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Massacro in via Veneto,
Emmanuel è morto
Lo sfogo di Don Vinicio:
“Credo sia collegato con le bombe”

Unknown

 

AGGIORNAMENTO DELLE 17, 45 – Poco fa Emmanuel Chidi Namdi, il 36enne migrante aggredito ieri sera in pieno centro a Fermo, è stato dichiarato morto all’ospedale Murri. Il giovane era in coma irreversibile.

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di Paolo Paoletti

Quello che mi preme è che non si dica che è stata una zuffa di neri. Vogliamo raccontare quello che la signora Chimiary, compagna di Emmanuel, ha dichiarato nella denuncia che ha fatto”. Don Vinicio Albanesi ha convocato la stampa questa mattina, per fare chiarezza sul tragico fatto avvenuto ieri in pieno centro a Fermo. E’ visibilmente affranto e amareggiato.

Cerimonia

La foto della celebrazione

“Li ho sposati – racconta Don Vinicio –  ho fatto fare loro la promessa di matrimonio, non avendo i documenti e non potendo fare l’unione ufficiale, ho ripreso un formulario del medioevo e poi abbiamo fatto una grande festa”.

Chimiary ed Emmanuel dovevano sposarsi in Nigeria, ma gli attacchi e le persecuzioni sempre più gravi perpetrate dai terroristi di Boko Haram hanno spinto i due ad affrontare le difficoltà del viaggio verso l’Europa. Dopo aver sfidato le violenze dei trafficanti di esseri umani sulle rotte dei migranti sono arrivati nelle Marche e poi ospitati nel seminario Arcivescovile di Fermo. Lo scorso 6 gennaio avevano coronato il proprio sogno nella Chiesa di San Marco alle Paludi. Sono arrivati qui circa 8 mesi fa. Dicevano di essere quasi sposati ma sono dovuti scappare prima del matrimonio. Lei ha perso il bambino durante il viaggio per la calca di gente sul gommone, poi la speranza, chiamata Fermo. Oggi Emmanuel è in coma irreversibile, vittima della violenza razzista di due fermani riconducibili alle frange del tifo ultras e all’estrema destra.

Chimiary

Da qui il racconto di Don Vinicio su come sarebbero andati i fatti: “Salivano dal seminario verso piazza per prendere una crema per la pelle scura che tende a seccarsi d’estate. Si erano messi d’accordo con altri connazionali, avevano un appuntamento per questo scambio, non andavano in un negozio (la crema non si trova sul mercato locale ndr).  All’imbocco di Via Veneto hanno incrociato questi due signori sulla panchina. I due hanno iniziato a provocarli. Hanno dato alla ragazza della ‘scimmia’. Il ragazzo si è avvicinato a chiedere spiegazioni. Abbiamo saputo che da diverso tempo erano li a provocare i neri che passavano. Forse a seguito dei fatti avvenuti a Porto San Giorgio (leggi l’articolo). A quel punto sono avvenuti i primi diverbi”.

Don Vinicio racconta l’aggressione, parlando di due uomini presenti: “Mentre il grande aggrediva Emmanuel il piccolo ha aggredito la ragazza. E’ nata una colluttazione. Anche lei ha ricevuto botte. Avrà una prognosi di 5 giorni . A detta della ragazza è stato divelto un palo della segnaletica rimovibile ed il 36enne nigeriano ha ricevuto questa grande botta al cranio nella parte posteriore. E’ caduto a terra in avanti ed hanno continuato a picchiarlo.  La botta con il segnale stradale l’ha presa lui, Emmanuel, e poi è stato praticamente maciullato. Ha tutta la parte destra tumefatta e secondo l’analisi che abbiamo fatto era già in coma mentre lo picchiavano. Il fatto è avvenuto attorno alle 14.30 di ieri“. Sono intervenuti  sul posto prima i Vigili Urbani, poi la pattuglia del commissariato di Fermo e poi l’ambulanza. A rappresentare la coppia di migranti l’avvocato Letizia Astorri.

Don Vinicio che sottolinea: “E’ stata data la versione che questa coppia nigeriana andava in giro guardando dentro le macchine. A cercare cosa? Dal referto medico l’italiano ha  ricevuto solo un morso, nient’altro. Mi costituirò parte civile nella veste di presidente della Fondazione Caritas in Veritate a cui i due, per la legge dell’accoglienza, erano affidati“.

Stamattina Suor Filomena ha dormito con la signora Chimiary: “Era molto agitata – racconta Vinicio – ha chiesto di rivederlo, nell’attesa è svenuta. Dicono una crisi di nervi. In realtà abbiamo saputo che il ragazzo è praticamente morto. E’ in coma irreversibile bisogna aspettare 6 ore prima staccare le macchine.  Ci hanno chiesto l’espianto degli organi. E’ da valutare perché non ci sono documenti e familiari che possono dare il consenso se non la sua compagna“.

Non è finita qui. L’ultimo fatto sospetto risale a questa mattina all’ospedale. A raccontarlo Suor Filomena: “Eravamo in attesa fuori dalla porta del reparto di rianimazione con la moglie di Emmanuel. Si è presentato un ragazzo italiano, capelli neri e tatuaggio, chiedendo notizie del nigeriano. Era molto agitato, giocava con il cellulare, ma voleva avere notizie. Si è giustificato dicendo che lo conosceva e che voleva informazioni sulla salute”.

Don Vinicio che azzarda un’ipotesi: “C’è stata una provocazione gratuita da parte di alcuni ultras, e credo la cosa possa essere collegata con le bombe”.  Una pista che dunque, secondo quelle che sono solo ipotesi, potrebbe ricollegarsi all’estrema destra, al razzismo e all’impegno della chiesa nell’accoglienza dei migranti.

Stasera è stata organizzata alle ore 21 una veglia di preghiera ed una fiaccolata al seminario: “Per chiedere perdono perché non abbiamo saputo accogliere a tutelare una vita sfuggita al fuoco e alla violenza africana – spiega Don Vinicio – questa violenza l’hanno ritrovata in Italia. Alle 21 faremo una fiaccolata non invocando vendetta, perché non è nel nostro stile, chi ha commesso l’aggressione ha rovinato la vita del ragazzo, della sua compagna ma anche la propria e delle sue famiglie. L’odio porta solo odio e non produce mai niente. Non è una cosa diretta, ma come popolo dobbiamo assumercene anche noi le responsabilità. Abbiamo dei loculi al cimitero di Capodarco, lo ospiteremo lì. Non sapremmo a chi affidare la salma”.

Don Vinicio che lancia un messaggio: “Viviamo in provincia e la provincia è infida.  Questo perché o minimizza o fa considerazioni generali in un clima che generalmente desta preoccupazione. C’è un clima difficile. L’appello a chi lo rivolgo? A chi sapeva? Queste due  persone che hanno commesso il gesto sono conosciute in tutta Fermo. Il principale protagonista ha un Daspo da 4 anni. C’è la copertura che non è esplicita ma è infida, io la chiamo vigliacca“.

Una notizia difficile da dare ai migranti ospiti del seminario arcivescovile. Sono 19 i ragazzi di origine nigeriana, su 124 accolti: ” Il rischio è reale – ha detto don Vinicio –  Dio non voglia che si presentino delle lotte contrapposte. Il Prefetto ci ha rassicurato, anche il dottor Cento. Cerchiamo di tenere basso il profilo anche perché sarebbe un immenso guaio se le due ‘tifoserie’ si scontrassero”.

Ad esprimere solidarietà nel corso della conferenza stampa, anche l’assessore ai servizi sociali del Comune di Fermo Mirco Giampieri. Presenti anche altri rappresentanti politici: da Giuseppe Buondonno a Giuseppe Rossi, passando per Piero Mennò.


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