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Il grido di Confartigianato e Cna: “Riaprire subito parrucchieri ed estetiste, le chiusure alimentano solo l’abusivismo”

APPELLO - E' stata anche lanciata una petizione sulla piattaforma change.org proprio per sostenere la richiesta di riapertura delle imprese di acconciatura ed estetica anche nelle zone rosse

Le attività del comparto Benessere sono in forte agitazione e le serrande abbassate in zona rossa stanno complicando una situazione già drammatica. Le associazioni di categoria da tempo denunciano un vivace giro di illegalità che stride con gli ingenti danni economici subiti da chi rispetta la legge. Restando chiuso e pagando così il prezzo più alto. 

Per questo Confartigianato Imprese Macerata- Ascoli Piceno -Fermo e Cna Macerata, Fermo, Ascoli  si fanno megafono delle istanze proposte dai loro segretari regionali, Giorgio Cippitelli (Confartigianato) e Otello Gregorini (Cna). I quali, in una lettera congiunta ai parlamentari marchigiani, al presidente della Regione Francesco Acquaroli e al Prefetto di Ancona Antonio D’Acunto, hanno presentato una serie di considerazioni sul grave momento vissuto dalla categoria. Le associazioni di categoria stanno raccogliendo, ormai da mesi, lo sfogo disperato di un numero sempre più elevato di imprenditrici del settore, stremate dal prolungarsi di una situazione oggettivamente insostenibile. Da più parti prende piede la volontà di organizzare proteste organizzate.

I giudizi sono riportati sul territorio da Daniele Zucchini, Presidente regionale del settore Benessere di Confartigianato, Eleonora D’Angelantonio, Responsabile settore Benessere Confartigianato Imprese Macerata- Ascoli Piceno –Fermo, da Federica Carosi, Responsabile Cna Benessere Macerata, Laura De Simone, Presidente Cna Estetica Ascoli Piceno, e Michela Biancucci, portavoce Acconciatori Cna Fermo.

Perlita Vallasciani Presidente Cna Benessere e Sanità Cna Marche e Michela Biancucci Portavoce Acconciatori Cna Fermo

Tutti i nostri ragionamenti – spiegano – partono da una considerazione inconfutabile: le attività dell’estetica e dell’acconciatura seguono pedissequamente ogni punto riportato nei protocolli di sicurezza. Già dal maggio 2020. Tali protocolli sono stringenti e dettagliati e vengono rispettati con rigore: ricordiamo che era stata anche effettuata una simulazione sulla loro applicazione prima delle riaperture, e tale ulteriore garanzia aveva confermato l’efficacia delle misure che si stavano per adottare. E che sono state applicate da lì in avanti. Abbiamo quindi ripreso il via in tutta sicurezza e nell’interesse di clienti ed operatori stessi”. Tali norme igienico-sanitarie, ritenute tutt’ora efficaci, “sono basate su una gestione dei clienti su appuntamento, in rapporto uno a uno, con la riduzione massima di rischi di diffusione del virus. Evitiamo in tale modo ogni forma di assembramento. Inoltre, la completa sterilizzazione dei luoghi e degli strumenti utilizzati è un ulteriore richiamo alla sicurezza. In sostanza – ammettono – viene assicurata l’impossibilità di diffusione del Covid-19 dentro le nostre attività”. 

L’introduzione di nuovi presidi igienico-sanitari, però, si è tradotta in costi onerosi per le aziende, che tra gel, igienizzanti o contenitori isolanti si trovano a dover sborsare fra i 500 e 1.000 euro al mese. “Tali spese non sono state assorbite da aiuti. Per questi oneri non è stato previsto alcun indennizzo – il rammarico -, tanto che gli imprenditori hanno cercato di investire di tasca propria piuttosto che alzare i prezzi dei listini. Le attività di servizio alla persona hanno registrato nel 2020 perdite medie intorno al 25% del fatturato: quindi si vedrebbero escluse addirittura dagli attuali meccanismi di ristoro. Per questo è necessario intervenire con contributi immediati, per coprire i costi fissi e i mancati incassi dovuti al non poter lavorare”. Le associazioni stanno al contempo assistendo ad un “grave fatto”, visto che i provvedimenti “hanno favorito una pericolosa e dilagante offerta irregolare. Le chiusure stanno allora andando in direzione opposta: amplificano il rischio piuttosto che diminuirlo”.

 

Confartigianato e Cna chiedono un intervento forte ed urgente al Ministero competente, capace di invertire la rotta e “introdurre nel prossimo Dpcm un correttivo per consentire lo svolgimento delle attività di acconciatura ed estetica anche in zona rossa: l’attuale limitazione è ingiustificata, non essendoci evidente scientifiche di pericoli. Auspichiamo inoltre un adeguato controllo delle attività, convinti dell’assoluta necessità di un rispetto delle regole che preservi la salute di tutti”.

Contemporaneamente è stata lanciata una petizione sulla piattaforma change.org proprio per sostenere la richiesta di riapertura delle imprese di acconciatura ed estetica anche nelle zone rosse, sottoscrivibile su http://chng.it/kQY4SsphXp

 


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