di Paolo Bartolomei
FERMO – Va premesso subito, come tiene a sottolineare Manilio Grandoni, papà di Alan, che questa non vuole essere una critica verso alcun soggetto in particolare, né nei confronti della società Fermana Football club (gestore e utilizzatore dello’impianto in questione) la quale anzi “è stata sempre molto disponibile e vicina alle nostre esigenze – dice Manilio – e non c’è nessuna volontà di attaccare nemmeno l’attuale amministrazione comunale perché il problema viene da lontano, da anni addietro“.
Alan Grandoni con la coppa della promozione della Fermana in serie C nel 2017
Lo stadio di Fermo è perfettamente a norma e omologato per la serie C, ma è evidente che essere a norma per i parametri (“Criteri Infrastrutturali” si chiamano) della Lega Pro non significa rispettare a pieno le esigenze degli spettatori più fragili come i disabili in carrozzina.
Il problema fino a pochi anni fa c’era addirittura anche a San Siro, se ne occupò più volte anche la trasmissione tv “Striscia la Notizia” finché non fu risolto, non per sminuire il caso di Fermo, ma per far capire che si tratta purtroppo di situazioni generalizzate in tutto il mondo del calcio.
I criteri infrastrutturali richiedono per i disabili accesso dedicato e un numero minimo di posti, sia per osservare la partite, sia nei servizi igienici, percorsi dedicati e spazio per gli accompagnatori. Lo stadio di Fermo da questo punto di vista sembra che rispetti in pieno le prescrizioni minime, però la Lega Pro non pensa a richiedere un livello minimo più elevato di comodità e visibilità.
Visuale per i disabili dal posto sotto alla curva ovest: quella panchina che si vede davanti, oltre la vetrata, durante le partite è piena di personale di servizio autorizzato che però copre la visuale
Scendendo nel concreto, a Fermo oggi i disabili in carrozzina vengono posizionati a livello terra, dietro la separazione interna tribune/campo che è di vetro, che però spesso è coperta (da altre persone di servizio a bordo campo, da tabelloni pubblicitari) oppure sporca: basta un po’ di pioggia per appannare i vetri.
Quando nel 1999 lo stadio subì l’ampia ristrutturazione per la serie B, la precedente recinzione metallica di separazione interna, nonostante fosse a norma per la serie cadetta, fu sostituita con la più elegante vetrata antisfondamento proprio per rendere possibile la visibilità della partita anche ai posti più in basso, in quanto si stabilì di costruire le due tribune laterali e anche le due curve con i gradoni che partono da livello terra anziché da una certa altezza.
Lo scopo di fatto non è stato raggiunto perché, per le ragioni sopra indicate, attraverso le vetrate di partita se ne vede ben poca e nelle file più basse non si siede mai nessuno, salvo gli ultimi arrivati in caso di rari pienoni. Eppure proprio quello è il posto riservato ai disabili, nel pieno rispetto delle prescrizioni e dei “criteri infrastrutturali”, posizione che in alcuni casi è esposta anche alla pioggia.
“Tutto vero – ammette il sindaco Paolo Calcinaro interpellato ieri, subito dopo lo sfogo sui social di Alan Grandoni – basterebbe una pedana rialzata, anche di quelle rimovibili utilizzate ad esempio per il Palio, per far stare i disabili di poco sopra alla recinzione in vetro e avere la visuale della partita totalmente libera, pedana dotata magari di una tettoia per riparare anche dal sole e dalla pioggia“.
Il commento del sindaco al post di Alan Grandoni
Poi il sindaco lancia una frecciata alla Lega, che ha reso obbligatorie spese non certo prioritarie (in serie C) come i nuovi seggiolini con lo schienale e la nuova illuminazione del campo ancora più intensa, mentre non prende in considerazione un problema come questo, venendo incontro ai comuni e/o alle società di calcio: “Aspetto giustissimo: dovrebbe far riflettere anche la Lega, invece di far spendere ai comuni centinaia di migliaia di euro per cose pressoché inutili come recinzioni, illuminazione da Europa League o telecamere da penitenziario, dovrebbe permetterci o addirittura sostenere questi tipi di spese“.
Una soluzione alternativa alla pedana rialzata è la eliminazione della recinzione interna (vetrate) in corrispondenza della tribuna centrale, e magari anche delle due laterali (lasciandola per le due curve che sono più alte), in molti stadi lo stanno facendo, ma per decidere questo serve il coinvolgimento delle forze dell’ordine e di altri soggetti istituzionali, quindi la procedura sarebbe lunga.
Oppure installare un ascensore e permettere l’accesso dei disabili nella parte alta di una delle tribune (o quelle lato viale Trento o quella sud lato Castiglionese): al “Riviera delle Palme” di San Benedetto (serie C come Fermo) pochi anni fa un ascensore lo hanno messo, Fermo invece è… ferma.
Fotogallery
Nei campionati dilettantistici era possibile per i disabili posizionarsi a bordo campo. Con il ritorno della Fermana in serie C, per giuste ragioni di sicurezza, non è più consentito ed è obbligatorio posizionarsi dietro la separazione interna
Lo spazio nel parterre tra la tribuna laterale e la separazione interna che in alcuni stadi è stata eliminata
Il posto per disabili sotto alla curva ovest è esposto anche alla pioggia
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