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Fusione Fermo/P.S.Giorgio, Basili: «Partiamo con i servizi. Si chieda anche uno studio di fattibilità»

UNIONE - «Dalla fusione verrà fuori un unico ente con più di 50.000 abitanti. Sarà il quarto ente delle Marche, ottenendo contributi dalla Comunità Europea, dal Governo e dalla Regione. Sarà un ente che potrà rispettare con più tranquillità, secondo la mia opinione, i parametri del Patto di Stabilità, che ritorneranno stringenti a partire da quest'anno»

Gabriele Basili

«L’aspetto positivo è che sul tema si è aperto un dibattito, che, spero, sia costruttivo per il bene del territorio». A parlare è Gabriele Basili, esponente del comitato per l’unione tra Fermo e Porto San Giorgio.
«Ho letto su Cronache Fermane – continua il sangiorgese Basili – le interviste di alcuni esponenti del mondo imprenditoriale, Tomassini (Cna), Totò (Confartigianato), con i quali mi sono sentito telefonicamente, a tal proposito, sul tema. Ho ascoltato con interesse la videointervista ai due sindaci, Calcinaro e Vesprini e ho letto le interviste ad altri esponenti del mondo politico e imprenditoriale dei due Comuni. Come ho detto in diverse altre occasioni, la fusione – puntualizza Basili – non deve essere “a freddo”, come si dice oggi, cioè calata dall’alto. Ma i cittadini, le imprese, le diverse associazioni di categorie che operano sul territorio devono esserne partecipi. Sono loro, i cittadini, che, in ultima analisi devono prendere una decisione. La decisione si deve fondare su elementi qualificati, precisi, non di stantìo campanilismo. Si può iniziare, ad esempio, da una gestione associata di alcuni servizi: la Polizia municipale, la raccolta differenziata, le politiche del turismo e del commercio, per fare alcuni esempi. Vediamo, quindi, se ci può essere un reale beneficio per la collettività».
«Credo che sia opportuno – continua l’esponente del comitato – anche far fare un serio ed approfondito studio di fattibilità ad un ente competente ed indipendente, l’Università Politecnica delle Marche ad esempio, che metta sul piatto della bilancia tutti i costi e tutti i benefici di questa operazione.  In base a tutti questi elementi i cittadini, le attività imprenditoriali e commerciali, le varie associazioni di categoria e no-profit delle due città avranno elementi per giudicare se questa operazione convenga ad entrambe le città ed ai cittadini.
Ricordiamoci, inoltre, che dalla fusione verrà fuori un unico ente con più di 50.000 abitanti. Sarà il quarto ente delle Marche, ottenendo contributi dalla Comunità Europea, dal Governo e dalla Regione. Sarà un ente che potrà rispettare con più tranquillità, secondo la mia opinione, i parametri del Patto di Stabilità, che ritorneranno stringenti a partire da quest’anno».

Fermo

Porto San Giorgio (foto Cristiano Ninonà)


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