di Leonardo Nevischi
Il sindaco Ediana Mancini non si dimette «perché sono una persona per bene e voglio rispettare la fiducia dei cittadini, ai quali ho promesso di realizzare delle opere importanti per il paese e questo lo farò fino alla fine del mio mandato». Così il primo cittadino di Montegranaro che questa mattina ha presieduto una conferenza stampa per dire la sua dopo la revoca delle deleghe assessorili a Giacomo Beverati, una decisione che ha spinto il vicesindaco Endrio Ubaldi e l’assessore Cristiana Puggioni a rassegnare le dimissioni aprendo di fatto una crisi amministrativa. A cui, però, il sindaco risponde mantenendo fortemente la posizione, senza indietreggiare.
«In questi giorni non ho mai parlato perché era un momento delicato per l’amministrazione. Pensavamo che si potesse risolvere questa crisi di maggioranza in maniera soddisfacente per tutti, ma così non è stato. Quando ho allontanato Beverati ho fatto una proposta al vicesindaco che pensavo sarebbe stata accettabile: un nuovo assessore non del Pd bensì di “Liberi per Montegranaro” (il nome indicato dalla Mancini è quello di Paolo Gaudenzi, il quale solo se ci fosse stata una stabilità governativa, avrebbe accettato l’incarico), ma la risposta a tale proposta non è più arrivata bensì sono arrivate le dimissioni di Ubaldi e dell’assessore Puggioni. Il mio silenzio era dunque motivato dal fatto che eravamo in attesa di una valutazione».
«Il problema da cui tutto è partito – seguita il sindaco di Montegranaro – è stata la revoca di assessore a Giacomo Beverati. Dai diretti interessati (Beverati, Ubaldi e Puggioni, ndr) è stata descritta come qualcosa di immeritato, ingiusto ed improvviso. Questo è totalmente falso. Il rapporto che si era creato con l’assessore Beverati è un problema che tutti conoscevano e si trascinava da tempo: più precisamente dal momento in cui gli ho dato la delega ai servizi sociali. Da lì sono iniziati diversi contrasti e più volte sono stata accusata per la scelta che feci nel distribuire le cariche assessoriali. All’inizio non fu per niente contento del ruolo che gli avevo conferito, oggi invece di tale riconoscimento sembra orgoglioso. Da quel momento le relazioni con l’assessore sono peggiorate di giorno in giorno anche con critiche vivaci ed ingenerose nei miei confronti, nello specifico per i metodi di comunicazione che avevo adottato nel periodo più duro dell’emergenza sanitaria da Covid-19 e per aver gestito male la situazione dei focolai nelle scuole, quando invece anche gli altri sindaci avevano seguito la mia linea. Secondo me abbiamo comunicato con la cittadinanza senza prognatismi ma in maniera compatta e coesa, ma purtroppo le prese di posizione contrarie sono state diverse e reiterate. Fino a quando una mattina di luglio l’assessore Beverati ha iniziato a criticarmi in piazza in presenza di testimoni e questa situazione gravissima mi ha portata ad un passo dalla querela.
Se un assessore non condivide l’operato del sindaco dovrebbe presentare la delega di dimissioni, invece l’assessore ha continuato nel suo ruolo pubblico pur sfiduciando il mio operato. C’è da rispettare il ruolo del sindaco, senza cercare il pretesto per non andare avanti perché questo poi dovrebbe essere chiarito alla cittadinanza. Non si facciano ipocrisie amministrative: se si vuole veramente il bene della nostra amata Montegranaro non si possono buttare all’aria i programmi sottoscritti alle elezioni. L’altra cosa non rispondente a verità – sottolinea Ediana Mancini rispondendo alle dichiarazioni dei giorni scorsi degli assessori dimissionari – è che tutti sapevano e non è stata una presa di posizione improvvisa. Ho più volte invitato l’assessore Beverati ad abbandonare la sale nei consigli comunali perché quando si va a ledere la persona, il sindaco, come chiunque, non può più accettare”.
«La mia decisione è stata sofferta e lungamente meditata – confessa il primo cittadino di Montegranaro – Un sindaco ha in primis il dovere di tutelare il proprio ruolo, perché altrimenti viene sminuito nei confronti dei dipendenti, dei cittadini e dei colleghi. Tuttavia la cosa che mi ha fatto più male è vedere la persona nella quale riponevo la mia massima fiducia, Ubaldi, il quale ha sempre assistito a quelle scene ed era al corrente di tutto, non difendere mai me, il sindaco. Io ero praticamente sotto scacco: se non avessi rivisto la decisione di revocare l’assessore Beverati sarei andata incontro alle dimissioni di parte della giunta. Ho appreso solo dai giornali che la motivazione per cui gli altri assessori si sono dimessi è perché si è attenti alla sensibilità dell’assessore Beverati: ma invece la sensibilità del sindaco e degli altri assessori in carica può essere tranquillamente calpestata? – si interroga retoricamente la Mancini che prosegue – Ho semplicemente fatto il mio dovere per orientare l’azione amministrativa in modo da riprendere la rotta ed un lavoro di squadra necessario, soprattutto ora che il momento è drammatico per la situazione sanitaria ed economica. Bisogna ritrovare quella compattezza e non viceversa, come loro ritengono, mantenere qualsiasi tipo di frizione e strappo perché stiamo attraversando questo momento difficile. Se rimanessi un sindaco sotto scacco non potrei garantire alla cittadinanza che l’amministrazione sta lavorando bene, sarebbe una falsità».
«Nelle elezioni che abbiamo vinto e che hanno dato il via alla seconda legislatura, è stata stampata una chiara fotografia degli scenari politici su cui abbiamo costruito la nuova amministrazione: l’indipendente Beverati è stato nominato assessore, così come l’indipendente Puggioni, poi due assessori del Pd e uno di Liberi per Montegranaro, vale a dire il vicesindaco. Insomma, il criterio adottato è stato quello delle preferenze e non del reale peso politico in Consiglio. Ora invece mi chiedo perché non venga accettata la decisione del sindaco di rimodulare la giunta, consolando il vicesindaco con un assessore esterno vicino a Liberi Per Montegranaro, ma addirittura venga aperta una crisi così grave di maggioranza. Forse la decisione non viene accettata perché si sono creati dei rapporti di amicizia all’interno di quel gruppo di civici? Tra l’altro – continua una dispiaciuta Mancini – non riesco a trovare una motivazione valida per la formazione ad ottobre del gruppo civico subito dopo le elezioni di maggio. La creazione di quel gruppo ha creato delle perplessità e nel tempo esso si è rivelato un fattore di debolezza perché creava un noi e un loro, cosa che non si era mai verificata, e creava in qualche assessore la presunzione di ritenersi intoccabile. Era come se ci fosse un gruppo che viaggiava in parallelo alla maggioranza».
Sostanzialmente, nella mattinata odierna è emerso come l’amministrazione guidata da Ediana Mancini sia verosimilmente ai titoli di coda e lo scenario della sfiducia non sia poi così lontano. Tuttavia il sindaco di Montegranaro si mette in attesa e passa la palla agli assessori dimissionari (Ubaldi e Puggioni): «Ora io mi aspetto che gli assessori dimissionari facciano un esame di coscienza. Mi auguro che il capogruppo di maggioranza in Consiglio comunale Andrea Franceschetti riesca a convocare una riunione di maggioranza per avere un confronto aperto che dallo scorso luglio non si è mai riusciti ad avere. Non mi si può chiedere di rivedere la posizione di Giacomo Beverati, pertanto siamo pronti a tutto: o Ubaldi e Puggioni ritornano sui loro passi o aspettiamo con fiducia la sfiducia – chiosa Ediana Mancini utilizzando un giro di parole per stemperare la situazione -. Il bene primario non è conservare la propria poltrona ma rispettare la fiducia data dai cittadini e fare di tutto per trovare delle soluzioni».
La parola passa poi a quello che nei prossimi giorni potrebbe essere nominato nuovo vicesindaco, ossia l’assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici, Aronne Perugini: «Se dovesse arrivare la sfiducia e si dovesse tornare alle elezioni, sarebbe un fallimento per tutti. A tal proposito voglio dare la mia vicinanza umana e politica al primo cittadino Mancini perché ha dimostrato di fare il sindaco per risolvere i problemi di Montegranaro e per portare avanti un programma che i cittadini hanno votato. Qualsiasi altro sindaco per quell’episodio successo in estate avrebbe revocato la carica dell’assessore Beverati, ma lei ha sempre cercato di ricucire la situazione senza arrivare a tali scelte. Tuttavia la delegittimazione del sindaco è stata reiterata e non si poteva più passare sopra a quegli attacchi personali e politici. Se non avesse fatto quella scelta saremmo andati incontro ad una crisi. Abbiamo chiesto più volte un incontro chiarificatore che non c’è mai stato: il sindaco non può essere sotto scacco. Oggi la situazione è ampiamente compromessa. Chi sfiducerà il sindaco, abbia il buonsenso ed il coraggio di guardarla negli occhi ed avere un confronto almeno nella sede istituzionale. Noi non stiamo tenendo la poltrona perché ci fa comodo ma perché crediamo nell’operato del sindaco. Invece non sappiamo se chi la sta lasciando oggi non ne riprenderà una più comoda un domani».
Revocate le deleghe, Beverati non è più un assessore della giunta Mancini
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