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La scoperta che può cambiare la storia locale,
dalla necropoli emerge un cofanetto intarsiato

BELMONTE PICENO - Cofanetto in avorio e ambra baltica incisa rinvenuto in una tomba durante la campagna di scavo. A presentarlo è l'archeologo Weidig

di Alessandro Giacopetti

La notizia era nell’aria, come già anticipato da Cronache Fermane in un recente articolo. La conferma della rilevanza culturale del rinvenimento archeologico è arrivata domenica mattina.

Svolto in un teatro gremito, infatti, l’appuntamento con “Tesori archeologici cento anni dopo”, moderato da Piero Pruneti, direttore del periodico Archeologia Viva, che ha pubblicato articoli sugli scavi a Belmonte. Dopo un breve video introduttivo sul paese e gli interventi del sindaco Ivano Bascioni e dello stesso Pruneti, è intervenuta Federica Grilli, funzionario della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche: “Si è ripreso ad esplorare il terreno a oltre un secolo di distanza dagli scavi di Dall’Osso – ha detto Grilli – attraverso concessione di ricerca. Tutti gli scavi sono proprietà dello stato ma è previsto che soggetti esterni, pubblici e privati, possono fare attività di ricerca sotto la supervisione della Soprintendenza affinché siano tutelati i beni culturali presenti. Il progetto curato dal direttore scientifico Joachim Weidig ha previsto una ricomposizione dei corredi tombali all’interno di una ricerca indipendente e autofinanziata che ha portato a risultati superiori alle aspettative”, ha aggiunto Grilli.

C’era, quindi, grande attesa per l’intervento di Joachim Weidig, dell’istituto di Archeologia all’Università di Friburgo, Germania, in veste di direttore scientifico della campagna di scavo: “Si tratta di un oggetto ritrovato nella Tomba 1 che potrebbe cambiare quello che sappiamo sulla storia di Belmonte. All’interno di una sepoltura maschile, tra altri reperti, abbiamo trovato un cofanetto molto fragile. Subito dopo averlo estratto con cura, l’abbiamo portato a Spoleto dove il restauratore Nicola Bruni l’ha pulito e messo in sicurezza”.

Attraverso l’utilizzo di immagini proiettate su un grande schermo, Weidig ha descritto il “cofanetto di 15 centimetri, con coperchio e fondo separato in tre parti, scolpito in avorio e intarsiato in ambra con figure del mito greco. Sul coperchio sono intarsiate 4 sfingi con ali e teste umane, mentre ai lati ci sono piccole placche intarsiate sempre in ambra. Sopra le incisioni c’è una sottile lamina in stagno”. Sono riprodotti miti greci che non sono stati del tutto interpretati. Finora si sa che sono 18 figure, tra cui Perseo che uccide la Medusa, c’è Atena, Aiace che porta in spalla il corpo di Achille morto, e forse la figura di Paride, ha spiegato Weidig. “Non sappiamo quale fosse la sua funzione. Al suo interno abbiamo trovato 3 pedine in avorio, quindi ipotizziamo potesse essere un gioco. Potrebbe essere riferibile all’ambito geografico di Sparta. Quel che sappiamo è che è unico e che non trova confronti con il mondo antico”. Sono stati, però, tracciati possibili rapporti con alcuni ritrovamenti sia in Germania sia in Italia, nella zona degli Etruschi. La conclusione portata da Weidig è che l’oggetto pone molte domande. Tra queste: “i rapporti locali con l’ambito etrusco e quello greco; cosa sapevano i locali dei miti greci; si tratta forse di un regalo di nozze o per altra occasione importante? Quel che è certo – secondo il direttore scientifico degli scavi – è che si tratti di una opera d’arte e non solo di un semplice reperto archeologico”.

La mattinata ha visto anche momenti di commozione per la nomina di 3 nuovi cittadini onorari di Belmonte. Si tratta di personaggi legati al passato e al presente del paese. Le rispettive pergamene, infatti, riportano i nomi del noto ciclista

Gino Bartali, per aver vinto la prima edizione della gara “Gran premio del Lavoro”, corsa negli anni Cinquanta con partenza e arrivo proprio a Belmonte. A ritirare la pergamena è stata la nipote di Gino, Gioia Bartali.

Vincent Scriboni, figlio di Eusebio (Sam) Scriboni, emigrante belmontese negli Stati Uniti che è divenuto sindaco di Oaklyn, città di circa 100 mila abitanti nello stato del New Jersey. Deceduto il 14 giugno del 2012, all’età di 86 anni, ha sempre sottolineato e ricordato le sue origini italiane e belmontesi.

Dopo la sua attività di ricerca e scoperta archeologica e storica è divenuto cittadino onorario anche Joachim Weidig, per aver portato Belmonte alla ribalta con la pubblicazione dei suoi studi nell’ambito del popolo dei Piceni.

Nel corso della mattinata è stato ricordato che il museo archeologico di Belmonte è inserito all’interno del Patto di Amicizia tra musei che riguarda la cosiddetta via dell’Ambra e che include i Comuni di Concordia Sagittaria, Vetulonia, Verucchio, cui si è aggiunto recentemente il museo archeologico di Zuglio, in Friuli Venezia Giulia.


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