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Radiohead: Macerata senza confini
“Vengo dal Messico, concerto speciale”
(FOTO/VIDEO)

L'EVENTO DELL'ESTATE - Le testimonianze dei fan arrivati da diversi Paesi e il religioso silenzio in vicolo dello Sferisterio per il soundcheck di Yorke e Greenwood. Stowe Gregory, 22enne di Bristol: "Dopo il terremoto è un cerchio che si chiude"

 

 

di Federica Nardi

(foto di Fabio Falcioni)

I pochi metri di vicolo Sferisterio questo pomeriggio a Macerata sono affollati da un silenzio religioso per il soundcheck di Thom Yorke e Jonny Greenwood che si esibiranno stasera nell’arena. Registratori degli smartphone accesi per intercettare le note di Exit Music, Weird Fishes e altri successi dei Radiohead che risuonano per tutta piazza Mazzini. Nelle pause applausi dai vicoli e un mormorio che parla tante lingue ma che si traduce in una sola attesa per l’evento musicale che è già storia della città.

 

“È un cerchio che si chiude – dice S. G., 22enne di Bristol che viveva ad Amandola prima che il terremoto gli distruggesse casa -. La mia famiglia voleva vivere in Italia. Il terremoto è stato un momento così stressante. Siamo tornati a vivere in Inghilterra per un po’ e ora ci siamo ritrasferiti a Firenze. Vedere i Radiohead qui, a un anno dal terremoto, è emozionante”. Per Riccardo Minnucci, 37enne di Monte Urano che segue i Radiohead dal 1997 oggi sono 20 anni di passione per la band di Oxford: “Macerata oggi vive in un limbo – dice Minnucci – da una parte è aperta verso il mondo, dall’altra questo evento storico è vissuto appieno dal territorio. Si respira il clima del grande evento ed è una gioia abbracciare Thom e Jonny qui, in questo posto, anche dopo il terremoto”.

 

Oscar Aguilar dal b&b “Il Giardino dell’Agave” dove alloggia a Macerata

 

I fan arrivano da tutto il mondo. Oscar Aguilar, messicano di 33 anni, ha affrontato un lungo viaggio da Mexico City solo per il duo Radiohead. “Arrivo ora dalla stazione dei treni e ho giusto il tempo di riposarmi un attimo e fare una doccia – racconta – ma Macerata è una città molto tranquilla, andrò in esplorazione. Seguirei i Radiohead ovunque, specialmente in Europa. Sono cresciuto ascoltando The Bends e leggendo delle città europee. Penso che questo concerto sarà davvero speciale, per me soprattutto perché in Messico uno show del genere è impensabile”.

Da sinistra Salvatore Demelas e Matteo Gatto

Salvatore Demelas, 33 anni, è un romano emigrato da diversi anni prima ad Amsterdam e poi a Monaco di Baviera. “Arrivare qua è un po’ scomodo – ammette Demelas – e il viaggio non è costato poco. Siamo in albergo in un paese vicino perché a Macerata le strutture sono tutte esaurite. Ma la città è bella, è stato un modo per conoscerla”. Con lui a prendere un caffè in piazza della Libertà in attesa del concerto anche Matteo Gatto, 34enne di Montevacchi che vede i Radiohead dal vivo per la quarta volta e Massimiliano Donghi, 32 anni, di Milano, che i fan dei Radiohead conoscono per aver fondato 16 anni fa uno dei portali di riferimento per i sostenitori della band: idioteque.it. “Quando ho comprato il biglietto il pagamento non era andato a buon fine – racconta Donghi – ma poi un amico che ne aveva presi due mi ha chiamato per unirmi a lui. Non ero mai stato a Macerata e penso che questo concerto sia un bel modo di accendere i riflettori sulla città. Tanti della nostra community hanno trovato il biglietto attraverso il forum e sono qui”.

Massimiliano Donghi

 

Riccardo Minnucci


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