Maxi operazione della Questura, smantellato un sodalizio criminale. Eseguite sette catture: le indagini dopo la tortura (Video e Fotogallery)

FERMANO - Gli agenti della questura di Fermo si sono mobilitati all'alba. Nel mirino un casolare a Lapedona. Le indagini hanno permesso, ancora una volta, di ricostruire in modo dettagliato gli assestamenti e le dinamiche interne del gruppo criminale, individuandone ruoli, gerarchie e le connessioni con altri sodalizi attivi nel traffico di droga: gli indagati di questo ultimo troncone sono 10 e 7 le catture emesse.
La maxi operazione della Polizia di Stato in un casolare a Lapedona

 

di Simone Corazza (foto Simone Corazza)

E’ scattata questa mattina all’alba una maxi operazione della Polizia di Stato per individuare ed arrestare diversi esponenti legati alla criminalità che orbita nel Fermano, con base logistica a Lido Tre Archi. Ma le attenzioni degli agenti della questura di Fermo, guidata dal questore Luigi Di Clemente, con in campo i poliziotti delle Volanti, della Squadra Mobile e dell’Anticrimine e della Cinofila, si sono concentrate sulla Valdaso. Nel mirino, in particolar modo, un casolare a Lapedona. Lì infatti sarebbero stati individuati diversi soggetti legati a un clan criminale, con diversi componenti di origini nordafricane, che da tempo spadroneggia sulla costa fermana connesso al sottobosco criminoso dello spaccio di sostanze stupefacenti. E non solo. Nella notte, infatti, personale della Squadra Mobile della Questura di Fermo, al termine di una complessa e articolata attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Fermo, ha dato esecuzione a 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Fermo.

IL BLITZ

I nomi sulla lista della Polizia di Stato, infatti, sono quelli di personaggi noti alle forze dell’ordine, e appartenenti a un clan che da tempo imperversa nel Fermano, anche con atti criminosi, per il controllo del territorio e, prioritariamente, per il dominio delle piazze di spaccio. Nomi già noti, si diceva, e alcuni di loro più o meno direttamente ricollegabili, per gli investigatori della Questura, anche, ad esempio, ad alcuni raccapriccianti fatti di sangue registrati nelle ultime settimane, a Lido Tre Archi (vedasi il giovane nordafricano, anche lui un volto noto agli agenti, massacrato, accoltellato e ustionato alle braccia).

Le indagini e l’operazione della Polizia di Stato, mobilitatasi questa mattina sia da terra che dal cielo, con il suo elicottero, sono scattate per sgominare una banda di criminali ramificata sul territorio, con tentacoli anche sulla Valdaso (Lapedona era finita già nei giorni scorsi nel mirino degli investigatori sempre per indagini legate allo spaccio di droga), ma al contempo erano mirate a stroncare sul nascere ulteriori fatti di sangue, inevitabile conseguenza di una guerra per il controllo del territorio da parte di faide criminali che sta vivendo una preoccupante recrudescenza.

LE TORTURE

I provvedimenti scaturiscono, si diceva, da gravi fatti avvenuti l’11 ottobre scorso che hanno visto vittima un giovane tunisino appena 20enne. In quella circostanza il ragazzo che si trovava a Lido tre Archi, a Fermo, venne prelevato con la forza da un’autovettura con a bordo tre connazionali, tutti noti pregiudicati. Il giovane era stato costretto a salire sul veicolo, condotto a Porto Sant’Elpidio, dove il gruppo si era unito ad altri complici a bordo di una seconda auto per raggiungere un’abitazione di Lapedona dimora di un altro cittadino tunisino. Lì è stato torturato per tre ore e mezza: picchiato violentemente, ustionato con olio bollente al braccio destro, colpito con una mazza da baseball, ferito con un coltello e percosso con bottiglie di vetro e una sedia. Terminate le sevizie, i dieci malviventi hanno fatto risalire il giovane in auto, dirigendosi verso al palestra di via Aldo Moro a Lido Tre Archi, con l’intento di esibirlo come monito per chi avesse osato violare le “regole” imposte dal loro gruppo criminale nelle piazze di spaccio della costa fermana. Proprio in quel momento, le Volanti della Polizia di Stato, impegnate nel servizio di controllo del territorio, hanno intercettato le due auto e insospettite dall’atteggiamento dei conducenti, hanno deciso di procedere al controllo: alla vista degli agenti, i malviventi si sono dati alla fuga, consentendo però al ragazzo di liberarsi e chiedere aiuto. 

LE INDAGINI

Il giovane spaventato e dolorante ha implorato gli agenti di essere allontanato da quel gruppo di persone e di essere portato in ospedale, manifestando il timore che i suoi aguzzini volessero ucciderlo. I poliziotti lo hanno così messo immediatamente in salvo e lo hanno accompagnato al Pronto Soccorso per ricevere le prime cure necessarie.

Materiale sequestrato nel corso dell’operazione

L’OPERAZIONE  

L’operazione di questa notte rappresenta il risultato di una lunga e articolata attività di indagine avviata dalla Squadra Mobile di Fermo a fine maggio e proseguita con la recente operazione Cerbero, anch’essa portata a termine dagli investigatori in stretta collaborazione con le Squadre Mobili di Macerata, Ascoli Piceno, Pesaro, Ancona e Chieti. Nel corso di quella operazione sono stati tratti in arresto numerosi pregiudicati al fine di smantellare un vasto traffico di stupefacenti che si estendeva lungo l’intera fascia costiera fermana e nell’entroterra. Tuttavia, nonostante il duro colpo inferto, il sodalizio criminale, composto prevalentemente da soggetti di origine magrebina, non era stato completamente disarticolato e aveva proseguito le proprie attività illecite, fino a degenerare nei gravi fatti di sangue culminati con la tortura del giovane sequestrato l’11 ottobre. Il pericolo concreto di reiterazione dei delitti della stessa natura, già commessi in precedenza, e la possibilità che potessero verificarsi episodi ancora più gravi, fino all’omicidio di alcuni appartenenti ai gruppi rivali, hanno spinto la Squadra Mobile, grazie alla collaborazione con la Procura della Repubblica e con il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Fermo, a richiedere e ottenere l’emissione delle ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite questa notte.

LA RICOSTRUZIONE DEL SODALIZIO CRIMINALE E GLI ARRESTI

Le indagini hanno permesso, ancora una volta, di ricostruire in modo dettagliato gli assestamenti e le dinamiche interne del gruppo criminale, individuandone ruoli, gerarchie e le connessioni con altri sodalizi attivi nel traffico di droga: gli indagati di questo ultimo troncone sono 10 e 7 le catture emesse. L’operazione rappresenta un colpo durissimo alla criminalità organizzata straniera operante sul territorio fermano e nella fascia costiera adriatica, riaffermando la presenza costante e determinata della Polizia di stato nel contrasto ai reati più gravi e nella tutela della sicurezza dei cittadini.

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