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Ricostruzione privata avanti tutta, Legnini approva il nuovo prezzario «+20% anche sui lavori in corso»

SISMA - Il commissario ha spiegato i contenuti dell'ordinanza appena approvata: «I cantieri hanno subito un rallentamento preoccupante negli ultimi mesi, in alcuni casi un blocco. Le cause sono la grande esplosione dei prezzi delle materie prime e la diffusione del 110% sisma bonus, con molte imprese e professionisti che hanno preferito andare a lavorare altrove». Previsto un aumento dei costi parametrici del 50% per case uni e bifamiliari

 

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Il commissario Legnini

di Monia Orazi

È stata pubblicata l’ordinanza che stabilisce il nuovo prezzario per la ricostruzione privata e ad esempio permette per una casa unifamiliare isolata con danno L4, stando alla simulazione degli uffici del commissario un incremento del contributo del 54% passando ad esempio dai 211mila euro con i valori attuali ai 326mila euro, grazie ai nuovi costi parametrici previsti nell’ordinanza. Per edificio isolato unifamiliare di 150 metri quadrati con danno L3, il contributo massimo sale da 183mila a 270mila euro, con un incremento del 47,5 per cento. Per gli immobili produttivi, immaginando una struttura di 130 m² il contributo passa da 52mila euro fino a oltre 100mila euro, se sarà ricostruito in acciaio. Sono questi gli esempi concreti fatti dal commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini, che ha tenuto una conferenza stampa per illustrare i contenuti dell’ordinanza: «E’ una materia delicata che incide sul futuro della ricostruzione, siamo intervenuti con un primo provvedimento volutamente parziale con un mero adeguamento all’indice Istat del 6 per cento. Dopo l’impennata dei cantieri 5200 nella ricostruzione privata in un anno, abbiamo subito un rallentamento preoccupante negli ultimi mesi, in un in alcuni casi un blocco. Le cause sono chiare: la grande esplosione dei prezzi delle materie prime e la grande diffusione del 110% sisma bonus, con molte imprese e professionisti che hanno preferito andare a lavorare altrove».

AUMENTI FINO AL 50 PER CENTO PER CASE UNI E BIFAMILIARI – Il commissario ha aggiunto che attualmente ci sono oltre 7mila i cantieri attivi nelle quattro regioni colpite, di cui mille aperti solo nei primi mesi di quest’anno. In quattro mesi sono stati erogati contributi per pagare imprese in cantieri aperti pari a 315 milioni di euro, la metà di quanto dato l’anno scorso, 780 milioni di euro in tutto il 2021. Ha spiegato il commissario Legnini: «Con l’ordinanza abbiamo dato risposte che possano consentire di recuperare e superare le difficoltà. Il prezzario è una sintesi di quelli delle quattro regioni e recepisce l’esplosione di prezzi di materie prime come l’acciaio, il legno, i ponteggi con incrementi a volte superiori al doppio della situazione di partenza, aggravata dalla guerra per via dell’aumento del costo dell’energia. Sarà mantenuto il regime opzionale, con la possibilità di utilizzare il prezzario regionale fino alla fine dell’anno. Il secondo punto dell’ordinanza riguarda il costo parametrico, cioè l’entità massima di contributo concedibile che aumenta del 20% per l’edilizia residenziale comprensivo di quel 6% già approvato con precedente ordinanza, ma cresce di un ulteriore 5%, fino al 25% per le costruzioni bifamiliari e unifamiliari, che in alcuni casi può arrivare al 50 per cento. Con le Marche abbiamo raggiunto un’intesa più avanzata sugli edifici con livello di danno L4. Riguardo alle attività produttive l’incremento è del 30% che può arrivare al 50% per edifici ricostruiti in acciaio».

NUOVI FONDI PER COMPENSARE COSTI OPERE PUBBLICHE –Le nuove misure si applicano a tutti i cantieri aperti dal primo luglio 2021, il direttore dei lavori ha la possibilità di allungare di tre mesi il termine dei lavori. Legnini anche aggiunto che ci sarà un meccanismo di adeguamento automatico dei prezzi per il futuro, ogni sei mesi i cambiamenti saranno registrati da un osservatorio che comprende tutti gli attori impegnati nel processo di ricostruzione: «Vogliamo far sì che si recuperino equità e giusta remunerazione nelle lavorazioni, prevediamo l’integrazione attraverso fondi specifici delle risorse assegnate ai lavori pubblici indicati nel testo dell’ordinanza, saranno gli uffici speciali di costruzione ed effettuare le relative verifiche. E’ previsto un fondo di 50 milioni di euro per la compensazione delle opere in corso, 100 milioni per quello delle opere che devono ancora partire, 40 milioni per le opere delle ordinanze speciali in deroga, 50 milioni di euro per la rimozione di macerie non pubbliche ma relative agli interventi speciali programmati con le Regioni». Tra le altre misure previste nell’ordinanza la maggiore flessibilità nell’indicare le imprese che seguiranno i lavori, una possibilità di recuperare domande già rigettate per i danni lievi. «Questo quadro – ha aggiunto Legnini – comporterà una crescita consistente della spesa necessaria alla ricostruzione, il cui danno è stato quantificato in 27 miliardi di euro di onere complessivo. Lancio un appello alle imprese, ai professionisti che la ricostruzione del centro Italia è affidabile e sicura, poggia su basi solide a seguito di questi interventi e mi auguro che le imprese tornino a lavorare nei cantieri del centro Italia per recuperare i fabbricati danneggiati dal terremoto. Non possiamo permetterci ritardi e rallentamenti nei confronti dei cittadini».

DIECI MILIARDI DI EURO A DISPOSIZIONE PER RICOSTRUZIONE PRIVATA – Ha poi parlato l’assessore alla ricostruzione della Regione Marche Guido Castelli: «C’era il rischio di compromettere i risultati della ricostruzione ormai partita, poi è giunto il cigno nero imprevedibile che ha rischiato di far saltare gli ingranaggi ma questa ordinanza risponde al caro prezzo ed alla competizione, nelle prospettive delle imprese, tra ricostruzione e superbonus 110%. Uno degli effetti dei prezzi si riconduceva alla maggiore remuneratività del superbonus, con imprese che rifiutavano lavori già aggiudicati. La ricostruzione è come un orologio astronomico antico, richiede un’attenzione continua con questa ordinanza abbiamo dato le risposte che il mondo delle imprese e la popolazione attendevano. Non abbiamo risolto tutti i problemi, ma abbiamo evitato che gli ingranaggi fossero compromessi. Ci sono altri problemi da risolvere, è necessario rafforzare gli organici delle soprintendenze per i pareri, il problema dell’iva sulla ricostruzione produttiva». Al momento sono già stati spesi i primi quattro miliardi di euro per ricostruire le abitazioni e gli edifici lesionati dal sisma del 2016, ci sono 5000 opere pubbliche da finanziarie quindi la nuova ordinanza prevede una stima dei costi di circa quattro miliardi di euro. Legnini ha affermato che ci sono copiose risorse disponibili con gli altri sei miliardi di euro stanziati nell’ultima legge di bilancio, due miliardi di euro ancora da impegnare per le opere pubbliche con il fondo di contabilità speciale. Saranno stati altri tre programmi di opere pubbliche, uno riguardante i sotto servizi e le infrastrutture dei centri colpiti, uno riguardante gli edifici di culto con altre 1600 chiese da finanziare. Legnini ha quantificato in 10 miliardi le disponibilità finanziarie per la ricostruzione privata, quattro per la ricostruzione pubblica, un miliardo e 700 milioni di euro, il fondo complementare di sviluppo per i territori. Alberto Fattori, tecnico residente in provincia di Macerata, ha sollevato il problema che le banche non accettano più la cessione del credito per il sisma-bonus 110, quindi le imprese non potendo applicare lo sconto in fattura non firmano i contratti. Il problema ha rilevato Legnini, dipende sicuramente dal fatto che alcune banche hanno esaurito la capienza finanziaria disponibile, il rischio però è quello degli accolli sui cittadini e quindi di o di non ricostruire, oppure di ricostruire parzialmente.

 

 


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