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Fermo ‘cardiosicura’: il Rotary club
dona tre defibrillatori alla città,
uno va al polo universitario

FERMO - La donazione è avvenuta nel corso di una cerimonia pubblica in piazza del Popolo cui hanno preso parte anche gli studenti di Infermieristica del corso fermano e quelli delle scuole sanitarie della Boemia Centrale in visita in questi giorni in città

Quando la tempestività e, soprattutto, un macchinario salvavita nelle immediate vicinanze possono salvare delle vite umane.
Sono stati donati alla città di Fermo dal Rotary Club di Fermo tre nuovi defibrillatori, di cui uno verrà posizionato nella sede del Polo Universitario in via Brunforte.
La donazione è avvenuta nel corso di una cerimonia pubblica in piazza del Popolo cui hanno preso parte anche gli studenti di Infermieristica del corso fermano e quelli delle scuole sanitarie della Boemia Centrale in visita in questi giorni in città.

“L’iniziativa – spiegano dal Comune – è stata presentata da Adoriano Santarelli, direttore delle Attività Didattiche Professionalizzanti del Corso di Laurea in Infermieristica di Fermo, e ha visto succedersi dalla loggia di San Rocco gli interventi del sindaco Paolo Calcinaro, del prefetto Vincenza Filippi, del governatore del Rotary Distretto 2090 Basilio Ciucci, della presidente del Rotary di Fermo Stefania Scatasta, del Rettore dell’Università Politecnica delle Marche Sauro Longhi, di Antonio Ciucani, responsabile Uos Potes 118 Area Vasta 4 di Fermo e del presidente Anmco (associazione medici cardiologi ospedalieri) e direttore dell’Uo Cardiologia Utic di Fermo Domenico Gabrielli.
Presenti anche il presidente del Corso di Laurea in Infermieristica Giampiero Macarri, il direttore del centro di formazione ‘Il Cuore dell’Univpm di Ancona’ Erica Adrario, il presidente dell’Ordine dei Medici Anna Maria Calcagni, il presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche Giampietro Beltrami, oltre a rappresentanti delle forze dell’ordine.
A illustrare il progetto Pad (Public Access Defibrillation) ‘Una Scossa per la Vita’ è stato il responsabile Paolo Signore. Nel corso della presentazione è stato ricordato che l’arresto cardiaco è una patologia che nelle Marche colpisce circa 1.000 abitanti ogni anno ed è causata per l’80% da aritmie cardiache (fibrillazione ventricolare e tachicardia ventricolare) che possono essere riconosciute da un Defibrillatore Semiautomatico (Dae) ed interrotte dalla conseguente defibrillazione elettrica.
La normativa italiana stabilisce che tutti i cittadini italiani possono essere addestrati alla Rianimazione cardiopolmonare e all’uso del defibrillatore in ambito extraospedaliero. Unico sistema per salvare molte vite umane.
In 20 minuti deve arrivare il personale della Potes, ma la morte celebrale diventa irreversibile dopo 10 minuti. Per questo l’intervento tempestivo di cittadini addestrati può salvare la vita di molte persone

La possibilità che si verifichino degli arresti cardiaci improvvisi non è certo remota: due studentesse di Infermieristica nel giro di pochi mesi si sono trovate a intervenire per far fronte a due arresti cardiaci e una di queste, Valentina Borraccini, ha presentato la sua esperienza.
Nella seconda parte della presentazione si è assistito alla dimostrazione dell’uso di un defibrillatore da parte del laureando in infermieristica, Antonio di Carmine con Alfredo Properzi, collaboratore del dottor Signore, che ha descritto le fasi del processo di rianimazione cardiopolmonare”.


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