di Matteo Malaspina
Le malattie reumatiche, che spesso manifestano complicanze in pazienti di età avanzata, sono da tenere assolutamente d’occhio. È questo il tema portante del convegno ”Rheumatology in the elderly” svolto questa mattina a Fermo nella sede dell’Ordine dei Medici e che ha visto il dottor Pietro Scendoni, reumatologo e responsabile dell’Unità Operativa Recupero Funzionale Reumatologia Inrca di Fermo, nel ruolo di responsabile scientifico, il quale è riuscito a coinvolgere i migliori esperti in materia provenienti da tutta Italia.
«In questo incontro si parla di artriti, come quella reumatoide e psoriasica, e di osteoporosi – dice il dottor Scendoni presentando l’evento – Inoltre, vengono trattate anche le complicanze di queste malattie, nonché i rimedi, le nuove tecniche mini invasive, per esempio, della frattura del femore, e certamente anche l’aspetto riabilitativo».
Malattie che, nell’immaginario collettivo vengono associate agli anziani ma che, come spiega il responsabile scientifico del convegno, colpiscono anche i giovani. «Sono patologie che hanno le loro conseguenze in età avanzata ma che insorgono in età infanto-giovanile. Parliamo per esempio dell’osteoporosi che per definizione è una malattia dell’età pediatrica e che si manifesta in età geriatrica per le sue complicanze. Grazie a questi confronti tecnici, ormai ogni pediatra – spiega il dottore – fa un’addizionale di vitamina D nei primi mesi di vita e i frutti li vedremo tra una decina di anni».
Il convegno è stato patrocinato dall’Ordine dei Medici e dallo Studio Firmano, intervenuto con il dirigente Andrea Vesprini il quale ha ricordato «l’importanza della ricerca e della formazione».
«Sono personalmente vicina ai medici che affrontano i vari temi della sanità e, come dimostra il convegno di oggi, è fondamentale nel nostro campo condividere esperienze – le parole della presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Fermo, Anna Maria Calcagni – Due saranno i problemi che dovremo affrontare nel futuro prossimo: l’invecchiamento della popolazione e la denatalità. Per quanto riguarda gli anziani, i problemi sull’assistenza saranno insormontabili se non si punta sulla prevenzione e i centri di ricerca devono essere vicini ai professionisti sul campo».
Prevenzione e tempestività nel riconoscere i sintomi sono la chiave su cui i professionisti dovranno concentrarsi, oltre alla ricerca. «Bisogna sottolineare l’importanza e il significato di prevenzione. Prevenzione – ha puntualizzato Scendoni – è condurre uno stile di vita sano, dall’alimentazione all’attività fisica. Ma la prevenzione è anche quello che stiamo facendo in questo momento, ovvero parlare del problema. Divulgare, per esempio, l’informazione che malattie dermatologiche, come la psoriasi, si possono associare a malattie reumatologiche come l’artrite. Bisogna attivarsi e captare i segnali e non rassegnarsi facendo passare dei possibili sintomi come dolori dovuti all’età. Per chi ha sintomi, il medico di famiglia deve essere il primo interlocutore. Infatti oggi, oltre agli specialisti, abbiamo invitato i medici di medicina generale perché acquisiscano degli elementi e sappiano interpretare quegli alert che possono portare a patologie croniche».
Presente al convegno il direttore generale dell’Inrca, Gianni Genga: «Ringrazio il dottor Scendoni e il suo gruppo per questa iniziativa. Stiamo sviluppando diversi progetti di riabilitazione con l’Area Vasta 4, un progetto con i Comuni, ambiti sociali e terzo settore, riguardante le problematiche complesse come demenze e malattie croniche, e altre iniziative in ambito tecnologico».
La dottoressa Fabrizia Lattanzio, geriatra e direttrice scientifica Inrca evidenzia l’importanza del lavoro d’equipe: «Il programma di oggi, oltre agli spunti che sono venuti fuori, rimarca come ci siano relatori nazionali, professionisti del territorio e colleghi dell’Inrca. Un tema come le malattie reumatiche, che prevede un lavoro corale, ha bisogno di essere trattato sia da professioni sanitarie che da colleghi che si occupano di ricerca biomedica».
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