Giallo sulla morte di Nicolai:
dalla Spagna in arrivo
un pool di magistrati

FERMO - Intanto si è in attesa dei risultati del secondo esame autoptico sul corpo del ragazzo disposto dal sostituto procuratore Marcello Monteleone dopo che il procuratore capo di Fermo, Domenico Seccia, ha aperto un fascicolo sul caso

Giacomo Nicolai

di Giorgio Fedeli

Un caso tutt’altro che chiuso. Nella tragica vicenda legata alla scomparsa di Giacomo Nicolai, il 24enne fermano trovato morto lo scorso 20 marzo nel suo appartamento di Valencia, dove stava trascorrendo un periodo di studio con il progetto Erasmus, (leggi l’articolo) potrebbero arrivare nelle prossime ore importanti, e forse decisivi, sviluppi. Domani, infatti, a Roma arriverà un pool di magistrati direttamente dalla Spagna. Le toghe collaboreranno con la magistratura italiana per cercare di fare chiarezza sulla scomparsa del ragazzo. La polizia iberica, a poche ore dalla tragica scomparsa, ascoltati anche i coinquilini di Giacomo, ha parlato di suicidio con tre coltellate al torace che il giovane si sarebbe inflitto (leggi l’articolo). Ma la Procura di Fermo, per delineare con assoluta precisione l’accaduto, ha aperto un fascicolo (leggi l’articolo). E, trattandosi di un decesso all’estero, le carte da Fermo sono state trasmesse alla magistratura capitolina. Da lì la Procura di Roma ha disposto il sequestro del computer portatile e dei telefoni cellulari del ragazzo, riconsegnati dalla polizia spagnola ai familiari (leggi l’articolo). A prelevare i dispositivi sono stati i carabinieri di Fermo, gli stessi che ora collaboreranno con la magistratura spagnola e quella italiana per chiudere il cerchio sulla drammatica scomparsa di Nicolai. In ballo anche gli esami autoptici effettuati sul corpo del 24enne.

 

Il procuratore capo di Fermo, Domenico Seccia

Il primo, in Spagna, ha parlato di “una morte violenta di natura suicida senza intervento di terze persone”. Ma il sostituto procuratore Marcello Monteleone della Procura di Roma, in sintonia con la volontà, espressa con tanto di istanza, dei genitori del ragazzo che vogliono chiarezza e verità, ha disposto ulteriori accertamenti autoptici e tossicologici sulla salma del giovane (leggi l’articolo). Così si arriva allo scorso 30 marzo. In quell’occasione, all’esito del secondo esame, l’avvocato della famiglia Nicolai, Igor Giostra, ha dichiarato che: “L’autopsia è stata fatta alla presenza del consulente della famiglia. Il corpo era sotto formalina. La precedente autopsia era stata eseguita correttamente” e ancora “è stato chiesto  di poter effettuare l’esame del dna sulle unghie”. Secondo i primi esiti non c’erano segni di lesioni che potessero far presupporre azioni violente a danno di Giacomo. I colpi all’emitorace sinistro sembrano inferti con forza. Di fronte a quest’ultimo aspetto il consulente di parte non esclude alcuna ipotesi. Ad eseguire l’esame il professor Giorgio Bolino, dell’Università La Sapienza e la tossicologa Roberta Tittarelli. Con loro anche il professor Piergiorgio Fedeli nominato dalla famiglia Nicolai. I risultati dell’autopsia devono ancora essere depositati. Ma, comunque, l’arrivo di una squadra di magistrati dalla Spagna è indicativa di un caso tutt’altro che chiuso o archiviato nella speranza che si riesca a definire in ogni minimo dettaglio la tragica vicenda il prima possibile.

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