Immersioni nel virtuale,
software e supporto all’Hospice:
il Montani fra storia e futuro

FERMO - Prima tappa tra gli indirizzi formativi dello storico istituto. Il punto sul corso di Informatica e Telecomunicazioni insieme a docenti e studenti

di Andrea Braconi

Un ambiente confortevole, con molta luce e laboratori colorati. Uno spazio, messo a disposizione dalla Provincia di Fermo, dove gli studenti del corso di Informatica e Telecomunicazioni del Montani, dopo le note vicissitudini, hanno ritrovato una dimensione ottimale per sviluppare il proprio percorso scolastico insieme al corpo docente.

Anche loro saranno tra i protagonisti di Scuola Aperta, che si svolgerà sabato 14 (orario 15-20) e domenica 15 dicembre (orario 10-13 e 15-20) tra le sedi di Fermo e di Montegiorgio, dove insiste l’Istituto di Agraria. Un’iniziativa che permetterà di conoscere i 6 indirizzi formativi e le relative articolazioni tra primo e secondo biennio.

Proprio da quelle aule, siamo partiti per raccontarvi nomi e programmi di una lunga ed entusiasmante storia: quella di un istituto che nel tempo è riuscito a ritrovare una dimensione nazionale e, proprio grazie all’impegno dei suoi studenti, anche internazionale.

A farci da ciceroni sono la dirigente Margherita Bonanni ed il professor Raffaele Palestini.

“Il corso di Informatica e Telecomunicazioni è un indirizzo unico con due articolazioni – afferma la preside – con 4 materie che ne caratterizzano il percorso”.

Nel corso di telecomunicazioni – aggiunge il professor Antonino Iannotti – parliamo di trasmissioni troposferiche e satellitari. Tra le varie azioni, facciamo progetti di collegamento tra trasmettitori e ricevitori posti a distanza e, quindi, serve una conoscenza anche degli apparati che vengono utilizzati per poter trasmettere questi segnali”.

Nella parte di informatica, come ci spiega il professor Daniele Postacchini, i ragazzi si occupano di programmazione e dispositivi come micro controllori e schede programmabili. “C’è una maggiore vicinanza all’hardware, sviluppando il software necessario ai dispositivi trasmissivi utilizzati. Oggi il mondo si sta orientando verso l’internet delle cose, verso l’industria 4.0 e in questi settori le telecomunicazioni possono trovare molto spazio. Tutto quello che diverrà una realtà, anche nelle abitazioni, è un qualcosa su cui vorremmo cominciare a dire anche la nostra: in settori come domotica, tecnologia industriale e civile ci sono tante cose che si possono fare”.

Matteo Trobbiani, studente e rappresentante di classe, rivolge un plauso ai docenti di un percorso, a suo dire, altamente stimolante. “I professori riescono ad unire quello che stiamo studiando ad attività formative extra scolastiche. E tra le esperienze che ricordo con più emozione c’è sicuramente la gita ad Avezzano per visitare l’azienda Telespazio”. Sulla stessa lunghezza d’onda Lorenzo Monterubbianesi, che sottolinea: “Il diploma ci consente di affrontare il mondo del lavoro , ma anche il percorso universitario non crea particolari apprensioni: possiamo così continuare uno studio più teorico sulla propagazione dei segnali di trasmissione, che sono un po’ il presente e il futuro delle nuove tecnologie”.

Nel corso di Informatica, gli studenti acquisiscono le conoscenze e sviluppano le competenze proprie dell’analista, in grado di progettare sistemi informativi, dimensionare sistemi informatici, intervenendo nella gestione dei sistemi operativi e nello sviluppo e  manutenzione delle reti, utilizzando strumenti che consentono loro di elaborare soluzioni stand-alone, condivise ed in ambito web.

A livello strutturale le due articolazioni, Informatica e Telecomunicazioni, sono molto interconnesse, con tante componenti che sono proprie di entrambi. “Gli studenti devono conoscere le fondamenta sia dell’una che dell’altra perché devono collaborare strettamente. E quando si fa la cosiddetta alternanza scuola lavoro, le aziende sono più o meno le stesse perché hanno bisogno di entrambe le figure”.

Non mancano le sorprese, come lo sguardo rivolto al sociale. A spiegarcelo è il professor Giuseppe Palmieri. “Arrivano spesso richieste di supporto, come avvenuto alcuni anni fa con la Croce Rossa, per la quale è stato sviluppato un sistema informativo (in ambito web) in grado di gestire le varie problematiche di un ufficio regionale dell’associazione (anagrafiche, turni, aggiornamento qualifiche, patenti, e soprattutto reperibilità in tempi ottimali del personale specializzato in caso di calamità). Quest’anno c’è stata anche la richiesta da parte dell’associazione L’Abbraccio di Montegranaro che lavora all’interno dell’Hospice, di cui sono volontario. Hanno avuto l’esigenza di ristrutturare il sito per adeguarlo alle normative vigenti e renderlo friendly per gli utenti. In questa scuola ci sono le risorse umane e le competenze per fare questo e un gruppo di ragazzi del quinto anno ha già fatto incontri con referenti dell’associazione. Lo stesso gruppo realizzerà il sito e anche un software per la gestione dei turni dei volontari de L’Abbraccio”.

Un’importante esperienza formativa, ma soprattutto umana. “I ragazzi sono stati molto coinvolti su questa problematica, che tocca un po’ tutti e che affrontata sotto questo aspetto porta anche ad una sensibilizzazione sul mondo del volontariato. Diventa un valore aggiunto a livello di comunità ed è per loro molto educativa”.

Sono tanti i progetti che vedono coinvolti gli studenti del Montani. Tra questi ci sono la realtà virtuale e l’attività di monitoraggio civico. “Sono attività che non fanno parte del normale percorso di studi – rimarca il professor Palestini – ma che vedono i ragazzi della classe 5B di Informatica impegnati al massimo e con uno spirito di scoperta che non è affatto scontato”.

Ad illustrarci i dettagli del primo progetto è Andrea Brandimarte. “Stiamo sviluppando una visita virtuale del museo della nostra scuola, il MITI, in 3 modi diversi. Partiamo dalla creazione di una pagina web, un viaggio virtuale dentro il museo con foto a 360 gradi ed una navigazione tra le informazioni inerenti il materiale depositato all’interno. Inoltre attraverso l’utilizzo di dispositivi che lavorano in modalità bluetooth, i beacon, stiamo sviluppando un’applicazione che, installata sullo smartphone di un visitatore, gli consente di ottenere informazioni sulla sala in cui si trova. In sostanza: ci si avvicina con il telefono, arriva la notifica, la si apre e si leggono le informazioni trasmesse. Infine, c’è il visore per la realtà aumentata, che consente un viaggio immersivo a 360 gradi con immagini”.

Il professor Palestini aggiunge che ”le idee che hanno avuto i nostri ragazzi, l’impegno con cui stanno affrontando l’analisi e la scrittura del software dedicato e lo studio di ricerca degli strumenti, stanno portando a risultati veramente interessanti, per la realizzazione di un prodotto di elevata qualità”.

Giovani entusiasti, quindi, che mettono in campo tutte le competenze che acquisiscono durante le ore di lezione. Come Sara Montagnoli del quinto Informatica B, impegnata sul fronte del monitoraggio civico, progetto attivato in accordo con la Regione Marche. “Monitoriamo i fondi europei che sono stati assegnati alla Regione e poi stanziati agli enti locali. In particolare abbiamo scelto di seguire il caso del depuratore di Salvano: abbiamo sviluppato la prima fase del lavoro, con obiettivi del progetto e divisione dei compiti. Tutto questo serve per verificare quanti fondi vengono utilizzati, come vengono spesi ed i risultati che hanno ottenuto in termini di ricaduta in ambito sociale, lavorativo e altro, attraverso analisi statistiche comparative”.

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