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Da Fermo all’Australia,
il viaggio nella testa
di Maria Sofia e Ludovico

di Andrea Braconi

“Fondamentalmente l’australiano è un fermano che non ha mai smesso di sognare”. La frase di Ludovico Vallasciani campeggia sulla sua bacheca Facebook, che mai come in questo caso (insieme al suo profilo Instagram) assurge a diario di un’esperienza straordinaria, vissuta con la sua compagna Maria Sofia Grandoni.

Entrambi classe 1992, lui residente a Fermo, lei a Porto San Giorgio, hanno condiviso decine di viaggi, incastonati tra studio e lavoro. Ad un certo punto, però, quel desiderio di partire si è amplificato, fino a spingerli verso altri continenti, senza un limite di tempo.

“Hai mai sentito parlare della sindrome di Wanderlust?”, debutta Ludovico. “In poche parole è la necessità viscerale di viaggiare, conoscere posti nuovi, fare esperienze inconsuete. Si dice che sia una cosa presente nel DNA, che in alcune persone ci sia il ‘gene di Wanderlust’. Ecco, io credo sia questo che ci ha spinti a partire. Insomma, abbiamo sempre condiviso la passione per il viaggio e inizialmente ci ‘accontentavamo’ di brevi weekend in capitali europee (le nostre fughe, come le chiamavamo) quando riuscivamo a ritagliarci due giorni di fila. Ad un certo punto, però, abbiamo sentito il bisogno di fare un passo in più, forse di metterci più alla prova. La soluzione era ovviamente facile: scegliere una meta letteralmente dall’altra parte del mondo e darci tutto il tempo che volevamo.”

Quali tappe vi eravate prefissati?

“La verità è che di questo viaggio sapevamo poco o niente. Abbiamo comprato un biglietto per Bangkok (il più economico) e sapevamo di voler arrivare in Australia ad un certo punto. Nessuna tappa prefissata. Qualche giorno prima di partire abbiamo iniziato ad abbozzare un possibile itinerario di quello che volevamo vedere in Thailandia, giusto per rassicurare le nostre famiglie che stavano praticamente impazzendo al pensiero che non avrebbero saputo dove ci saremmo trovati. Itinerario che ovviamente non abbiamo rispettato. L’idea iniziale, comunque, era di girare la Thailandia il più possibile e da lì spostarci in qualche paese vicino con treni e autobus. Purtroppo in aeroporto, al momento di imbarcarci, la compagnia aerea con cui volavamo ci ha detto che non ci avrebbero fatto partire senza una ‘prova’ che avremmo lasciato la Thailandia dopo 30 giorni. Ci siamo quindi visti costretti a comprare un biglietto aereo all’ultimo minuto senza la minima idea di dove ci saremmo trovati da lì a 30 giorni. L’alternativa più economica era Bali, in Indonesia, e così è stata decisa la nostra seconda tappa. Dopodiché, da Bali i voli per l’Australia sono troppo economici per essere ignorati, e quindi eccoci qua.”

Dove siete in questo momento?

“In questo momento siamo nel Western Australia, precisamente a Margaret River: una cittadina di 4.000 abitanti molto famosa per il vino. Siamo qui per lavorare e rinnovare il nostro visto per un secondo anno (dobbiamo lavorare per 88 giorni in un’area regionale). Qui stiamo davvero facendo lavori assurdi ed esperienze incredibili: abbiamo lavorato nelle vigne, scaricato aragoste in un garage al porto, lavorato in construction nel deserto, fatto consegne in bicicletta.”

State facendo del vostro viaggio anche un racconto social?

“Stiamo preparando un racconto social, #girlandherkite, che prossimamente avrà un sito – spiega Maria Sofia -. Vorremmo scrivere un blog che racconta come per viaggiare non servano chissà quali risorse economiche: tutti possono farlo, basta un minimo di creatività e di spirito di adattamento. Purtroppo stiamo riscontrando molte difficoltà con la connessione Internet (in Australia è praticamente inesistente) e quindi non siamo ancora riusciti a far partire la nostra idea. Per il momento siamo su Facebook ed Instagram, dove facciamo vedere i nostri spostamenti con le foto di Ludo.”

Tornerete?

“Sicuramente torneremo a casa per dicembre 2018 perché vorremmo passare il Natale con le nostre famiglie. Poi chissà, torneremo in Australia dato che stiamo lavorando per rinnovare il visto per il secondo anno, ma ancora non sappiamo quando. Di certo sappiamo di voler ripartire, le mete da scoprire sono ancora troppe.”

 


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