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«Era un punto di riferimento per tutti noi» L’ultimo saluto a Giampiero Larivera

PEDASO - L'ultimo saluto al 54enne deceduto venerdì notte in circostanze tutte da chiarire. Folla dentro e davanti alla chiesa di Pedaso per porgere a Larivera l'ultimo saluto

Giampiero Larivera

L’ultimo saluto a Giampiero Larivera, morto tragicamente sabato scorso in via Garibaldi a Pedaso. All’ingresso della chiesa di Santa Maria e San Pietro di Pedaso, le offerte da devolvere alla Croce Verde, insieme ai ricordini con due immagini di Giampiero, una in cui era molto giovane e una più recente. C’erano tutti, gli amici e naturalmente tutti (o quasi) i presenti a quell’ultima cena di venerdì, poche ore prima del tragico epilogo con Larivera a perdere la vita in circostanze ancora tutte da chiarire. In quella notte è stato arrestato anche l’amico di Larivera, Silvano Asuni che è chiamato a rispondere di omicidio, tentato omicidio e omissione di soccorso. Ma oggi a Pedaso non c’è spazio per gli interrogativi investigativi, oggi è il giorno del cordoglio, dell’ultimo saluto a Giampiero. Tanti gli amici ma anche tanti i genitori di suoi coetanei e coetanee sono accorsi alla funzione. Era presente anche il titolare dell’azienda in cui lavorava, a Civitanova, così come il sindaco Vincenzo Berdini, arrivato per fare le condoglianze alla famiglia.

«Scusate se tremo» ha esordito così Roberto Anteghini, suo amico e coetaneo: «Il mio è solo un pensiero per Giampiero che era una persona molto riservata. Non tutti conoscevano la sua vita lavorativa. Collaboravo con lui da più di 20 anni. Giampiero sul lavoro veniva preso come esempio, era capace di parlare con la gente e sapeva sempre tutto del suo reparto e dei materiali. Qualcuno lo avrà conosciuto di sfuggita ma a Civitanova era conosciutissimo ed era punto di riferimento per tutti quanti».

A fare la prima lettura è stato il cugino del defunto, Sandro. A celebrare la funzione Don Giordano Trapasso: «Oggi affidiamo Giampiero alla misericordia di Dio. Che la parola di Dio sia di consolazione. Nella prima lettura, San Giacomo invitava a meditare sulla nostra vita dicendo “siete come vapore che scompare” per dire che basta un niente per essere strappati alla vita sulla terra. Lo dice perché l’essere consapevoli della bellezza e della fragilità della vita sia l’inizio della sapienza. San Giacomo mette in guarda e dice di non illudersi di essere padroni della nostra vita. Vita e tempo sono un dono. A questo, San Giacomo aggiunge ad ogni volontà: se il Signore vorrà. Condurre, dunque, una vita attenta e impegnata, facendola diventare preghiera e consegnandoci nelle mani di Dio, ogni giorno».

Quello di oggi è stato un saluto lungo, accorato e sentito a Giampiero da tutta la comunità presente, da parte di gente di Pedaso ma anche di fuori. C’erano tutti, a porgere l’ultimo saluto, l’ultima carezza sulla bara dell’amico, ad imprimere «forza» e «coraggio» nell’abbraccio rivolto ai genitori ed ai familiari nel primo banco. A portare la bara in spalla, nell’ultimo tragitto, fino al carro funebre, è arrivato un gruppo di ragazzi che avevano chiesto di poterlo accompagnare. Erano i giovani che lavoravano con Giampiero, a Civitanova, alcuni di loro piangevano, altri avranno ricordato i momenti di serietà al lavoro così come quelli d’ilarità. Segno del fatto che il dialogo fra generazioni diverse è possibile. Tanta la gente sul sagrato, per l’ultima preghiera, prima di accompagnare l’amico, il figlio, il compagno di tutti al cimitero. La messa di suffragio sarà sabato 1 giugno alle 18.30 nella chiesa di Pedaso.

Serena Murri

 

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