di Andrea Braconi
Scherzano tra loro in varie lingue, gli studenti del Liceo Linguistico di Fermo e i loro coetanei russi del Liceo 2010 di Mosca. Lo fanno giocando con i microfoni della Sala consiliare della Provincia, tra i sorrisi dei rispettivi insegnanti, della dirigente Marzia Ripani, della presidente Moira Canigola e dei funzionari dell’Ente. Un momento di confronto, l’ennesimo organizzato per celebrare i 60 della firma dei Trattati di Roma, ma anche di festa per i primi 30 anni del Linguistico “Calzecchi – Onesti”.
PER UN’EUROPA DEI POPOLI
“In questi giorni abbiamo avuto più volte il modo di incontrarci – ha affermato la Canigola, tradotta in russo da una rappresentante della delegazione straniera e omaggiata di due scatole di dolci tipici – perché siamo convinti che le istituzioni devono essere vicinissime ai ragazzi. In voi tutti riponiamo le nostre speranze per la crescita e per il futuro di una società che non deve avere confini stretti ma deve essere capace di allargarsi il più possibile. L’obiettivo da raggiungere è un’Europa come unità di Paesi e di popoli, con culture e tradizioni diverse”.
Una presenza gradita nel territorio, quella del gruppo di giovani, per un’esperienza della quale fare tesoro, anche per quanto riguarda gli studenti del liceo fermano. “Ringrazio i dirigenti e le insegnanti – ha concluso la presidente – che hanno contribuito non solo alla riuscita di questa iniziativa ma che con il loro lavoro hanno fatto grande questo Istituto”.
DAL FERMANO ALLA RUSSIA CHE CI GUARDA
“Dalla Provincia è arrivato un segnale fortissimo nei confronti del Liceo di Mosca – ha aggiunto la dirigente Marzia Ripari -, che è stato visto anche in tempo reale grazie alla pubblicazione delle loro immagini. Il Liceo di Mosca, quindi, conosce già il territorio di Fermo e ringrazio per la gentilezza dimostrata la Provincia e i tanti sindaci, come tutte le autorità incontrate in questi giorni”.
TULLI, CAPESCIOTTI E SGATTONI: TRE FIGURE CHE CI HANNO FATTO GRANDI
La Ripari ha colto l’occasione soprattutto per ricordare i trent’anni dalla nascita dell’istituto. “Il Liceo Linguistico nacque grazie all’acutezza del preside Walter Tulli e della competenza della professoressa Carla Capesciotti, docente di italiano e latino. Nell’intento di rispondere a esigenze e aspettative di natura economica, commerciale e culturale ebbero l’idea di sperimentare questo corso. Era previsto un monte ore rilevante per l’area linguistica e risultava meno preminente l’area scientifica. Negli anni ’90 la commissione Brocca istituì la nuova sperimentazione e cambiò il piano di studi del Liceo Linguistico, con l’area scientifica che iniziò ad assumere un ruolo diverso. Finché nel 2010/2011 una nuova riforma diede origine agli ordinamenti tuttora vigenti, quindi il nuovo Liceo Scientifico. La differenza sostanziale è l’assetto soprattutto nel biennio in merito all’apprendimento linguistico: in precedenze la terza lingua era scelta nel triennio, mentre oggi inizia sin dal primo anno. Fino a legge 107/2015, che continua a rilevare l’importanza dell’apprendimento linguistico. Nel 2007/2008 il Liceo celebrava il ventennio del Linguistico, ma la lingua russa entrava nel piano di studi 27 anni fa. L’apprendimento delle lingue prevede che si raggiungano obiettivi precisi, quindi il livello B2 deve essere raggiunto per prima e seconda lingua, il livello B1 per la terza. Voglio ricordare anche il dirigente Alfonso Sgattoni, venuto a mancare recentemente, che diede grande impulso al Liceo con grande passione personale e professionale”.
COSA É CAMBIATO
Numerose le innovazioni significative introdotte nel corso del tempo. “Consideriamo l’importanza dell’apprendimento legato all’identità storica, sociale e culturale europea, all’importanza che la lingua ha nei rapporti che inducono ad un apprendimento di tipo sovranazionale – ha rimarcato la Ripari -. Poi la presenza di un docente madrelingua, che garantisce un contatto diretto con la civiltà del paese straniero. Le lingue comunitarie studiate sono inglese, francese, spagnolo e tedesco, alle quali si aggiunge la lingua russa.
C’è poi l’importanza della metodologia CLIL (Content and language integrated learning), resa obbligatoria dagli ordinamenti e che vuol dire studiare una materia non linguistica in lingua straniera dal terzo anno. E le materie non linguistiche attualmente studiate in lingua sono storia, fisica, filosofia e arte.
Il patrimonio culturale del Liceo Linguistico si lega perfettamente a tradizioni, esigenze culturali, radici del nostro Paese e in particolare del territorio fermano, e quel patrimonio culturale è originato dal grande impegno e dalla voglia di innovazione che hanno sempre dimostrato i docenti e i miei predecessori.
Altre novità sono l’introduzione di un corso con il doppio diploma italiano e francese, nato da un accordo bilaterale tra Ministero italiano e francese, così come l’indirizzo potenziato sull’asse dei linguaggi, ovvero arte, latino, italiano e lingua straniera”.
UN FUTURO DI CRESCITA
Sul futuro dell’istituto, la Ripari ha le idee chiare. “Il primo obiettivo importante è rispondere all’esigenza di realizzazione professionale futura dei giovani del nostro territorio, garantendo una competenza linguistica che possa permettere un percorso universitario di qualità. Poi continuare ed intensificare la progettualità. Lo scorso anno siamo risultati vincitori dell’Erasmus Plus 2, precedentemente di progetti Comenius che hanno regalato ai nostri studenti grandi opportunità, in particolare verso Germania e Francia. Ci sono anche le certificazioni linguistiche ed il potenziamento linguistico anche nell’ambito dello Scientifico: dal prossimo anno verrà inaugurato un corso con un’ora in più di lingua inglese a cura di docenti madrelingua. Poi sempre più intensi rapporti con Paesi comunitari, come Spagna, Francia e Germania. Un’altra finalità importante è quella di aprirsi a nuove realtà europee per progetti di scambio e di cooperazione. In atto ci sono progetti di mobilità studentesca internazionale; in questo momento ospitiamo uno studente egiziano ma annualmente arrivano studenti per mobilità semestrale o annuale da Paesi non solo comunitari. E queste sono anche occasioni per l’alternanza scuola lavoro. Il mio augurio è di avere un futuro che risponda ai sogni dei nostri ragazzi”.
L’INTERESSE PER LA LINGUA ITALIANA
“Volevo ricordare – ha detto l’insegnante russa Elena Bryleva – che il nostro Liceo fa parte anche di altri progetti internazionali. Abbiamo avuto un rapporto per 15 anni con Norvegia e Francia e ora abbiamo iniziato ad utilizzarne un altro che prevede la diffusione della lingua italiana in Russia e di quella russa in Italia. Lo scorso anno due lingue erano obbligatorie nella nostra scuola, russo e inglese, ma abbiamo iniziato ad inserire anche l’italiano. Dalla scuola elementare in Russia iniziano ad insegnare la seconda lingua. Lo scopo del nostro viaggio è non solo di far vedere ai ragazzi una cultura nuova, ma anche di far nascere l’interesse verso la lingua italiana. La nostra direttrice vorrebbe che questo scambio continuasse, perché questa è solo una tappa iniziale per conoscere e capire. E per consolidare questi rapporti dal 19 al 26 aprile ospiteremo i nostri amici italiani a Mosca”.
LE VOCI DEGLI STUDENTI
Una studentessa russa ha ricordato le tappe di questo viaggio. “Durante questa visita a Monte Vidon Corrado abbiamo visitato il museo di Licini e a tutti gli studenti è piaciuto molto. Ad Amandola abbiamo avuto una conferenza tra studenti danesi, italiani e russi. A Servigliano la visita al campo di concentramento. Poi siamo stati da Loriblu, una fabbrica molto famosa in Russia, dove abbiamo potuto vedere il processo di produzione delle scarpe. Vogliamo ringraziarvi per questa grande opportunità per imparare la cultura italiana e conoscere gli italiani”.
Francesco, studente del Linguistico, ha spiegato come questa esperienza di scambio sia interessante e coinvolgente. “Ci permettere di accrescere l’interesse verso la lingua che stiamo imparando, oltre che verificare le conoscenza che abbiamo appreso. Serve anche per aprirci ad altre culture, cercando di capire come vivono gli studenti russi, con interessi e modi di fare diversi come abbiamo avuto modo di sperimentare durante questa settimana. E un altro obiettivo è quello di creare rapporti di amicizia che si spera durino negli anni”.
IL SEGRETO É INSISTERE (E CREDERCI)
“Ringrazio la nostra dirigente che ha creduto e assecondato le mie richieste in questo scambio – ha concluso l’insegnante Adelaide De Angelis -, le docenti che hanno avuto l’opportunità di conoscere il territorio e che insieme a me hanno seguito i ragazzi in queste attività, superando le differenze culturali che ci sono. Ed un grazie ai ragazzi che ci hanno sempre creduto. Mi auguro che i contatti possano essere più rafforzati”.
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