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Tragedia di Pedaso, eseguita l’autopsia sul corpo di Giampiero Larivera

PEDASO - Al momento gli inquirenti sono al lavoro anche per ricostruire le dinamiche di quanto è accaduto quella sera al bar Settimo Cielo. Questa mattina è stato conferito l'incarico all’ingegner Simone Guaitini per effettuare una perizia cinematica sull’incidente

di redazione Cf

Come previsto, nel tardo pomeriggio di ieri è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Giampiero Larivera, l’uomo di 54 anni, deceduto venerdì scorso a Pedaso durante una lite finita in tragedia. Intanto il gip del tribunale di Fermo, Teresina Pepe, lunedì ha confermato gli arresti domiciliari per il suo amico e coetaneo Silvano Asuni, residente a Monterubbiano. Sarà un esame fondamentale per chiarire le dinamiche di quanto avvenuto quella notte in via Garibaldi e stabilire le cause del decesso. Al momento non si esclude nessuna ipotesi: dall’incidente, alle possibili lesioni subite, a una caduta accidentale o causata dall’aggressione.  Il pm che segue il caso è Alessandro Pazzaglia del tribunale di Fermo e lui stesso ha chiesto, prima dell’esame, di accertare con chiarezza se le lesioni riportate dalla vittima siano compatibili solo con l’investimento dell’auto condotta dal suo amico o se ci possano essere altre cause. Secondo quanto prevede la legge, i periti hanno a disposizione 60 giorni per depositare i risultati in Procura.

La vittima, Giampiero Larivera

Al momento gli inquirenti sono al lavoro anche per ricostruire le dinamiche di quanto è accaduto quella sera al bar Settimo Cielo, dove, secondo le testimonianze raccolte, si sarebbe scatenata una lite tra il gruppo di amici formato da Larivera, Asuni e un terzo individuo, e un’altra cerchia formata da ragazzi di circa vent’anni. Intanto questa mattina è stato conferito l’incarico all’ingegner Simone Guaitini per effettuare una perizia cinematica sull’incidente. Il perito di parte sarà Luigi Mercanti. In sostanza l’esame consente di accertare, attraverso un’analisi postuma, come si è effettivamente verificato l’incidente e quali siano le responsabilità da attribuire alle persone coinvolte, sia attraverso l’analisi del mezzo che quella delle lesioni riportate dalla vittima. I risultati emersi saranno confrontati con le testimonianze acquisite. I carabinieri hanno ascoltato il racconto dei giovani e dell’altro testimone presente quella sera, salito poi in auto insieme ad Asuni. L’indagato è assistito dall’avvocato Isabella Capriglia che ha dichiarato di voler chiarire le cause della morte di Larivera. Le accuse rivolte al suo assistito sono di omicidio volontario, tentato omicidio e omissione di soccorso.

Questa mattina la Procura dovrebbe rilasciare il nulla osta per la consegna della salma alla famiglia della vittima. Asuni invece lavorava in una stazione di servizio lungo la Valdaso. Davanti al gip ha riferito di temere di rimanere vittima di un linciaggio da parte dei ragazzi che lo avevano inseguito. Tuttavia ha affermato che non ricorda nulla dell’investimento, e lo stesso ha detto il terzo della comitiva dei cinquantenni che era reduce da una cena con una ventina di persone e aveva avuto un acceso diverbio con i giovani al bar. Poi l’agguato: uno dei giovani era salito sulla parte posteriore della vettura danneggiando il lunotto. Quindi la partenza dell’auto e il tragico epilogo.

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