«Italia Viva continua a nascondersi nonostante la linea politica di diluirsi in liste civiche già sperimentata alle regionali in Umbria ed Emilia Romagna nel 2024 non ha portato nulla al partito, anzi, ha portato il partito sotto il 2%. Anche nelle Marche sarà così» è la critica di Moreno Bellesi, presidente provinciale del Fermano di Italia Viva al suo partito al quale ha deciso di dire addio: «Meglio lasciare ad altri, questa linea non mi rappresenta».
«Alle regionali d’autunno per Italia Viva (quello che resta dopo la spaccatura di tre province contrarie su cinque) una corsa senza simbolo con un cedimento su tutta la linea dei moderati riformisti che sono sviliti e relegati nella tenda in giardino come si fa con gli ospiti indesiderati piuttosto che accolti in casa come buoni amici. Il partito di Conte festeggia dopo questo ennesimo colpo al centro che non sarà rappresentato nelle Marche se non da una lista civica anonima nel nome, nella consistenza e nel progetto, dove i soci di maggioranza sono associazioni (neanche movimenti) nate qualche settimana fa e che sapientemente hanno circuito una certa dirigenza debole e incapace di costruire l’offerta politica pur avendo avuto anni di tempo per farlo. Italia Viva non correrà alle elezioni regionali delle Marche, è un fatto oggettivo, se non con qualche sparuta candidatura in altra lista, e questo non è degno di un partito organizzato e non è rispettoso del lavoro fatto dai dirigenti e dagli iscritti che con questa scelta non si sentono rappresentati».
«Ho avuto critiche anche da istituzioni e associazioni di categoria a noi vicine, impossibile spiegare una scelta del genere dopo tanto lavoro, anni di impegno che vanno persi. Meglio lasciare ad altri – la chiosa di Bellesi – questa linea non mi rappresenta, io sono un dirigente e per me è inaccettabile, è la strada di un partito in liquidazione verso l’umiliante proposta della tenda dei riformisti che pure considero velleitaria e propedeutica a rilegare l’area politica moderata in una posizione culturalmente e politicamente subalterna. Il centro non è una tenda, De Gasperi non sarebbe contento, non è certo questo il centro che immaginava».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati