di Andrea Braconi
Chi ama la biologia o vuole avere una prospettiva sulla salute e tutto ciò che rientra nell’ambito biomedico, sicuramente al Montani di Fermo trova una solida base. Ne è convinta Licia Gregori, docente di anatomia, fisiologia, patologia e igiene dell’articolazione di Biotecnologie sanitarie, rientrante nell’indirizzo di Chimica. La incontriamo in un laboratorio dove, oltre agli addobbi natalizi, di primo impatto spiccano stampe di opere di Munch, Van Gogh ed altri artisti di fama internazionale. “Abbiamo fatto un confronto tra arte e istologia e per ogni immagine istologica (un tessuto osseo, un’ipofisi, il pancreas, etc,) i ragazzi hanno ricercato il quadro che evocasse quel tipo di vetrino”.
Perché il Montani, e nello specifico questo corso, è una forma d’arte, come ironizza la stessa professoressa prima di illustrarne le caratteristiche e, soprattutto, le prospettive. “Tutto è partito 6 anni fa e sicuramente in Italia si registra oggi un aumento delle iscrizioni. Questa articolazione prepara per l’accesso alle facoltà di primo livello nell’ambito sempre biomedico, quindi scienze infermieristiche, tecnico di laboratorio biomedico, tecnico di radiologia, tecnico della prevenzione, fisioterapia ed altro. Invece, in quelle di secondo livello ci sono medicina, veterinaria, farmacia, chimica, biotecnologie e anche ingegneria biomedica”.
Ne consegue una solida preparazione biologica ed anatomica, con un alto numero di ragazzi che si iscrive all’università. “Abbiamo avuto successi a livello di test selettivi, finora sono usciti 4 quinti e adesso ci sono 2 classi. Alcuni dei nostri studenti sono entrati a veterinaria, altri a medicina. Quasi tutti superano con grande facilità i vari test e ce lo raccontano quando tornano a trovarci. Chi non continua, invece, si può ritrovare anche operatore nel settore degli alimenti e del controllo alimentare”.
Tra gli insegnamenti specialisti, troviamo la legislazione sanitaria (“Attraverso questa disciplina gli studenti acquisiscono i fondamenti della Costituzione e soprattutto della bioetica, un tema molto attuale, oltre a tutti i regolamenti sanitari e all’organizzazione del Sistema Sanitario Nazionale”), anatomia e fisiologia (“Si indagano i fattori di rischio e quelli causali delle malattie, si acquisiscono i fondamenti della prevenzione, uno dei fondamenti di questa specializzazione insieme a igiene e controllo”), biologia, microbiologia e chimica (“Attraverso le quali – prosegue – acquisiscono il metodo di lavoro in laboratorio, quindi riescono a calare la loro attività laboratoriale sulla base di protocolli a volte simulati”).
Da sottolineare anche lo sforzo fatto in questi anni per avere una didattica veramente integrata tra le discipline. “Tutto concorre per avere una cultura a 360 gradi – rimarca la docente -: la chimica, che è alla base del funzionamento del corpo umano come di quello dei microorganismi, così come la legislazione ed il benessere inteso come equilibrio sociale e non solo mentale e fisico. Il nostro è un istituto tecnico, ma la legislazione e la bioetica aprono anche a problematiche e riflessioni che coinvolgono la vita di ognuno di noi. In questo modo i nostri ragazzi hanno anche l’opportunità di approcciarsi a temi che hanno portato alcuni a scegliere il percorso universitario di giurisprudenza e sociologia – criminologia e questo significa che abbiamo aperto la mente allargando i loro orizzonti”.
Ma il curriculum dei giovani del Montani è arricchito anche da collaborazioni esterne come, quella con l’Istituto Zooprofilattico dove gli stessi fanno anche il PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento), l’ex alternanza scuola lavoro per un monte di 200 ore. “Il feedback che ci arriva dai dirigenti è molto positivo, trovano ragazzi pieni di iniziativa e si complimentano sempre anche rispetto alla manualità che hanno, frutto delle simulazioni che facciamo nei nostri laboratori”.
Intensa è anche la collaboriamo con l’Unicam per il piano delle lauree scientifiche. “Per noi è un riferimento della ricerca scientifica, come lo Zooprofilattico lo è da un punto di vista tecnico scientifico. Andiamo a Camerino ma c’è un rapporto così stretto che alcune insegnanti vengono qui, facendo lavorare i ragazzi su pcr, colture cellulari in vivo, cellule staminali ed altro ancora”.
Altro passaggio determinante è quello legato a tre progetti Pon, di cui due di orientamento. “Uno riguarda la preparazione al test di medicina e delle professioni sanitarie. Abbiamo realizzato un corso pomeridiano extrascolastico di 30 ore frequentatissimo, prevalentemente con ragazzi del quinto, molto motivati. Lo abbiamo strutturato sia in lezioni teoriche che in simulazioni di test, con i giovani che hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con la problematica e capire se quella è per loro la strada giusta o meno”.
L’altro è quello delle Olimpiadi delle Scienze che ogni anno l’Anisn (Associazione Nazionale Insegnanti di Scienze Naturali) promuove a livello regionale, nazionale e internazionale. “Abbiamo usato 30 ore del Pon per preparare i ragazzi del terzo e quarto anno e hanno partecipato anche studenti di informatica. Lo scorso anno i nostri si sono difesi molto bene alle regionali, con una ragazza, Margherita Trentanni, che è arrivata prima cimentandosi con licei classici e scientifici”.
Il terzo e ultimo progetto è stato sviluppato in collaborazione con il Cias (Centro Italiano di Analisi Sensoriale) di Matelica, che ha dato loro l’opportunità di conoscere un esperto di Neuromarketing e sensorialità. “Anche questa attività è stata fatta nel pomeriggio e sempre per una durata di 30 ore, ma stavolta con un gruppo misto del terzo, quarto e quinto anno, oltre che con qualche studente di chimica. Un corso che rientra nell’educazione alla cittadinanza, denominato ‘A scuola con gusto’, attraverso il quale hanno fatto un percorso che riguardava prove olfattive e gustative. La sensorialità e il Neuromarketing, quindi, intesi come il modo in cui la nostra mente apprende anche attraverso l’ olfatto e il gusto C’è stato anche un incontro di 6 ore con lo chef Aurelio Damiani, che ci ha avvicinato all’ applicazione della chimica alla cucina molecolare. Insomma, un percorso a 360 gradi su quella che è la ricostruzione degli organi di senso riguardo al cibo, con lo scopo di acquisire la consapevolezza di quanto la nutrizione sia legata alla salute, di quanto il marketing ci condizioni nelle scelte e per un discorso di promozione della filiera corta e di consapevolezza come consumatori”.
Da questa esperienza i ragazzi hanno realizzato una brochure che è la sintesi delle 30 ore, consultabile anche da adulti ed altri coetanei. “Mi piacerebbe che questa cosa iniziata con il Pon possa essere qualcosa di stabile – precisa Gregori – dove si possano avvicendare i ragazzi e farla diventare un punto di riferimento interattivo per loro su quanto i nostri sensi siano attutiti da aromi artificiali, che non ci fanno percepire la naturalità del cibo”.
Immancabile e fondamentale, anche per questa articolazione, la voce degli studenti. Marialaura Lazzarini del quinto BSA viene dall’Abruzzo. “Dall’Open Day al quale avevo partecipato, questa scuola mi ha dato subito una bella sensazione. Richiede impegno, è vero, però impari tante cose anche a livello pratico”.
“L’alternanza scuola lavoro – aggiunge il compagno di classe Nicolas Agostini – è la prima grande possibilità che viene data allo studente per confrontarsi con il mondo del lavoro, lì si può mettere in atto la formazione ricevuta a scuola. I quarti partono e vanno un mese fuori, solitamente le aziende risultano quasi tutte soddisfatte, il che significa che insieme ai professori si è lavorato bene in classe e nei laboratori”.
“La cosa che ho notato io nel mio percorso di alternanza al Politecnico Gemelli di Roma – riprende la parola Marialaura – è che quando vai fuori ti scambiano per una persona che studia già all’università. Inoltre, qui c’è veramente un bel rapporto con i professori, sai che per qualsiasi problema puoi parlarci. E questo fa la differenza”.
“Le persone rimangono basite perché ci trovano già preparati e questo è molto gratificante – conclude Nicolas -. Credo sia bello ancora al quinto anno tornare con la voglia di fare in classe”.
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