di Andrea Braconi
Il decreto sull’immigrazione, fortemente voluto dal ministro Matteo Salvini, dovrà essere portato ad inizio settimana in Consiglio dei Ministri. Ma già soltanto dalle prime indiscrezioni, che vedono una clamorosa stretta in termini di permessi umanitari e di rimpatri, con l’aggiunta della cancellazione degli Sprar (acronimo di Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) i due fronti contrapposti hanno iniziato a muoversi: da un lato chi sposa tout court le scelte del vice premier e leader della Lega, che sul tema ha costruito la proprio campagna elettorale e soprattutto caratterizzato i primi 100 giorni come responsabile del dicastero degli Interni; dall’altro chi ha sempre sostenuto la necessità di accoglienza all’interno di un sistema chiaro di regole. Regole che tra qualche giorno rischiano di venire letteralmente rovesciate, riportando la lancetta indietro nel tempo. Questo il pensiero di Alessandro Fulimeni, responsabile dei progetti Sprar nel territorio fermano.
“Eravamo a Bologna per un incontro nazionale con la direttrice dello Sprar e la bozza è arrivata durante i lavori. L’abbiamo analizzata in tempo reale e posso dire che si tratta di documento devastante, per tantissimi motivi”.
Quali nello specifico?
“Oltre a cancellare la protezione umanitaria, i diritti di cittadinanza, etc., distrugge completamente il sistema di asilo e di accoglienza in Italia.”
C’è margine per spingere il Governo a fare un passo indietro?
“C’è stata una presa di posizione forte da parte del Terzo Settore. È stato sottoscritto un appello al presidente della Repubblica da parte di decine e decine di associazioni, cooperative ed altri, con il quale oltre a rimarcare i profili di incostituzionalità, si spiega come il decreto ci riporta indietro di 20 anni. È un decreto esclusivamente repressivo. Consideravo e considero vergognosa la legge Bossi-Fini, che però almeno aveva istituito lo Sprar. O anche la direttiva Alfano, che almeno si era posta l’obiettivo di far passare il sistema dalla rete emergenziale costituita dai Cas prefettizi allo Sprar. Invece, qui si fa tabula rasa e si cancella un intero percorso.”
Su cosa sarà imperniato il sistema?
“Nuovamente sui Cas, i Centri di Accoglienza Straordinaria. E neanche si sono preoccupati di cambiare la denominazione. Un sistema che si regge su un istituto straordinario, che per sua natura è emergenziale. Quindi, si formeranno di nuovo grandi concentrazioni di persone in grandi strutture, con infiltrazioni che abbiamo già visto nel recente passato e una gestione soltanto da parte di grandi consorzi, che non forniranno servizi se non quelli basici.”
Come può essere riassunto l’obiettivo di Salvini?
“Il suo obiettivo è perpetuare il caos e il disordine, come è stato giustamente detto da Giancarlo Schiavone. Lo sta facendo per farci rimanere in una campagna elettorale permanente ed agitare lo spauracchio del barbaro immigrato, che viene qui e porta disordine e caos.”
A livello territoriale pensate di coinvolgere nella vostra protesta le istituzioni, Comuni e Prefettura in testa?
“Sicuramente sì. L’altro giorno c’è stata una riunione dell’Anci ed è stata emessa una nota molto preoccupata con la quale si chiedeva che venga rivisto il decreto. Ufficialmente ancora non c’è nulla, ma nel momento in cui uscirà il decreto sicuramente partiremo con un grande coinvolgimento sia nei confronti delle istituzioni che come rete di associazioni.”
A livello umano, cosa resta di tutta questa situazione?
“C’è la cancellazione di anni e anni di lavoro, di impegno e di passione, oltre alla grandissima preoccupazione per questi ragazzi. Di fatto viene cancellato l’articolo 10 della Costituzione, rimarrà solo un permesso speciale che verrà dato in maniera limitatissima e solo in casi eccezionali. Ci sarà un aumento enorme dell’irregolarità, con ragazzi senza alcuna prospettiva. Attualmente nella rete Sprar il 70% delle presenze è composto da persone che hanno protezione umanitaria e richiedenti. Con questo decreto solo il 30% avrà diritto a rimanere, gli altri dovranno entrare nei Cas e stare a vitto e alloggio, senza alcun servizio e prospettiva di lavoro. Molti di loro entreranno in queste sacche in cui verranno sfruttati irregolarmente, come già accade. Queste persone che vengono in Italia sperando in un futuro migliore troveranno invece il deserto e l’ostilità più assoluta. Neanche Bossi, Fini e Alfano avevano ipotizzato questo scenario terrificante.”
Immagino tu ti sia chiesto il perché.
“Probabilmente all’epoca non c’erano i margini politici e sociali per fare un’azione di questo tipo. Oggi si fa perché c’è un contesto generale di consenso che permette a Salvini e al Governo di prendere queste misure di una gravità assoluta. Vediamo se ci sono dei margini per far modificare questo decreto, magari a livello parlamentare.”
C’è speranza che questo avvenga?
“La speranza c’è sempre, ma onestamente non sono molto ottimista.”
Forse l’ultimo baluardo è il presidente della Repubblica.
“Innanzitutto lui, ma ci vorrebbe un’azione di qualche area parlamentare che non so proprio immaginare. Intanto, ci siamo già convocati come rete del Terzo Settore per una grande iniziativa nazionale a fine ottobre, in cui coinvolgeremo tutte le realtà impegnate sul tema dell’accoglienza.”
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