facebook twitter rss

Micam, Ciccola incontra Di Maio:
parola d’ordine ‘Made in Italy’,
il ministro:
«Nostro ambasciatore nel mondo»

MILANO - Questa mattina il ministro dello sviluppo economico e del lavoro ha incontrato, al Micam, il il presidente del settore calzaturiero di Confindustria Marche Centrali, l'imprenditore fermano, Enrico Ciccola. Al Micam, presente anche il ministro dei beni e delle attività culturali Alberto Bonisoli
La videointervista al presidente Enrico Ciccola dopo l'incontro con il ministro Luigi Di Maio

Faccia a faccia Enrico Ciccola-Luigi Di Maio. Questa mattina il ministro dello sviluppo economico e del lavoro, nel suo tour al Micam, ha incontrato anche il presidente del settore calzaturiero di Confindustria Marche Centrali, l’imprenditore fermano, Enrico Ciccola. Al Micam, presente anche il ministro dei beni e delle attività culturali Alberto Bonisoli. E spunta prepotentemente il nodo Made in. Il presidente, infatti, tra le varie richieste avanzate al titolare del dicastero del Lavoro, ha puntato soprattutto sulla tutela del Made in Italy.

L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE ENRICO CICCOLA

“Le richieste che abbiamo avanzato al ministro, Di Maio le conosceva come le conosce la politica italiana, sia l’opposizione che il Governo, perché per portarle avanti dobbiamo essere tutti uniti. Il Made in obbligatorio al primo posto. La riduzione del costo del lavoro e cercare di riportare in Italia quelle fasi, come il taglio e l’orlatura, che stiamo perdendo. E poi la richiesta di stato di crisi da riqualificare per la regione Marche. E poi anche chiarezza sul discorso ‘contraffazione‘. Ragioniamoci in maniera più chiara e precisa tra le varie associazioni del manifatturiero e il Governo. Per il ministro il Made in è uno dei punti più importanti che vuole mettere sul tavolo, anche in contrapposizione a una minaccia di votare contro al bilancio europeo. Hanno anche altre motivazioni. Questo può essere un aspetto positivo, non ci sono argomenti perché una questione così importante a costo zero non sia votata. Per noi sarebbe davvero importante, un punto di partenza per valorizzare maggiormente le nostre produzioni e pianificare politiche per il futuro.

Made in, questione annosa, su cui gli imprenditori di tutta Italia, a partire da quelli del distretto calzaturiero, attendono da tempo una presa di posizione netta, magari anche drastica, a tutela delle creazioni e del know-how che fa della manifattura tricolore, fermano, un’eccellenza su scala mondiale. E il ministro ha di sicuro capito quanto le Marche rappresentino un punto di riferimento per il settore calzaturiero italiano. Un motore dell’economia nazionale che, però, tra crisi generale e concorrenza estera, soffre. E chiede aiuto. Non elemosina, certo. Ma di sicuro tutela del proprio lavoro e della propria conoscenza che, miscelati, equivalgono a dire qualità. Sul tavolo del ministro, più in generale, anche il settore moda, il costo del lavoro e i rapporti con i mercati esteri, su tutti  quello russo. Il ministro si dice pronto ad ‘agire’, disponibile ad ascoltare gli operatori ‘e recepire le loro istanze’, e pronto a prestare la massima attenzione a quanto di buono fatto fino ad oggi non negando che ci siano possibilità di azione. Insomma speranze per un settore che attende risposte concrete.

Il ministro Luigi Di Maio oggi al Micam riferendosi al calzaturiero ha più volte rimarcato: “Questo è un comparto molto importante. Sono qui per ascoltare alcune proposte, altre avevo già avuto modo di conoscerle in altri incontri. Qui ci sono due grandi fronti: il giocare all’attacco sui mercati internazionali, perché siamo leader in questo settore soprattutto per la qualità e le cose ben fatte. Domani parto per la Cina e anche questo tema sarò affrontato con privati e soggetti pubblici con cui avrò a che fare”.

Il secondo punto evidenziato dal ministro riguarda la contraffazione, con un tavolo sulla moda che si aprirà proprio oggi. “Serve non solo giocare in attacco, ma anche in difesa. Quello della contraffazione è un tema importantissimo, che ci fa perdere in lavoro e in ricchezza, e su questo saremo schierati in prima fila non solo come Governo ma anche come Ministero per lo Sviluppo Economico. Il tavolo ci consentirà di coordinare le politiche di sviluppo e gli investimenti in questo settore nei prossimi 5 anni, ma oso dire servono piani a medio e lungo termine a vent’anni. Vogliamo anche innovare perché il Made in Italy è il nostro vero ambasciatore nel mondo. I prossimi mesi per me saranno importanti, soprattutto per le missioni internazionali. In Cina andrò due volte, poi in altri Paesi extraeuropei sempre per far conoscere i nostri prodotti, anche quelli dell’agroalimentare che possono dare una grande mano all’industria del Sud”.

(notizia in aggiornamento)

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti