di Giorgio Fedeli
“Siamo soddisfatti dell’esito dell’Appello che ha ridotto la pena per il mio assistito a un anno e otto mesi di reclusione e a 600 euro di multa”. Con queste parole, l’avvocato Simone Matraxia commenta la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Ancona sul suo assistito, il 40enne di origini nigeriane che il 3 ottobre del 2019 ha seminato il panico a Fermo brandendo una roncola.
“Già in primo grado era stato escluso il tentato omicidio. E questo era stato un primo motivo di soddisfazione a cui si aggiunge, oggi, quello della riduzione della pena, che passa da due anni e due mesi a un anno e otto mesi, appunto” conclude l’avvocato Matraxia sul suo assistito, imputato per una serie di reati, tra cui il tentato delitto, la resistenza a pubblico ufficiale e le lesioni.
Il suo assistito, infatti, in quel pomeriggio di inizio ottobre 2019, aveva seminato il panico per quasi tre ore a Fermo aggirandosi tra le auto in viale Trento brandendo quella roncola. Ne era scaturita una caccia all’uomo delle forze dell’ordine, da viale Trento a via Respighi e via Reputolo, e da lì nelle colline tra Fermo e la costa, con la Polizia a bloccarlo lungo la statale Adriatica, a Lido di Fermo. L’uomo aveva anche opposto resistenza, scagliandosi contro gli agenti ma questi erano riusciti ad atterrarlo e disarmarlo, non senza però riportare delle lesioni, seppur di lieve entità. Da lì le manette e l’arresto. Un fatto che, oltre che a scuotere l’opinione pubblica, era balzato agli onori delle cronache nazionali con una girandola di commenti, tra destra e sinistra, a cui si era ‘unito’ anche il leader della Lega, Matteo Salvini. Si tratta, dicevamo, di un nigeriano, oggi 40enne, senza fissa dimora e destinatario di provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale ai quali non aveva mai ottemperato. Ma quell’uomo, dopo il carcere, è tornato in libertà e ha continuato a far parlare di sé anche a fine marzo, certo non per un fatto così eclatante come quello che lo ha visto ‘protagonista’ nel 2019, ma che di certo ha riacceso nella memoria del Fermano quei fatti dell’ottobre di due anni fa. L’uomo, infatti, è riapparso in un casolare a Porto Sant’Elpidio. Bloccato dalla Polizia, è stato accompagnato dagli agenti della Questura in un Centro di Permanenza per il Rimpatrio in Nigeria.
“Al termine del procedimento penale, lo straniero, clandestino sul territorio nazionale e già destinatario di alcuni decreti di espulsione – la ricostruzione della Questura in occasione del suo Rimpatrio – era stato condannato alla pena di due anni e due mesi di reclusione, in parte scontati presso il carcere di Ancona. All’inizio di ottobre 2020 è stato dimesso dal carcere con la prescrizione del giudice del divieto di ritorno nel comune di Fermo. Per qualche tempo, trascorso dall’uomo nel capoluogo pugliese, si erano perse le sue tracce fino a febbraio quando la sua presenza presso il cimitero di Fermo, luogo abituale dove in passato era solito chiedere la questua, è stata segnalata da alcuni cittadini. Il timore che lo straniero potesse commettere atti di violenza analoghi a quelli dell’inizio di ottobre 2019 aveva costretto alcune persone ad evitare quel luogo sacro, generando un forte senso di paura ed insicurezza. Altre segnalazioni – spiegano nel dettaglio dalla Questura di Fermo – lo indicavano come frequentatore degli ingressi di supermercati di Fermo e dei Comuni limitrofi ma, quando la Volante arrivava nel luogo, lo straniero senza fissa dimora e certamente consapevole della irregolarità della sua presenza, si era già allontanato”.
Ma le ricerche dell’uomo condotta dalle Volanti, da personale dell’Ufficio Immigrazione e della Squadra Mobile si sono concluse nel pomeriggio del 24 marzo scorso sulla costa fermana.
“I poliziotti della Volante, nel corso di un controllo presso un casolare abbandonato e diroccato sulla costa fermana, hanno, infatti, rintracciato lo straniero, privo di documenti di identità, e lo hanno accompagnato in Questura presso la quale, dopo essere stato foto-segnalato, è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per la violazione dell’ordine del Questore di lasciare l’Italia e del provvedimento giudiziario di divieto di ritorno nel comune di Fermo.
Immediatamente – i dettagli della Questura – si è attivato il personale dell’Ufficio Immigrazione che ha proceduto a notificargli il decreto di espulsione del Prefetto e l’ordine del Questore di abbandonare il territorio nazionale e ha attivato le procedure per il suo rimpatrio nel Paese di origine. Infatti, appena avuta la disponibilità del posto, nella prima sera lo straniero è stato accompagnato dagli uomini della Questura presso un Centro di Permanenza per il Rimpatrio del nord Italia dal quale verrà successivamente trasportato in Nigeria”.
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