“Internazionalizzazione. È questo uno dei compiti principali di Confindustria Fermo. Perché è nel mondo che le imprese – fanno sapere da Confindustria – trovano il loro business all’interno della provincia”. “Sbagliare un mercato è sbagliare un investimento, per questo bisogna conoscere ogni aspetto di una realtà prima di scegliere” sottolinea il presidente di Confindustria Fermo, Giampietro Melchiorri
Nella sede degli industriali si è tenuto l’incontro con una delegazione di imprenditori e politici palestinesi, tra cui il presidente del Consiglio Nazionale esportazioni della Palestina Iyad Joudeh, accompagnati da Giorgia Evangelisti, Ufficio Servizi Formativi dell’agenzia Ice. Un tour partito da Ancona che ha fatto tappa a Fermo per conoscere al meglio il senso del made in Italy.
Un focus particolare è stato riservato al distretto calzaturiero, che conta 2500 imprese nel Fermano e 1200 nel Maceratese. Per conoscere questo mondo, la delegazione palestinese nel pomeriggio ha visitato due aziende produttive, la Rdb di Montegranaro e la Elisabet di Monte Urano.
“Brand locali o terzisti per le griffe?” È la domanda che hanno posto i palestinesi ad Alessandro Panico, funzionario di Confindustria Fermo. “Vantiamo entrambe le tipologie: abbiamo grandi brand e imprese che producono, grazie all’alta qualità per le case della moda leader nel mondo. Ma anche i piccoli calzaturieri che hanno saputo affermare il proprio marchio sui mercati internazionali grazie all’alto livello di manifattura che fa delle scarpe del distretto fermano un prodotto di alta fascia”.
“Ad interessare i palestinesi – comunicano da Confindustria – il lato innovativo delle imprese, con la continua ricerca di nuovi materiali e modelli, due voci che potrebbero favorire una collaborazione tra le due realtà, partendo dal ‘fatto a mano’. Importante il ruolo del distretto del cappello, settore di interesse per la Palestina e del mondo, considerando che il business del distretto del cappello è per la maggior parte all’estero. La panoramica offerta da Panico è stata completa, con focus sull’agroalimentare e il settore della meccanica e dei servizi in cui Fermo eccelle”.
La visita è proseguita all’interno del Nuovo Scatolificio Valtenna di Fermo, altra eccellenza locale che chiude la filiera: “In questo modo – conclude Panico – la delegazione ha potuto comprendere l’intera filiera, dal taglio della pelle all’inscatolamento”.
La delegazione palestinese ha come obiettivo “quello di aumentare l’export delle imprese palestinesi che operano in tre settori: agricoltura, industria e servizi. Per questo vogliamo capire il target dei mercati e valutarne i benefici per le nostre imprese che siamo pronti ad accompagnare agevolando ogni scambio” ribadiscono i delegati. Importante in Palestina è anche il settore calzaturiero, da qui la loro proposta avanzata agli industriali: “Numerose griffe internazionali producono nel nostro distretto di Hebron. Lo mettiamo a vostra disposizione. Ma sapendo l’importanza mondiale della vostra manifattura, vogliamo aprirci a collaborazioni con l’Italia e il Fermano in particolare a livello di formazione, sviluppo del design e del marketing”.
Al termine dell’incontro sono stati donati alla delegazione palestinese due volumi: uno sul distretto del cappello e uno su quello della calzatura. “Grazie mille – la conclusione della delegazione palestinese – per questa opportunità di conoscenza. Siamo certi che potremmo avviare una collaborazione proficua in futuro”.
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