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Rossi indagato per diffamazione?
“Non ho ricevuto alcun avviso”

FERMO - Le parole del consigliere comunale: "Se è vero che sono stato indagato e se il giudice riterrà di dar corso a questa indagine, potrà essere l'occasione per verificare i contenuti veri di questa testimonianza nei suoi dettagli"

di Andrea Braconi

Si riaccendono i riflettori sulla vicenda Emmanuel. Stamattina la notizia pubblicata dal Resto del Carlino su una presunta indagine a carico di Massimo Rossi per diffamazione a mezzo stampa e internet. Al centro della vicenda ci sarebbe  quella che sin dalla prima ora è stata definita la “super testimone” dell’omicidio di Emmanuel Chid Namdi. Sotto accusa le parole che nei giorni immediatamente successivi alla morte di Emmanuel,  Massimo Rossi avrebbe utilizzato nei confronti della ricostruzione emersa da parte di una testimone.

A stretto giro di posta arrivano le dichiarazioni del consigliere comunale, che si dice sorpreso e attende di capire le eventuali contestazioni da parte degli organi giudiziari competenti. “Non sapevo dell’indagine a mio carico – sottolinea -, non mi è stato notificato nulla. Quindi questa fuga di notizie la dice lunga sul clima avvelenato ed il contesto rispetto a tutta la vicenda”.

“Per quanto ricordo ho espresso le perplessità sul fatto che si dicesse che Emmanuel avesse picchiato Mancini per 5-10 minuti di seguito. Un fatto che sembrava poco credibile e perciò dissi che bisognava verificare l’attendibilità della testimonianza. A fronte di una narrazione che sembrava molto discutibile rispetto alle caratteristiche dei due soggetti che si erano affrontati, Emmanuel da una parte e Mancini dall’altra, feci soltanto un riferimento rispetto ad un’opportuna verifica. Che poi la sua testimonianza sia pienamente attendibile… il processo purtroppo non c’è stato e nessuno è in grado di dire quanto possa essere stata fondata. Qualora questo procedimento si incardinasse, e se è vero che sono stato indagato e se il giudice riterrà di dar corso a questa indagine, potrà essere l’occasione per verificare i contenuti veri di questa testimonianza nei suoi dettagli, cioè quelli che apparivano paradossali, per lo meno quelli riportati dalla stampa”.

Nessuna certezza dell’inattendibilità della teste, quindi, così come nessuna offesa alla stessa. “Si è solo messa in discussione – rimarca nuovamente Rossi – la fondatezza dei dettagli. Se si andrà avanti, però, almeno faremo chiarezza su quanto è successo quel giorno”.


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