Beverati al vetriolo contro Ediana Mancini: “Attitudine amministrativa autoritaria”

MONTEGRANARO - "Negli ultimi mesi ad ogni confronto sull'attività amministrativa il sindaco ci invitava a dimetterci e aggiungeva che, nel caso la maggioranza fosse mancata, si sarebbe ricandidata: non vorrei che questa pagina triste della vita politica cittadina sia stata scritta per consentire a Mancini di avere pieni poteri amministrativi nel suo eventuale terzo mandato"

 

“Ediana Mancini ha dimostrato, con l’attacco violento alla mia persona, la sua attitudine amministrativa autoritaria e la totale incapacità di mediazione politica: il gruppo civico purtroppo aveva preso coscienza di ciò già dai primi mesi del suo secondo mandato. Per la verità in questo ultimo anno il suo comportamento completamente schiacciato sulla parte politica della coalizione, il Pd, ci ha mostrato una donna che anziché tenere i fili del dialogo ha sempre gettato sale sulle ferite. Non è un caso che accanto a lei sedevano i più importanti esponenti di quel partito che hanno condiviso la sua gravissima responsabilità di aprire una crisi amministrativa in questo delicato momento. E non è neppure un caso che gli ex assessori Ubaldi e Puggioni abbiano rassegnato le dimissioni e non condividano la sua ricostruzione partigiana del clima che negli ultimi mesi si è creato in giunta”. E’ la replica al vetriolo dell’ex assessore Giacomo Beverati alle dichiarazioni del sindaco di Montegranaro, Ediana Mancini che ieri ha detto la sua in una conferenza stampa dopo il terremoto amministrativo iniziato con la revoca delle deleghe assessorili, da parte del primo cittadino, proprio a Beverati.

“Mi sia concesso di spendere poche parole ma ferme sull’attacco personale, questo sì al limite dell’insulto, di cui sono stato oggetto da parte della Mancini: ha usato frasi gravi e pesanti soprattutto se riferite per sentito dire – spiega Beverati –  Sembra quasi che io, perdendo il senno, abbia in qualche circostanza proferito insulti gratuiti e offensivi alla sua persona o al suo onore. Queste frasi offendono profondamente perché non sono dette in un momento di rabbia ma sono meditate e diffuse impropriamente sulla pagina Facebook del Comune. Ricordo bene il caso a cui Mancini fa riferimento, risalente all’inizio di luglio, cinque mesi prima della mia cacciata: accanto a me c’era il vicesindaco Ubaldi, successivamente è sopraggiunto anche Perugini. C’è stato un alterco telefonico ma non con lei che era assente e se ho criticato aspramente con parole forti l’ho fatto su questioni prettamente politiche e amministrative nell’esercizio del mio diritto di critica, scagliandomi su quella che io reputo una sua scarsa attitudine al confronto e al rispetto dei ruoli e la sua tendenza amministrativa autoritaria, più volte denunciata anche da altri in verità, a scavalcare gli assessori mettendoli difronte al fatto compiuto e ingenerando problemi di coordinamento con gli uffici. Invito quindi il sindaco a specificare la natura del presunto insulto e il contesto in cui sarebbe stato pronunciato”.

Beverati aggiunge: “Non si dissimuli sulle vere ragioni che hanno condotto Mancini ad aprire la crisi in piena pandemia prima di Natale, con motivazioni personali quasi che i confronti anche aspri possano costituire un valido motivo per spaccare una maggioranza: dalla sua ricostruzione pare quasi che io sia impazzito e altrettanto abbiano fatto un uomo di esperienza come Ubaldi e altri tre consiglieri che non hanno preso le sue difese. Chi ha un po’ di esperienza politica sa che le discussioni forti sono all’ordine del giorno e il sale della democrazia. La verità che adombra la stessa Mancini è che non si è tollerato l’accordo della parte civica come se la cosa ledesse la sua autorità amministrativa o l’egemonia politica che il Pd voleva avere sulla coalizione: non è un mistero che questo partito avesse fin dall’inizio preteso un assessore in più e che più volte noi civici ci siamo sentiti dire, Perugini in testa, che le nostre componenti, cioè la mia e quella di Ubaldi, non potevano unirsi modificando, ci si diceva gli equilibri interni: divisi sì, uniti no insomma. Discorsi di una politica che avremmo voluto morta e sepolta. E la maldestra operazione giocata sulle spalle di Montegranaro forse nella fase più delicata della sua storia recente proprio a quello, a mio avviso, mirava: dividere la componente civica e di questo sì che abbiamo autorevoli testimoni. Ora questa conflittualità si è protratta a lungo ed è assolutamente vero che ormai la situazione era logora: non esito a dire che noi assessori civici siamo stati oggetto di pressione politica, io personalmente anche di pesanti ‘sfottò’ e da ultimo Ubaldi con l’atteggiamento sul nome del mio successore ma i tempi di questa ‘spallata’ sono stati, almeno per noi, inaspettati ed improvvidi. Negli ultimi mesi ad ogni confronto sull’attività amministrativa il sindaco ci invitava a dimetterci e aggiungeva che, nel caso la maggioranza fosse mancata, si sarebbe ricandidata: non vorrei che questa pagina triste della vita politica cittadina sia stata scritta per consentire a Mancini di avere pieni poteri amministrativi nel suo eventuale terzo mandato”.


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