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Paat gestito dai medici di famiglia. Misericordia spazza via le critiche: «Tanti i vantaggi, non usurpiamo nulla a nessuno»

SANT'ELPIDIO A MARE - Il responsabile provinciale della Fimmg elenca i vantaggi della gestione, da parte dei medici di famiglia, del Presidio avanzato di assistenza territoriale. Il servizio partirà il prossimo 6 febbraio

Paolo MIsericordia

Non ci sta, Paolo Misericordia proprio non accetta che qualcuno possa pensare che la gestione del Paat (il Presidio avanzato di assistenza territoriale) affidata ai medici della categoria che rappresenta, ossia quella della medicina generale (Misericordia è il responsabile provinciale e regionale della Fimmg), rappresenti una limitazione al servizio. E a riprova della qualità dell’operazione, rimarca una lista di vantaggi, partendo comunque dal presupposto che «non usurpiamo nulla a nessuno. Anzi, a volerla dire tutta, riassumiamo un ruolo che ci appartiene, che appartiene alla categoria dei medici di famiglia. Ieri, infatti, proprio dalle pagine di Cronache Fermane, un medico ha sollevato qualche interrogativo sul servizio che partirà ufficialmente il prossimo 6 febbraio. Perplessità che il responsabile provinciale dei medici di medicina generale, Paolo Misericordia, respinge categoricamente al mittente.

«Innanzitutto partiamo col dire che la gestione del Paat, sistema assistenziale nato proprio con la presenza dei medici di medicina generale, non è stata una nostra richiesta ma la nostra disponibilità è stata, per l’Area vasta 4, una conditio sine qua non per avviare proprio il servizio. E certamente ho condiviso pienamente l’idea sposandola totalmente. Perché? Semplice. Perché la reputo logica e assolutamente in linea con volontà di avere una presenza forte dei medici di famiglia sul territorio. Quando si è iniziato a ragionare del Paat, ricordiamo anche che vi era una grande difficoltà di individuare disponibilità di medici da collocare all’ospedale di Comunità. E proprio le poche ore all’ospedale di Comunità erano un’altra criticità. Ora potremo offrire un servizio ben strutturato con i medici di famiglia che si occuperanno sia del Paat che dell’ospedale di Comunità. Altro aspetto che non può essere tralasciato: fino a poco tempo fa spesso nel Paat di Sant’Elpidio a Mare c’era la sola presenza dell’infermiere per la carenza di medici a disposizione. Attualmente quel ruolo di medico è spesso ricoperto da un collega che si affaccia alla professione. E questo ruolo fa parte del nucleo gestionale della medicina territoriale. Questo semplicemente per dire che non usurpiamo niente a nessuno. Anzi, a volerla analizzare nello specifico, andiamo a ricoprire un ruolo che ci appartiene, che appartiene ai medici di famiglia. I colleghi, tutti, stiano tranquilli, si fidino. Siamo assolutamente allineati alle esigenze della professione e lavoriamo per il bene della professione stessa. E tra i vari valori aggiunti di questa operazione non secondario il fatto che c’è un forte meccanismo di rete con una notevole continuità informativa e anche con una importante condivisione e consultazione dei dati dei pazienti. Un virtuosismo in termini di struttura clinico-assistenziale».

Sanità, ai blocchi di partenza il Paat di Sant’Elpidio a Mare (Ascolta la notizia)



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