Giusto un anno. Tanto è passato da quella mattinata del 17 luglio 2018 quando a Fermo è arrivato il ministro dell’Interno Matteo Salvini che in tre tappe in rapida successione ha inaugurato formalmente la nuova questura di Fermo (leggi l’articolo) e i comandi provinciali di carabinieri (leggi l’articolo) e guardia di finanza (leggi l’articolo). Un anno nel corso del quale la spinta dei nuovi presidi delle forze dell’ordine si è fatta sentire.
Ma, inutile negarlo, il territorio attende che i nuovi presidi arrivino a operare a pieno regime. Cosa significa? Semplice: questura e comandi provinciali con dotazioni organiche degne di questo nome.
Non è un mistero, ad esempio, che le sigle sindacali della polizia da tempo premano per avere il personale che manca alla questura di Fermo per definirsi tale. Stesso dicasi per carabinieri e guardia di finanza, anche se in questi casi la richiesta non è stata mai così plateale. Intanto però, doveroso sottolinearlo, nonostante le carenze di personale, i servizi legati ai nuovi comandi sono tutti attivi.
E l’anno trascorso ha dato la possibilità a polizia, carabinieri e guardia di finanza di celebrare i rispettivi anniversari nelle sedi provinciali e nella nuova questura, con le celebrazioni capeggiate dal questore Luciano Soricelli, dal comandante provinciale dell’Arma, il tenente colonnello Antonio Marinucci e dal comandante provinciale della guardia di finanza, il colonnello Domenico Rizzo che proprio in questi giorni ha passato il testimone al suo successore Antonio Regina. Un anno di numeri e dati che la dicono lunga sull’attività delle forze dell’ordine fermane.
Il 10 aprile scorso, nel celebrare i 167 anni della fondazione della Polizia di Stato, il questore Luciano Soricelli ha snocciolato i dati dei suoi agenti in 356 giorni di lavoro (leggi l’articolo). Il 5 giugno, invece, è stato il giorno dei carabinieri (leggi l’articolo) per il 205esimo anniversario della fondazione dell’Arma mentre il 25 giugno spazio alla guardia di finanza per il 245esimo anniversario (leggi l’articolo), giornata in cui il primo comandante provinciale di Fermo, il colonnello Rizzo ha dato l’addio al Fermano cedendo, di fatto, il testimone al suo successore Regina. Momenti solenni, tutti presenziati dal nuovo prefetto di Fermo, Vincenza Filippi, arrivata ‘ufficialmente’ a Fermo, con la presentazione agli organi di stampa, lo scorso primo aprile (leggi l’articolo) e che lo scorso 2 giugno, in occasione della festa della Repubblica ha annunciato di avere un obiettivo: il rafforzamento, in termini di organico, della prefettura (leggi l’articolo). La Filippi, in un ufficio territoriale di Governo da sempre ‘rosa’ per il Fermano, è succeduta a Maria Luisa D’Alessandro, colei che ha tenuto a battesimo, insieme al vicepremier Salvini, al capo della polizia Gabrielli e ai generali di carabinieri, Nistri, e della Finanza, Toschi, proprio l’inaugurazione di questura e provinciali dell’Arma e delle Fiamme gialle (leggi l’articolo).
Ora, dunque, per completare il puzzle provinciale in divisa manca solo l’inaugurazione ufficiale del comando provinciale dei vigili del fuoco che, però, è ormai solo una questione di tempo, di date. A Fermo si è infatti insediato il nuovo comandante provinciale, l’ingegner Paolo Fazzini (leggi l’articolo). La prefettura sta lavorando proprio sulla tempistica e il vicepremier Salvini, quel 17 luglio di un anno fa, ha promesso che sarebbe tornato a Fermo proprio per il taglio del nastro dei pompieri provinciali
Nell’anno dei ‘provinciali delle Fiamme gialle e Carabinieri, e della questura’ c’è stato anche il cambio al vertice al Circomare con l’arrivo, il 31 maggio scorso, del tenente di vascello Simona Gentile (leggi l’articolo), alla guida dell’ufficio circondariale marittimo, che ha raccolto il testimone del suo parigrado Ciro Petrunelli. Gli ‘storici’ e i ‘cabalistici’ sono ancora al lavoro per capire a chi accreditare il merito, politico, dell’istituzione della questura e dei nuovi comandi di Arma e Fiamme gialle in un anno che, però, ha dovuto registrare anche la chiusura della Camera di Commercio di Fermo (leggi l’articolo) con la costituzione dell’ente camerale unico per tutte le Marche.
Insomma chi si pregia dei meriti e delle inaugurazioni è disposto ad accollarsi anche gli oneri di chiusure e addii, in un anno zero per il Fermano? Tant’è, forti dei nuovi presidi, forse meglio guardare avanti e rafforzare l’attuale assetto istituzionale fermano. D’altronde tutte le sue più alte cariche, indubbiamente, remano tutte nella stessa direzione. Non resta che attendere, e come territorio, unirsi alla voce comune di chi rivendica per il Fermano quello che al Fermano spetta di diritto.
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