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Fusione Fermo-P.S.Giorgio, Calcinaro e Romanella: «Favorevoli ma vanno sentiti gli abitanti dei due Comuni»

FERMO/PORTO SAN GIORGIO - Il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro: «L'unificazione comporterebbe vantaggi geopolitici ed economici però la decisione non va calata dall'alto senza il parere favorevole dei cittadini». Il consigliere fermano Luciano Romanella: «Serve un referendum per capire la volontà popolare. Propongo fin da subito un consiglio comunale aperto tra i due comuni». Intanto il sindaco di Porto San Giorgio, Valerio Vesprini tace

di Alessandro Luzi

Dopo l’incontro di ieri pomeriggio alla sala Imperatori di Porto San Giorgio, l’argomento “fusione Fermo-Porto San Giorgio” è tornato alla ribalta. In realtà è da un po’ che se ne discute e i promotori ora vogliono fare sul serio, o almeno tastare con mano il clima attorno a questa idea. In realtà all’appuntamento di ieri hanno partecipato in pochi. «Non dipende dallo scarso interesse ma c’è stato un errore di comunicazione» ha poi spiegato l’unico rappresentante della politica locale presente in sala, Luciano Romanella. Infatti il tema appassiona e ne parlano sia i contrari che i favorevoli all’unione dei due Comuni. A farsi sentire oggi è stato anche Gianluigi Rocchetti, molto scettico sulla proposta lanciata dall’ex assessore Luigi Marangoni. Tuttavia, tra gli amministratori locali, risaltano le dichiarazioni del sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro: «Sono sempre stato favorevole – ha affermato – però sono consapevole che tutto ciò non può essere calato dall’alto sugli abitanti delle due città. Se fosse, prima ci deve essere una loro convinzione sulla bontà e la necessità del progetto. Due sono i vantaggi evidenti. Il primo è di natura geopolitica. Diventeremmo la città più popolosa delle Marche sud e, vista la posizione intermedia tra Macerata e Ascoli Piceno, assumeremmo un peso politico determinante nello scacchiere della Regione. L’altro invece è un beneficio prettamente economico. Oggi il Pnrr e altri fondi dimostrano che tanti finanziamenti sono destinati ai capoluoghi di Provincia o a città con più di 50mila abitanti. Fermo è riuscita a ottenere 100 milioni su dei progetti ben definiti che abbiamo presentato. Un’amministrazione di un piccolo Comune dovrebbe accordarsi con i colleghi limitrofi per partecipare a questi bandi pubblici. In questo senso, la fusione sarebbe un passo in avanti. Però deve esserci una convinzione dei cittadini, altrimenti sarebbe indigeribile. Come tante altri progetti, nascerebbe male e finirebbe peggio».

Cosa ne penserà il suo collega di Porto San Giorgio Valerio Vesprini? Non è dato saperlo. Quest’estate diversi sono stati i momenti di incontro tra i due primi cittadini. A testimoniarlo le foto apparse nei loro profili social. Certo è che nella maggioranza sangiorgese, alcuni non vedono di buon occhio l’accorpamento dei Comuni. A partire dal consigliere Emanuele Morese che nel 2017 era entrato a gamba tesa sull’argomento, definendo la possibile fusione svantaggiosa per Porto San Giorgio. Anche Fi circa sei anni fa aveva stroncato questa ipotesi. A Fermo invece sembrano spingere per il “sì” ed il consigliere Romanella è intenzionato a partecipare anche al prossimo incontro promosso da Marangoni, cioè quando si formerà il comitato “pro fusione”.  «Io non ne faccio parte e ieri sono andato lì solo per ascoltare – ha fatto sapere Romanella -. Seguirò questo percorso autonomamente in quanto il compito di un consigliere comunale di Fermo è vedere anche cosa accade in tutta la provincia. Sono favorevole a questo progetto perché il futuro deve essere il superamento dei campanilismi. Ormai i giovani quando escono la sera non dicono più in quale città vanno ma in quale locale si incontrano. Unendo Fermo e Porto San Giorgio diventeremmo il quarto comune più popoloso delle Marche e, come recita un noto proverbio, “l’unione farà la forza”. Però è chiaro che bisogna lavorarci e il percorso sarà lungo e difficoltoso. Andranno analizzate bene i pro e i contro. Tuttavia è da tanti anni che se ne parla, secondo me i tempi sono maturi per concretizzare questa idea. Servirà anche a superare tanti pregiudizi». Romanella ha poi tracciato alcuni temi da cui l’iter può partire: «Innanzitutto già si potrebbe accorpare la Solgas alla San Giorgio Energie. Poi ci sono gli aspetti infrastrutturali. Si riuscirebbe a implementare il porto e la sua strategicità, riammodernare il palazzetto per ospitare i grandi eventi, potremmo avere un peso determinante sull’allargamento della A14 e sull’arretramento della ferrovia. Avremmo anche più visibilità e organizzazione dal punto di vista turistico. Quest’estate abbiamo avuto la “Notte Rosa” e il Carnevale estivo nella stessa serata. È un’assurdità. Se passa il concetto che dobbiamo ragionare insieme su questi temi, senza alcun tipo di pregiudizi, allora siamo sulla strada giusta. Poi certo, se il problema principale è “come chiameremo la città” allora siamo alla frutta».

Non manca una stoccata del consigliere fermano alla classe politica locale: «Va aperto un ragionamento bypassando il mondo politico. Serve un lavoro di comitati e associazioni. Poi se effettivamente si vuole realizzare la fusione c’è solo il referendum che può accertare la volontà popolare. Fin da adesso propongo un consiglio comunale aperto tra Fermo e Porto San Giorgio per capire i sentimenti di tutti».

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