Un’area da riservare all’attività di addestramento cani a Marina Palmense? La Lipu, con la delegazione di Fermo, alza le barricate. E lo fa scrivendo una lettera aperta al sindaco Calcinaro e agli assessiro all’ambiente e all’urbanistica: “Da più parti in questi giorni abbiamo sentito della possibilità che una associazione venatoria locale chieda all’amministrazione l’autorizzazione ad aprire una attività di addestramento dei cani da caccia all’interno dell’area naturalistica di Marina Palmense. La Lipu di Fermo vuole esprime qui il proprio auspicio che una tale autorizzazione non venga mai rilasciata poiché l’amministrazione dovrebbe avere ben chiara l’idea che quell’area è una zona di altissimo valore naturalistico, con la presenza di numerose specie animali e di avifauna stanziale e di passo. Cogliamo l’occasione per ricordare quante specie avifaunistiche sono osservate in quella zona, riproponendovi aggiornato un elenco che l’amministrazione già conosce ed ha usato per promuovere il valore naturalistico dell’area, anche in relazione alla richiesta e recente concessione della Bandiera blu. In particolare poi, proprio nel corrente periodo primaverile l’area di Marina Palmense ospita molte specie di uccelli nidificanti, e dovrebbe essere chiaro a tutti come queste preziose caratteristiche siano assolutamente incompatibili con la presenza di cani da caccia che scorrazzano in quel territorio, senza poi considerare lo scopo per cui vengono addestrati, che è la caccia di altri animali selvatici. Ed inoltre, essendo una delle poche aree verdi rimaste lungo la costa adriatica, una delle più cementificate d’Italia, riveste una fondamentale importanza nelle fasi di migrazione degli uccelli, e per tutti questi motivi bisogna qui ricordare che l’area è una zona di protezione della fauna ai sensi della Legge 157/92.
La Lipu, che sa di farsi in questo modo portavoce anche delle altre associazioni ambientaliste, naturaliste e animaliste del territorio, si augura che l’amministrazione condivida l’irreversibilità della scelta di destinare quell’area alla riqualificazione naturalistica, già riconosciuta in questo significato e valore anche dal Prg, e sia consapevole che la proibizione dell’attività venatoria, non può essere disgiunta dalla incompatibilità con le attività accessorie e collaterali alla stessa, quali appunto l’addestramento di cani. Pertanto se la vocazione naturale dell’area è quella di essere valorizzata come uno degli ultimi angoli in cui la natura e l’ecosistema svolgono ancora il prezioso ruolo, a congiunzione tra mare e collina, se è ancora, e vogliamo che rimanga, uno dei pochi varchi a mare naturali che il litorale, non solo marchigiano, conserva, allora la decisione non può che essere conseguente.Per questi motivi confidiamo che la coscienza e sensibilità già testimoniate da parte dell’amministrazione non possano che portare alla decisione più ovvia e doverosa”.
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