera diversa. A scuola si comincia ad amare gli altri, ad avere rispetto e riconoscerne il significato, nonché a costruire relazioni basate sulla fiducia reciproca».
Silvia Ilari
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