Bioresistenze racconta un’agricoltura che, quotidianamente, s’impegna per la difesa del suolo, inteso come bene comune. Un documentario che mostra l’impegno di aziende e cooperative agricole che con il loro lavoro rispettano l’ambiente, curano e disegnano il paesaggio, costruiscono comunità attorno a loro, promuovono inclusione sociale. Esperienze agricole che coltivano terre confiscate alle mafie, aziende che fanno antimafia. Sabato 11 marzo, alle ore 17,30, “Bioresistenze – testimoni di un impegno” verrà presentato a Smerillo, nella sala degli Artisti. Il documentario è ideato e curato da Guido Turus, presente al convegno.
I protagonisti di Bioresistenze sono agricoltori ed esperti degli argomenti affrontati che raccontano, coralmente, le sfide e le implicazioni che l’agricoltura si trova ad affrontare. Per realizzarlo sono stati percorsi poco meno di 30.000 chilometri attraverso l’Italia, per dimostrare che le esperienze agricole impegnate nella costruzione del futuro sono molte, eterogenee e diffuse sul territorio nazionale.
Più di quaranta le imprese espressione di agricolture diverse, dimostrazione di questioni sociali ed ambientali a volte diverse, a volte simili a seconda dei territori incrociati. Tale eterogeneità è però tenuta assieme da un minimo comun denominatore: l’impegno, la perseveranza, il coraggio di interrogarsi sulle scelte da fare per migliorare.
Il viaggio, che costruisce il sistema scheletrico del documentario, si articola attorno a questioni civili, perno di discussioni che si scoprono sovrapposte a molte più tipicamente sociali: l’accesso al cibo, la cura dell’ambiente, l’inclusione sociale, il superamento delle cause di emarginazione.
Bioresistenze disegna un’agricoltura che, pur formalmente diversa da volontariato, persegue obiettivi comuni a quelli dell’impegno sociale organizzato, delineando opportunità di crescita, strade da percorrere, sinergie tra differenti attori di un territorio per costruire giustizia.
Il legame presente tra agricoltura e società d’altronde emerge in molteplici e differenti momenti della storia civile del nostro Paese, ne sono un esempio i canti delle mondine e le vicende di Portella della Ginestra, entrambi momenti evocati in Bioresistenze.
Bioresistenze non racconta un tipo di agricoltura, non sostiene una tipologia o un marchio per costruire un mondo migliore ma concentra l’interesse sul lavoro agricolo, frutto di una scelta e di un’assunzione di responsabilità nei confronti del presente e del futuro di tutti.
Un’agricoltura a difesa del territorio, del paesaggio, della tradizione e delle comunità, di cui parleranno, insieme a Guido Turus, autore del documentario, Roberto Ferretti e Lando Siliquini, del Laboratorio Piceno della Dieta Mediterranea.
Introduce e modera il convegno il sindaco Antonio Vallesi, anche nella veste di agronomo, agricoltore e appassionato di tematiche legate ad agricoltura e tutela del territorio. “Siamo onorati – dichiara Vallesi – di poter ospitare a Smerillo un convegno così importante e proiettare questo documentario, che ci permette di affrontare tematiche di grande interesse. Smerillo, il più piccolo Comune del Fermano, emerge per le sue proposte raffinate ed esclusive”.
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