Cesetti: «Rapporto numero reati/abitanti, il Fermano paragonabile a Napoli, lo dice il Viminale. Promesse di Piantedosi ad Acquaroli smentite dai fatti»

CRIMINI - Il consigliere regionale Pd: «Gli episodi criminosi continuano a susseguirsi in un crescente clima di impunità, riempiendo quasi quotidianamente le cronache locali»

Fabrizio Cesetti

Il tema della sicurezza nella provincia di Fermo è tornato ieri di nuovo al centro del consiglio regionale delle Marche con l’ennesima interrogazione del consigliere del Partito Democratico Fabrizio Cesetti, il quale sollecita ormai da diverso tempo «interventi per contrastare efficacemente la diffusa criminalità che si annida tanto lungo la fascia costiera quanto nelle aree interne».

«Purtroppo – afferma Cesetti – non riusciamo ancora ad avere risposte in merito a questi problemi che, divenuti una vera e propria emergenza sociale, sono fonte di grande preoccupazione per i nostri concittadini e le attività commerciali. Devo dire che ultimamente il vicepresidente Saltamartini ci ha quantomeno provato, condividendo e facendo proprie le sollecitazioni e le richieste che il Partito Democratico, il più delle volte su mia iniziativa, ha portato in discussione in aula. Sollecitazioni e richieste che sono spesso divenute risoluzioni approvate all’unanimità dal consiglio regionale. Il problema però resta: la giunta regionale non è stata in grado di farsi ascoltare dal proprio governo nazionale, su cui pesa la responsabilità del degrado e dell’insicurezza sempre più diffusi nella provincia di Fermo, che non a caso le stesse statistiche del ministero dell’Interno paragonano a realtà come Napoli, Palermo, Messina e Vibo Valentia per il numero dei delitti commessi ogni centomila abitanti. La destra – continua Cesetti – sia locale che nazionale, ha sempre tentato di egemonizzare la questione della sicurezza, accusando la sinistra di lassismo e compiacenza, ma oggi che è al governo ovunque non riesce neppure a incrementare di qualche decina di unità gli organici delle varie forze dell’ordine presenti sul territorio o a istituire un presidio fisso di polizia in una zona critica come Lido Tre Archi, lasciando sole le istituzioni locali. Ho molto apprezzato il nuovo corso inaugurato dal prefetto di Fermo Edoardo D’Alascio, ma anche per lui, come per chiunque altro, diventa difficilissimo combattere il crimine senza risorse e strumenti adeguati. Lo dimostra il fatto che gli episodi criminosi continuano a susseguirsi in un crescente clima di impunità, riempiendo quasi quotidianamente le cronache locali. La latitanza del governo nazionale – conclude Cesetti – deve cessare una volta per tutte. Le promesse fatte recentemente dal ministro dell’Interno Piantedosi al presidente Acquaroli sono già state smentite dai fatti. Non mi sorprenderebbe se lo stesso ministro decidesse di presentarsi nelle Marche durante la campagna elettorale per rinnovarle, ma sappia che i fermani non sono disposti a farsi prendere ulteriormente in giro. E glielo dimostreranno al momento di tornare alle urne».



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