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INTERVISTA Massucci e la candidatura che non c’è più: “Sorpreso ma stimo Ferranti. Peccato per la Valdaso”

POLITICA - Le considerazioni del sindaco di Monte Vidon Combatte, candidato dal Pd ma poi abbandonato per la pista che guarda alla Valtenna

di Andrea Braconi

“Ho letto anch’io su Cronache Fermane della candidatura di Ferranti, non ne ero a conoscenza”. In soli 6 giorni Gaetano Massucci è passato dall’essere candidato in pectore alla presidenza della Provincia – almeno per il Partito Democratico – ad agnello sacrificale (insieme all’uscente Canigola) di un percorso politico che oggi vede come unico candidato il suo collega di Montappone.

Cosa è accaduto?

“Ero stato contattato precedentemente dal Pd per dare la mia disponibilità, avevo preso del tempo per valutare la situazione. Strada facendo, come sapete, ci sono stati tanti rimbalzi, anche altre candidature. Nel frattempo io stavo riflettendo e quando ho saputo questo devo dire che sono rimasto sorpreso. Non pensavo potesse andare in questo modo, ma devo dire che se alla fine la candidatura unitaria è espressione della volontà di un progetto comune in un momento sono così delicato per una provincia abbastanza debole, io sono contento.”

E su Ferranti?

“Anche sulla persona devo dire che ha la mia stima, rappresenta i piccoli Comuni e se così è stato fatto un ottimo lavoro. Se invece è un modo per nascondere le difficoltà della politica, mi dispiace perché allora non sarebbe un obiettivo edificante. Spero che sia la prima e non la seconda la motivazione che ha spinto a questo.”

La scorsa settimana dal Pd emergeva con forza la certezza dei numeri. Insomma, a Cesetti e Alessandrini i conti tornavano. Aveva avuto sentore che, invece, potevano non tornare questi numeri?

“Sì, ma i numeri sono molto ipotetici perché al di là di quello che può dire una forza politica poi bisogna vedere quali sono i consensi che vanno oltre quella forza politica, specialmente quando questa va a chiedere ad uno che non fa parte della stessa di rappresentare il centrosinistra. Vuol dire che di per sé non aveva quei numeri e che bisognava allargare il fronte del consenso. Quello era il mio compito in questa fase. Loro hanno fatto la conferenza stampa candidandomi, ma se fossi stato candidato lo sarei stato dei sottoscrittori della mia candidatura, non di un partito ma bensì di un’ottantina di consiglieri sottoscrittori della candidatura.”

C’è stato anche un passaggio con Fermo?

“Ho voluto verificare i rapporti con la città di Fermo, era importante farlo. Ho avuto un colloquio con il sindaco, poi è uscita fuori la sua ipotetica candidatura, cosa che tra l’altro a me non aveva detto. Ma a questo punto dico che la sintesi è stata questa e ha messo tutti d’accordo, dico ben venga. Non me l’aveva segnato il medico di fare il presidente della Provincia.”

Disse il medico, verrebbe da ironizzare, se la situazione non fosse paradossale.

“Già, ma in un certo senso mi solleva da una certa responsabilità di cui mi ero caricato. Io non faccio a cuor leggero certe scelte, né per ambizione, Sono contento che si sia optato per un sindaco di un piccolo Comune, ma l’unico dispiacere è che forse stavolta la Valdaso poteva essere valorizzata. In un momento in cui la maggior parte degli investimenti, vedi ospedale e Mare Monti, sono proiettati sulla Valtenna poteva essere una sorta di compensazione, non ovviamente nella mia persona. Visto, inoltre, che in Provincia c’è stato prima Cesetti, poi Perugini, poi la Canigola e adesso Ferranti, cioè sempre quella parte del territorio, poteva essere una prima volta per la nostra vallata. Comunque, mi fido e mi affido come sindaco a ciò che verrà fuori. Ci sarà un candidato presidente e poi i candidati consiglieri. Staremo a vedere. Comunque, se questo è realmente la volontà di lavorare in modo unitario faccio veramente un applauso”.

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