di Matteo Malaspina
Questa mattina la comunità sikh si è unita in preghiera nel tempio a Porto Sant’Elpidio per dare l’addio a Jaghunar, il bimbo di un anno e mezzo travolto da uno scuolabus lo scorso 6 marzo.
Uniti attorno ai parenti, con il gelo nel cuore per la tragedia che ha colpito la famiglia originaria dell’India ma che abita a Casette d’Ete che, quella maledetta mattina, hanno perso il loro bimbo. Salmodie e preghiere recitate all’interno dello struttura, con la foto di Jaghunar dove una delegazione dell’amministrazione comunale elpidiense ha depositato una corona di rose bianche in segno di vicinanza.
Presente il vice sindaco Roberto Greci, il presidente del consiglio comunale Alessio Terrenzi, gli assessori Romagnoli, Bracalente, Maurizi e i consiglieri Doppieri, Mariani e Tofoni, insieme al comandante della Polizia Locale Stefano Tofoni e la responsabile dei servizi sociali Lorella Paniccià. Con i piedi scalzi e il capo coperto, gli amministratori si sono inchinati davanti al baldacchino con i simboli sacri e si sono seduti nel tempio per ascoltare lo ”shabad” intonato dal capo spirituale.
Presenti anche i genitori del piccolo insieme alla sorellina che quella mattina era nel pulmino che ha investito il fratello. La mamma in lacrime, quasi inconsolabile, immersa nel dolore.
Non erano presenti le ceneri, dopo la cremazione di martedì scorso, che sono conservate nel cimitero di Sant’Elpidio a Mare, perché la religione non consente che vengano esposte nel tempio. Ad agosto, la famiglia si recherà in India dove spargeranno i resti del loro figlio nel fiume Kali Bein a Punjab, il cuore sacro della religione sikh.
Una cerimonia semplice che segue la manifestazione d’affetto e di vicinanza che la comunità di Casette d’Ete ha riservato alla famiglia del piccolo Jaghunar due settimane fa, quando in marcia con candele e palloncini bianchi si sono recati davanti alla casa del ragazzino donando alla madre dei peluche. Perché nelle tragedie non c’è differenza di cultura o di religione e il dolore per la perdita di un ragazzino di 18 mesi ha colpito tutti indistintamente.
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