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Casina delle Rose e pista ciclabile, scintille tra maggioranza e opposizione: a Zoom Pistolesi, Pascucci e Interlenghi (Videointervista)

TEMI dibattuti lo sviluppo di Campiglione, le aree da recuperare e l'A14. Ma ad infiammare gli animi la pista ciclabile e soprattutto la Casina delle Rose messa in vendita dal Comune
L'intervista a tre Pistolesi/Pascucci/Interlenghi a Zoom di Radio FM1

Da sin. Renzo Interlenghi, Sara Pistolesi e Nicola Pascucci

di Francesco Silla (foto Simone Corazza)

Maggioranza e opposizione, e gli animi si scaldano, soprattutto sulla pista ciclabile di Marina Palmense e sulla vendita della Casina delle Rose. Ospiti ieri sera del programma di Radio FM1, intervistati dal direttore Giorgio Fedeli, i consiglieri di maggioranza Sara Pistolesi e Nicola Pascucci, e il consigliere di minoranza Renzo Interlenghi. Sono stati affrontati molti argomenti, da Campiglione a Marina Palmense, dalla ciclabile alla Casina delle Rose e non sono mancate stoccate tra i consiglieri con gli animi ad accendersi soprattutto quando si è passati a parlare della vendita dello storico edificio al Girfalco.

A Zoom si sono affrontati temi scottanti che riguardano il territorio del comune di Fermo, in compagnia dei consiglieri Sara Pistolesi e Nicola Pascucci per la maggioranza e Renzo Interlenghi per la minoranza. Nella prima parte della trasmissione è stato affrontato il tema dei lavori nella zona di Campiglione. Punto focale del dibattito è stato la costruzione del nuovo ospedale con le modifiche di viabilità da apportare a quella zona.

Interviene subito la consigliera Pistolesi, che aggiorna sui lavori riguardanti l’ospedale: «Procedono bene e velocemente. La ditta ritiene di poter rispettare i tempi previsti. Dalla consapevolezza di questa celerità si è scelto di lavorare sul tavolo di Campiglione, seguendo l’obiettivo principale di modificare e revisionare il piano regolatore della città e ridare lustro alle quattro “aree ex”; erano aree artigianali e oggi non possono mantenere quella finalità, serve uno sviluppo ragionato. Il nuovo piano urbanistico di Campiglione entrerà a regime entro un anno, mancando due passaggi in consiglio comunale. Sappiamo benissimo però che quando si parla di urbanistica gli effetti tangibili derivano dal privato. L’aspetto positivo sta nel confronto con il territorio durante tutte le fasi di lavoro e progettazione. La concertazione con gli enti e con i privati è fondamentale».

Sara Pistolesi

La palla passa poi a Interlenghi che conferma le sue critiche già mosse alla maggioranza. «Ci siamo confrontati nei limiti di una normale dialettica tra maggioranza e minoranza, la prima detta le regole di governo per la città e l’opposizione cerca di migliorare gli intendimenti di una amministrazione che ha il compito di portare avanti queste tematiche. A criticare la concertazione, più che la minoranza, sono state altre istituzioni, altri Comuni hanno lamentato il mancato coinvolgimento. Noi come minoranza ricordiamo ed elogiamo la visione dell’ex assessore Cesetti riguardo l’ospedale che è anche frutto della sua battaglia sulla centrale BioMasse. L’amministrazione però non ha solo il dovere di “dare le gambe” a questo progetto ma di accompagnarlo per renderlo stabile e di valore. Bisogna infatti considerare l’impatto lavorativo e i miglioramenti occupazionali. L’urbanistica è anche questo. Quello che temiamo noi è lo squilibrio di investimenti. Siamo contenti della nuova faccia che assumerà Campiglione, speriamo però che non vada a discapito degli altri quartieri. Per quanto riguarda la sanità, spesso manca la consapevolezza dell’assetto politico-istituzionale, che mette Fermo in secondo piano».

Nicola Pascucci

Pascucci risponde: «La critica di Interlenghi la vedo costruttiva. Ci siamo occupati molto di periferia nonostante ci venisse rimproverato di fare tutto per il centro. Appena entrati abbiamo portato avanti la battaglia sulla centrale a Biomasse, fermando il progetto. Non dimentichiamoci che Campiglione è baricentrico nella provincia e per l’ospedale rimane il punto ideale. Per quanto riguarda le aree dismesse, il mio campo di competenza, parlando dell’ex Conceria, il lavoro parte da molto lontano, in collaborazione con associazione come OltreConceria. Tramite l’ufficio Europa e il progetto Pinqua, siamo riusciti a intercettare 15.000.000 di euro. Dobbiamo riabilitarlo tenendo conto delle motivazioni storiche, visto che in quella zona sorgeva un campo di prigionia. Potrebbe essere fatto un lavoro simile a quello sulla casa della memoria di Servigliano. I nostri sforzi poi si rivolgono soprattutto sul fronte della viabilità per rimodulare i quartieri di Molini-Girola e Campiglione, collegandoli magari con un ponte ciclopedonale. Ci tengo poi a sottolineare che gli altri quartieri non verranno toccati dal “Campiglione-centrismo”, ogni quartiere ha una propria identità e il rapporto con la comunità è fondamentale per rispondere alle esigenze di ogni zona. Siamo impegnati su più fronti e cerchiamo di dare lustro a ogni quartiere».

La seconda parte del programma si apre con il dibattito sull’autostrada, tra opposte visioni sull’arretramento e sulla terza corsia. Per Sara Pistolesi per la terza corsia è necessaria, ritenendo l’arretramento impossibile per un fattore economico e tempistico, a patto però che con la terza corsia vengano potenziati anche i collegamenti interni alla regione, per rendere il traffico più fluido. Pascucci invece ritiene la terza corsia impossibile da Pedaso in giù, sottolineando di non sottovalutare le problematiche geologiche dell’investimento. Appoggia l’arretramento che collegherebbe Pesaro ad Ascoli, in accoppiata con la ferrovia, le metropolitane di superficie, le ciclabili e il potenziamento della rete stradale interna, per redistribuire il carico del traffico non solo su gomma, non ritenendolo più il futuro dei trasporti. Interlenghi vede, invece, come unica soluzione la terza corsia, mettendo al pari le due soluzioni e ritenendola la soluzione migliore perché più rapida per risolvere la pericolosità della A-14, mentre un arretramento incontra limiti urbanistici e tempi decennali.

Renzo Interlenghi

Passando alla ciclabile e a Marina Palmense, Interlenghi è preoccupato perché crede che «la ciclabile sia in contrasto con l’oasi naturalistica che è Marina Palmense». Il consigliere lancia un monito sulle scelte «che possono sembrare ecosostenibili ma che in realtà porteranno ad un’urbanizzazione di una zona che – sempre secondo Interlenghi – deve rimanere il più naturale possibile, ovviamente sotto la continua cura del Comune». Le repliche di Pistolesi e Pascucci si appoggiano sulla cura dei materiali utilizzati per rimanere negli standard naturalistici, come per esempio il cemento drenante al posto dell’asfalto e le luci che non producono inquinamento luminoso. Pistolesi sottolinea inoltre come «grazie alla ciclabile le auto non hanno più la possibilità di avvicinarsi alla spiaggia e alla zona naturale». I consiglieri di maggioranza quindi difendono il mantenimento della vocazione naturalistica, accompagnata da una progettazione accurata, appoggiata da associazioni come il WWF. Interlenghi replica nuovamente, sottolineando che «il coinvolgimento di tali associazioni non dà per forza la sicurezza di ecosostenibilità» rimarcando l’importanza di creare un progetto d’insieme per la zona invece di muoversi a segmenti.

Ed è nell’ultima parte del programma che il dibattito s’infiamma, facendo emergere diverbi principali sui finanziamenti, sul rapporto col privato e sulla Casina delle Rose. Interlenghi si sofferma sulla fattibilità dei progetti «che non possono solo essere collegati al finanziamento. Non condivido per esempio quanto fatto con la Casina delle Rose, abbandonata e messa in vendita visto che il progetto non è andato a buon fine. Se tutto è legato al finanziamento, quando poi questo non c’è si cambia strategia, questo è secondo voi un buon modo di amministrare? Se si fa una campagna elettorale portando come punto il progetto dello studentato, non si può poi, di punto in bianco, cambiare idea e decidere di vendere quello che è il gioiello del centro di Fermo. Su un tema così importante non si può cambiare un programma con cui si è stati eletti. Per me la Casina delle Rose non deve essere venduta, deve rimanere sotto il controllo delle amministrazioni che si susseguono, essendo una risorsa importante del nostro Comune. Il problema generale dei prezzi rimane una foglia di fico che copre una decisione già presa». Pistolesi replica decisa: «Bisogna ragionare su delle progettualità. Come finanziamo gli investimenti? Con le vendite, i mutui e con dei fondi che ci arrivano soltanto se sulla progettualità lavoriamo e se i nostri uffici si impegnano sulle progettualità. È chiaro che se questi fonti non arrivano poi si trovano altre fonti di finanziamento. Per quanto riguarda la Casina delle Rose, si è scelto di alienarlo in modo ragionato, prendendo atto che la realtà è cambiata. Il progetto era stato presentato due anni fa. In due anni i prezzi delle materie prime sono triplicati e il mutuo preventivato di 2.000.000 di euro non è più in grado di fare fronte al progetto per rendere di nuovo valore all’immobile. Le critiche che muove Interlenghi sono assurde». E il turno di Pascucci: «Nessun ente comunale può gestire un albergo. L’obbiettivo è quello di rivalorizzarlo e venderlo, controllando ovviamente la destinazione d’uso, per far sì che un privato faccia quello che noi purtroppo non siamo riusciti a concretizzare, viste le problematiche endemiche. Abbiamo già collaborato con il settore privato per altri progetti come il Pinqua, non vedo dove sia il problema. Il modello è lo stesso con cui abbiamo portato a termine diversi progetti, trovando o una collaborazione privata, o promuovendo iniziative private, fatte però sotto lo stretto controllo dell’amministrazione, per far sì che rientri nei parametri da noi stabiliti. E sia chiaro a tutti, a partire da Interlenghi: la destinazione d’uso resta la stessa, turistico-ricettiva, quindi le critiche decadono».

 


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