Strappo in maggioranza. Il nuovo scacchiere consiliare fermano e il peso delle elezioni alle porte

FERMO - Dopo l'addio alla maggioranza da parte de La Città che Vogliamo di movimenti di assestamento, per usare un eufemismo, ce ne sono eccome in vista delle prossime elezioni, siano esse le Regionali ormai alle porte, che Comunali dove in tanti danno per candidato sindaco per il centrosinistra l'attuale presidente del Consiglio, Francesco Trasatti che potrebbe anche ritrovarsi "uno contro l'altro" proprio il sindaco Paolo Calcinaro alle Regionali

di Giorgio Fedeli

Fibrillazioni e strappi in maggioranza. E la situazione in Consiglio comunale, a Fermo, si fa incandescente. Dopo lo strappo de La Città che Vogliamo, il sindaco Paolo Calcinaro si ritrova con una maggioranza “compressa”. Con l’addio al vetriolo del gruppo che esprime il presidente del Consiglio, Francesco Trasatti (che in tanti danno per candidato alle regionali nelle fila di Matteo Ricci, e chissà che non si ritrovi proprio come competitor il primo cittadino in una lista pro-Acquaroli), ora il sindaco può contare su 19 consiglieri rispetto ai 23 iniziali. E nel corso degli ultimi mesi anche i consiglieri Luigi Rocchi (FdI), Gianluca Tulli (FdI) e Lorenzo Giacobbi (FI) passando al Gruppo Misto hanno di fatto certificato il loro pseudo appoggio esterno (che in politica vuol dire tutto e niente, e non fa dormire sonni tranquilli alle amministrazioni sempre costrette alla conta).

Stesso dicasi per Nicola Lucci, consigliere di Fermo Forte che da tempo manifesta dei distinguo con la maggioranza. Lo strappo de La Città che Vogliamo (sul casus belli dell’aborto farmacologico con la maggioranza a lasciare l’assise al momento della votazione, un argomento che era facile prevedere fosse divisivo. E che magari è stato usato proprio come testa d’ariete per arrivare all’addio?) è stato maldigerito dal primo cittadino che avrebbe “gradito più coraggio” perché se è vero che vi erano delle divergenze, per Calcinaro i tre consiglieri (Nicola Pascucci, Savino Febi e Manolo Bagalini) avrebbero potuto fare il passo decisivo tempo addietro. Ma non si può certo dire che si tratti di un fulmine a ciel sereno. I primi lampi e tuoni di un temporale alle porte si sono percepiti nitidamente, infatti, quando proprio Bagalini si è candidato alle Provinciali (e poi eletto consigliere) nella lista a trazione Pd ritrovandosi sulla sponda opposta proprio Calcinaro e i suoi fedelissimi (con la compagine dalla spiccata anima di centrodestra, risultata poi vincente con il presidente Michele Ortenzi). A quei fulmini e saette si aggiungano anche quelli arrivati quando, nei giorni scorsi, Città che Vogliamo ha di fatto “scaricato”, rinunciando di fatto alla sua presenza in giunta, l’assessore Micol Lanzidei (che però gode ancora della piena fiducia del sindaco).

Insomma di movimenti di assestamento, per usare un eufemismo, ce ne sono eccome in vista delle prossime elezioni, siano esse le Regionali ormai alle porte, che Comunali (nel 2026) dove in tanti danno per candidato per il centrosinistra proprio l’attuale presidente Francesco Trasatti (una decisione ancora sub iudice per il Pd fermano che prima di decidere se dare l’imprimatur a Trasatti o se esprimere un candidato di bandiera potrebbe volersi pesare proprio alle Regionali). Numeri risicati, si dirà, in maggioranza anche se, a onor del vero, sono gli stessi (19 consiglieri) che hanno retto il Calcinaro I dal 2015 al 2020. Intanto proprio La Città che Vogliamo ha convocato per domani una conferenza stampa da cui è difficile ipotizzare colpi di teatro più deflagranti rispetto a quelli vissuti in queste ultime ore (dimissioni da presidente di Trasatti? Un passo dalle quotazioni molto basse, se non irrisorie). Ma che potrebbe contribuire a far chiarezza sul nuovo assetto politico cittadino.



Articoli correlati


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti