Pd, Alessandrini tra Soprintendenza e Regione
“Nessuno schiaffo al Fermano”
Dopo il no dei 5 Stelle si punta su Ceriscioli

POLITICA - Intervista al segretario provinciale e vice segretario regionale dei democratici. Occhi puntati anche su Fermo, dove dovrebbe riprendere il confronto con la sinistra

di Andrea Braconi

La scelta di Ascoli Piceno come sede della nuova Soprintendenza per il sud delle Marche e le repentine fibrillazioni in terra fermana, in particolare dell’assessore dem Fabrizio Cesetti. Le Regionali che si avvicinano e la conferma che il Movimento Cinque Stelle non replicherà qui la recente – e fallimentare – esperienza in Umbria (LEGGI QUI). Infine, il capoluogo di provincia, per il quale Pd e le forze di sinistra non riescono ancora a trovare la quadratura del cerchio sul candidato, se mai dovesse arrivarne uno unitario.

Nell’affrontare i tre punti, Fabiano Alessandrini, segretario provinciale e vice segretario regionale del partito, parte da un dato che, a suo dire, andrebbe sottolineato ma che invece ha creato scarsissima attenzione: nelle Marche è stata fatta una Soprintendenza in più.

Da ieri sera il leitmotiv è “Ascoli ha vinto, Fermo e Macerata hanno perso”. Ma a chi giova ragionare in questi termini?

“Ci stiamo dimenticando la realtà e cioè che è stato creato un nuovo organo periferico del Ministero competente, come ho già avuto modo di dire nelle scorse settimane. E a questo ha lavorato solo ed esclusivamente il Pd, gli altri non hanno fatto assolutamente nulla. Quando con il senatore Verducci lo abbiamo annunciato sono caduti tutti dalle nuvole e non ho visto affatto scene di giubilo, segno che non si era compresa l’importanza storica di quella scelta.”

Di sicuro Fermo non ha ottenuto quello che sperava.

“Se mi chiedi se mi avrebbe fatto piacere che la scelta fosse caduta su Fermo, ti dico di sì. Ma c’è anche da capire che se i criteri sono di un certo tipo, l’unica cosa su cui potevamo puntare come territorio era quella della logistica. Ma la scelta della sede, che ci piaccia o no, non è legata solo ad una questione baricentrica, pur importante, ma ad altri criteri essenziali. Fermo è sicuramente una bellissima città, ma a livello di popolazione e beni storici ha meno numeri degli altri, questo è un dato oggettivo. L’unico elemento che abbiamo fatto rilevare, lo ripeto, è la questione baricentrica ma che messa insieme agli altri ha prodotto il risultato che conosciamo.”

C’è chi però alimenta la polemica.

“Che facciano pure. Ma il Fermano è apparso disunito perché la destra, a partire dalla Lega, non ha speso mezza parola su questo. Il Pd, invece, ha fatto quello che doveva fare, così come le Istituzioni, a partire dal Comune di Fermo mettendo a disposizione i locali. E ricordo agli smemorati che Calcinaro non è un iscritto del Pd. È inutile che adesso Celani e i suoi (LEGGI QUI) dicano ‘abbiamo fatto un lavoro di squadra’. E non basta un comunicato stampa a cose fatte per ingannare i cittadini. Questo atteggiamento dà l’idea del livello di certi personaggi.”

Capitolo definitivamente chiuso, quindi?

“Sembra siano previsti anche uffici periferici e su questo ci sarà da organizzarsi. Va detto che la notizia è uscita dopo un’intensa trattativa sindacale che ha portato a questa scelta e che, perciò, la politica da questo punto di vista pesa meno rispetto ad altre situazioni.”

Traducendo: nessuno schiaffo al Fermano.

“Lo schiaffo c’è se ad uno spetta qualcosa per diritto divino. Ma non è questo il caso. Allora Macerata cosa dovrebbe fare? Per fortuna non funziona così e questa è una polemica tutta fermana.”

Una delle persone che però contesta più duramente è un assessore regionale e figura di peso del vostro partito (LEGGI QUI).

“Cesetti è un amico, e lo capisco. Ma le questioni sono quelle che ho appena detto.”

È di queste ore anche la notizia che l’alleanza con i Cinque Stelle per le Regionali 2020 non si farà.

“Era un’ipotesi politica su cui abbiamo lavorato, un qualcosa in più che avrebbe rappresentato una novità. Avevamo avviato un percorso che con i referenti locali sembrava andare in una direzione più che positiva. E se all’ultima riunione qualcuno mi avesse chiesto di scommettere, avrei puntato sulla riuscita dell’operazione. Il fatto che il non allearsi con il Pd sia stato deciso a Roma e senza neanche una consultazione sulla piattaforma Rousseau, la forma più democratica che quel Movimento ha, la dice lunga sulla forzatura legata ad un momento di difficoltà che lo stesso Movimento vive a livello nazionale. L’accordo qui era raggiungibile, ma a Roma per altri motivi l’hanno stoppato. Mi auguro che la porta rimanga aperta e che dopo l’Emilia Romagna si riprenda la discussione. Nel frattempo la coalizione uscente va avanti con il suo candidato.”

Che ha un nome e un cognome.

“Luca Ceriscioli è il nostro candidato e su di lui c’è un giudizio positivo del lavoro fatto. Quindi, di cosa dobbiamo discutere? Se ci fosse stato un cambiamento del quadro politico avremmo magari ragionato in altri termini, ma altrimenti noi puntiamo decisi su di lui, al massimo possiamo pensare se fare le Primarie o meno.”

E sulla Fermo che andrà al voto?

“Non c’è nulla di nuovo dopo l’incontro con la sinistra fermana. Ieri c’è stata una riunione del gruppo comunale del nostro partito che, dopo le dimissioni del segretario D’Alessio, ha dato mandato a Paolo Nicolai per riprendere il confronto. È ancora presto, aspettiamo.”

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