di Giorgio Fedeli e Paolo Paoletti
“Non siamo soliti parlare davanti alla stampa. Conosco la coppia da quando è arriva in Italia. Dopo tutto quello che hanno vissuto e subìto non doveva finire così”. Inizia così la conferenza stampa, nel primo pomeriggio di oggi, convocata dal legale di Emmanuel e Chinyere Letizia Astorri e affiancata da Igor Giostra rappresentate legale della Fondazione in Caritas Veritate di cui Don Vinicio Albanesi è presidente.
“Quale difensore della signora Chinyere, vedova di Emmanuel – ha spiegato la Astorri – tengo a premettere che la dinamica dei fatti è ancora tutta da dimostrare, tuttavia per la tipologia e per l’entità delle lesioni riscontrate sul corpo della vittima si ritiene che difficilmente si possa parlare di legittima difesa in capo a Mancini, in quanto i colpi inferti su Emmanuel sono stati tali da far presumibilmente intendere che Mancini abbia deliberatamente colpito lo stesso, senza escludere che ove sia provato che il palo sia stato lanciato contro il povero nigeriano da Mancini, possa essere integrata l’intenzione di uccidere. Quanto riscontrato sul corpo di Mancini, contusioni e lievi abrasioni, dimostra solamente che Emmanuel e la moglie hanno tentato di difendersi come potevano, ma non hanno causato alcun grave danno all’aggressore visto che quest’ultimo non è stato neanche ricoverato in ospedale. Non si può assolutamente trascurare la differenza corporea tra i due uomini e la presenza di un compagno di Mancini sul luogo dell’aggressione, circostanza che metteva ancora di più in difficoltà un uomo di corporatura medio-piccola e di circa 70 chili di peso, Emmanuel, e una donna, Chinyere, che per difendere il marito nella colluttazione ha usato una scarpa, per altro senza tacco, trattandosi di una ballerina”.
Avvocato Astorri che ha aggiunto:”I fatti certi sono che l’aggressore ha deliberatamente provocato la coppia con frasi denigratorie e razziali, ne è nata una colluttazione a seguito della quale il nigeriano ha perso la vita. Poi, che l’aggressione verbale da parte di Mancini sia conseguenza di una cultura, o più esattamente incultura razzista, non vi è dubbio ma non può essere né tollerata né giustificata. Sembrerebbe per altro da notizie di cronaca che Mancini non sia nuovo a atteggiamenti offensivi e ingiuriosi. Comunque i processi si fanno nelle aule di tribunale e non in televisione o sui giornali, e questo principio deve essere la stella polare che guida il comportamento di tutti i legali coinvolti nella vicenda. Rinnoviamo pertanto la piena fiducia nella magistratura inquirente che si arrivi in tempi brevi a una definizione della vicenda processuale al fine di ricostruire la verità dei fatti. Per tale motivo si auspica che intorno a questa triste storia possa ritornare la necessaria serenità e pacatezza di tonni affinché si ricostruisca anche nel tessuto sociale un clima di coesione e tranquillità”
Igor Giostra è stato presente ieri all’autopsia e racconta: “Ci sono nel corpo di Emmanuel segni ecchimotici su una gamba che attestano ferite da colpo, ci sono anche segni di compressione su polsi, un colpo inferto al volto ed un colpo a livello occipitale che ha provocato una frattura del cranio. La situazione di morte è imputabile a queste lesioni al volto. Non si può sapere quale delle due sia stata a causare l’emorragia interna e quale sia accaduta prima o dopo, questo fino a che non sarà depositata l’autopsia. Rimane il fatto che queste lesioni sono compatibili con la morte violenta”.
Parlando del pugno, Igor Giostra spiega: “Un colpo di questo tipo può aver riverberato conseguenze nelle parti molli del cranio ed aver dato inizio all’emorragia. La testa ha subito un danno esterno rilevabile a livello ecchimotico e sotto vi è una frattura compatibile con caduta o con un oggetto contundente”. Dunque la domanda a cui l’autopsia dovrà rispondere è: potrebbe essere stato il pugno a causare l’inizio dell’emorragia? La frattura a livello occipitale da cosa è stata causata, dalla caduta a terra ed il colpo contro il marciapiede o da un corpo contundente? Giostra e Astorri che sono certi: “Un pugno può provocare un’emorragia sarà ora l’autopsia a stabilire cosa è successo”.
“Tutto da dimostrare – aggiungono Giostra e Astorri – il gravissimo ematoma riportato da Mancini. E’ stato fatto ieri questo esame ad Ascoli, siamo in sede istruttoria, abbiamo già scritto che ci sono stati momenti concitati”. Quello che è certo è che Mancini:“Non è stato refertato e neanche portato in ospedale”.
In merito alle versioni fornite dai testimoni l’avvocato Astorri aggiunge: “Ci riserviamo di fare una valutazione in corso d’istruttoria dipartimentale sui testimoni. E’ tutto da verificare. Un altro dato incontrovertibile il fatto che Emmanuel sia arrivato al pronto soccorso già in coma, con tutto che hanno cercato di rianimarlo, dal pronto soccorso è stato portato direttamente in camera di rianimazione e questo sta solo ad avvalorare quello che diceva il collega”.
Una puntualizzazione dell’avvocato Astorri a fine conferenza: “E’ giusto che la magistratura faccia il suo corso nel rispetto della verità dei fatti che non devono essere inquinati, all’esito delle indagini verrà fatta la verità. Il nostro richiamo alla pacatezza non va a cambiare la gravità dei fatti che proprio per questo richiedono silenzio. Da un fatto che poteva diventare un semplice diverbio ne è scaturito un decesso. Perciò necessita il rispetto del segreto istruttorio”
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