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Il sangue, una risorsa sempre più preziosa: le innovazioni tra paziente e costi (VIDEO)

SANITÀ - Presentata l'iniziativa organizzata dall'Unità Operativa Complessa Centro Trasfusionale dell'Ospedale “Murri” che si terrà lunedì 11 dicembre al teatro di Porto San Giorgio

di Andrea Braconi

Una grande gioco di squadra, per dare forma ad un momento di conoscenza e di confronto sulle novità in ambito trasfusionale. Lo hanno annunciato all’unisono Giuseppina Siracusa, direttore dell’Unità Operativa Complessa Centro Trasfusionale dell’Ospedale “Murri” di Fermo, e la dirigente Lucia Pennacchietti che dell’evento in programma lunedì prossimo a Porto San Giorgio è stato il vero motore.

“La dottoressa Pennacchietti è giovane ma molto motivata ed operativa – ha spiegato la Siracusa – ed è lei che ha reso possibile tutto, con un lavoro certosino dietro le quinte”. Un lavoro che, il prossimo 11 dicembre a partire dalle ore 16 al teatro cittadino, permetterà agli operatori del sistema sanitario fermano e non solo di apprendere nozioni sul cosiddetto Patient Blood Management e sulla campagna “The Only One” promossa dal Centro Nazionale Sangue.

“Sono molto soddisfatta di questo convegno – ha aggiunto la Siracusa – che vedrà la presenza di persone molto qualificate del Centro Nazionale Sangue ed altri ancora che ci verranno a portare la loro testimonianza. Ricordo che il Centro controlla non solo l’attività di raccolta ma anche i consumi e quindi gli sprechi. Sarà, insomma, una bella occasione per dare un input anche ai colleghi dell’ospedale di Fermo che ho invitato a partecipare; un’occasione dalla quale potranno derivare tanti stimoli per una riflessione e la messa in campo di protocolli”.

“Non si tratta di applicare in modo sterile una normativa – ha rimarcato la Pennacchietti – ma di comprendere il reale beneficio per i nostri pazienti. Studi americani hanno definito il Pbm una delle 10 opportunità trascurate da parte dei sistemi sanitari ma che, invece, potrebbe essere d’aiuto nel contenere le spese di un 10-20%, oltre che essere uno strumento efficace per utilizzare il bene sangue, una risorsa molto preziosa ma anche limitata. Per ogni trasfusione, quindi, c’è un decisione clinica ragionata ed è sempre importante valutare bene. Appropriatezza, efficienza ed efficacia sono i tre pilastri che utilizziamo per fare una buona medicina. Qui c’è la novità nella valutazione preliminare del paziente che deve essere sottoposto ad intervento chirurgico e programmato, con fattori di rischio da valutare ma anche da correggere. Ad esempio l’anemia è un fattore di rischio da non trascurare e da sanare prima. Sono diverse le figure mediche coinvolte, proprio perché la multidisciplinarietà è la parola chiave”.

“Riprendendo l’esempio della dottoressa Pennacchietti – ha aggiunto la Siracusa – l’anemia la possiamo correggere con ferro, vitamina b12 e farmaci, per portare il paziente nelle migliori condizioni possibili all’intervento. Tutto questo in un’ottica di maggiore sicurezza, con la scelta della terapia giusta al momento giusto. Solo lavorando prima possiamo portarlo nelle migliori condizioni possibili”.

“Oggi parliamo di sangue – ha ribadito Licio Livini, direttore dell’Area Vasta 4 – ed il sangue in questo caso fa rete e fa sistema, permettendoci di lavorare in un sistema ordinato ed organizzato. L’evento di Porto San Giorgio va a puntualizzare le strategie multidisciplinari di fronte alle trasfusioni, al fine di evitare alcuni rischi, e pertanto si va a ragionare su scelte cliniche appropriate. Questo ci consente anche di contenere il costo garantendo un’elevata qualità del servizio ed è un percorso che cerchiamo di sviluppare con tutti gli altri settori sanitari. Stiamo passando da una sanità e da un approccio di tipo prestazionale ad un sistema di tipo manageriale; occorre, quindi, mettere in campo una strategia di questo tipo coinvolgendo altre professionalità e servizi per dare una risposta appropriata e con costi più contenuti”.

“Il sangue a livello normativo è considerato un farmaco – ha concluso la direttrice dell’unità operativa – e come tutti i farmaci può avere reazioni avverse. La stessa trasfusione è un atto terapeutico. Riguardo alle donazioni, a fine anno avremo oltre 7000 unità di sangue intero raccolte, con un recuperato del deficit iniziale dei primi 4 mesi, anche a causa del terremoto. A maggio, infatti, erano 300 le unità raccolte. Siamo in linea con gli obiettivi della Regione e, a cascata, del dipartimento. Fermo, quindi, ha assolto in maniera ineccepibile il suo compito anche nella raccolta di plasma. Inoltre, da una prima verifica, che completerò a gennaio, posso affermare che non abbiamo sprechi e che il rapporto tra unità assegnate e trasposte è abbastanza buono”.


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