di Francesca Maria Mori
“Ci vuole un provvedimento che sblocchi la produzione dell’additivo ADBlue fondamentale per tenere acceso un diesel”. E’ l’appello lanciato ieri sera dal presidente di Cna Fermo Emiliano Tomassini che, ospite di Paolo Paoletti nella trasmissione Zoom, in onda tutti i giovedì dalle 18.45 alle 19.50, ha ribadito quanto il rischio di un blocco dei trasporti delle merci sia una minaccia concreta.
Alla base di tutto, come già spiegato in una nota congiunta con il direttore di CNA Fermo Alessandro Migliore, l’aumento del prezzo del metano che ha portato, tra le conseguenze, allo stop della produzione di ADBlue. Il principale produttore di ADBlue in Italia ha sospeso la produzione a causa dell’aumento del costo del metano necessario per realizzare il composto che tutti i motori diesel utilizzano per miscelare il gasolio ai fini dell’abbattimento dei residui della combustione. Ormai sono tanti gli autotrasportatori che non trovano il prodotto e quel poco che ancora c’è costa cifre esorbitanti.
Senza ADBlue a fermarsi sono anche i motori diesel da Euro V in su. Il metano, infatti, è la materia prima necessaria per produrre l’additivo che fa funzionare i motori Euro V ed Euro VI che usano la tecnologia Scr. “Secondo le previsioni, se la produzione di ADBlue non dovesse ripartire, una volta terminate le scorte, già vendute oggi a prezzi altissimi, tutto il settore dei trasporti merci sarà costretto a fermarsi – sottolinea Tomassini – parliamo di un’autonomia rimasta di circa un mese. E poi? Fermiamo tutto”.
Per Tomassini una soluzione da adottare in tempi rapidi sarebbe: “La sospensione da parte del Governo delle accise fino alla prossima primavera. Un provvedimento che farebbe respirare tutti, fino all’apertura di nuove forniture di metano dall’estero”.
Non finisce qui. A questa situazione si aggiunge il costo in alcuni casi triplicato delle materie prime. “In un momento in cui cerchiamo di uscire timidamente dal Covid, c’è comunque fermento e voglia di ripartire, non avere le materie prime o pagare cifre impressionanti per quelle disponibili, comporta difficoltà enormi. Si rischia che i contratti fatti raddoppino e a pagarne le spese sono le aziende private o direttamente i clienti”.
La sommatoria di tutte queste criticità potrebbe portare a una ‘tempesta perfetta’ con pesanti ripercussioni sulle imprese e sulla nostra economia.
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