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Loira e Mangialardi all’unisono:
“Se andiamo da soli
non ci promuoviamo a nessuno”

PORTO SAN GIORGIO - I due sindaci, intervenuti a Villa Bonaparte all'incontro sulla Denominazione Comunale di Origine, hanno rimarcato l'importanza di creare reti per penetrare i mercati e valorizzare le eccellenze del territorio

di Andrea Braconi

Le Marche come nuova Toscana? È il tema che da giorni sta caratterizzando il dibattito pubblico, con numerosi interventi di istituzioni ed associazioni di categoria. È bastato un articolo del Sunday Times per rilanciare la necessità di un’azione comune, non soltanto sul fronte turistico.

E all’interno della meravigliosa reggia imperiale che Girolamo Bonaparte ha voluto costruire a Porto San Giorgio, dove ha trasferito la proprio corte e dove, come ha ribadito il sindaco Nicola Loira, è passato un bel pezzo di storia europea, la discussione è stata riaccesa dagli interventi dello stesso Loira e dal presidente dell’Anci Mangialardi in occasione dell’incontro sulla Denominazione Comunale di Origine (De.C.O.) dei prodotti enogastronomici.

“Sono contento quando riusciamo insieme a mettere in campo progettualità che parlano del nostro territorio – ha esordito Loira di fronte ad un’ampia platea, costituita anche da diversi amministratori del Fermano -. Il nostro è un territorio piccolo, che nei decenni passati ha trovato tanta difficoltà nel raccontarsi e nel vendersi, ma che oggi inizia ad avere cognizione delle proprie potenzialità. Le esperienze che nascono iniziano a darci quella dimensione giusta turisticamente parlando, che riesce a catturare l’attenzione degli italiani e non solo. Da qualche anno, infatti, la stampa estera e i tour operator iniziano a parlare anche della nostra regione, che non ha nulla da invidiare alle altre”.

Con Noris Rocchi, deus ex machina del circuito Chi Mangia la Foglia, il Comune di Porto San Giorgio ha costruito negli anni il circuito del brodetto, un piatto – ha sottolineato Loira – legato alla tradizione marinara della città. “L’importanza di questi piatti tipici dei nostri Comuni è quella di aiutarci a raccontare la nostra terra. Dietro queste ricette c’è la storia di una città, di un popolo, di un territorio. Qui abbiamo voluto riscoprire e far conoscere il brodetto, che aveva determinate caratteristiche. Abbiamo voluto offrirlo ai turisti per raccontare la storia di Porto San Giorgio, della fatica di andare per mare e della povertà di coloro che pescavano due secoli fa e del pesce povero, l’essenza della nostra cultura e cucina marinara”.

Sinergie sempre più cruciali in questa fase storica, quindi, che permettono di promuovere con più efficacia le proprie eccellenze. Un aspetto ripreso anche Maurizio Mangialardi, primo cittadino di Senigallia. “Un tema come questo merita l’attenzione dei vertici regionali, qualunque essi siano. Stando ai dati, Senigallia è la prima stazione turistica delle Marche ma se andiamo da soli non ci promuoviamo a nessuno: per quanto possiamo essere bravi e competenti, per quanto possiamo avere bellezze incredibili se non siamo in grado di promuoverci tutti insieme penso che non riusciremo a recuperare il tempo perduto. E non ce lo deve dire una rivista internazionale che siamo forse più belli della Toscana. Forse quello sforzo che la Regione ha fatto negli anni di distinguere l’accoglienza dalla promozione e sostenere quest’ultima come se fossimo un unicum, ecco, forse oggi sta producendo i suoi frutti. Quindi, questa idea di fare rete diventa indispensabile. Ma poi dobbiamo saper esaltare i nostri prodotti e le nostre filiere, i nostri luoghi e le nostre bellezze. È questa la grande sfida: possiamo essere scelti se quei prodotti sappiamo difenderli, esaltarli e valorizzarli. Il turismo di massa non ci appartiene più, è ora di capirlo”.


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