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Alla riscoperta di Andrea Bacci, scienziato padre dell’enogastronomia: «Diventi figura di riferimento per il territorio»

SANT'ELPIDIO A MARE - La giornata di studio su Andrea Bacci si è tenuta ieri a Sant’Elpidio a Mare, città natale dell’insigne idroclimatologo, enologo, archiatra pontificio di Papa Sisto V, vissuto tra il 1520 e il 1600

di Antonietta Vitali

«In un’epoca in cui la cucina diventa sempre più innovativa diventa sempre più fondamentale avere delle basi, riscoprire da dove vengono le nostre tradizioni. Con un sapere radicato si crea il presupposto su dove andare. L’analisi della storicità renderà sempre più riconoscibile l’incredibile patrimonio e la cultura presenti sul territorio». Con queste parole il coordinatore regionale per le Marche dell’Accademia Italiana della Cucina, Sandro Marani, ha introdotto la giornata di studio su Andrea Bacci che si è tenuta ieri a Sant’Elpidio a Mare, città natale dell’insigne idroclimatologo, enologo, archiatra pontificio di Papa Sisto V, vissuto tra il 1520 e il 1600.

L’organizzazione dell’evento ha regalato ai partecipanti la possibilità di conoscere meglio questa figura storica che ha gettato le basi della gastronomia e dell’enologia italiana (e mondiale) e nasce dall’incontro dell’architetto Fabio Torresi, presidente della Delegazione di Fermo dell’Accademia Italiana della Cucina e il professor Giovanni Martinelli, già sindaco di Sant’Elpidio a Mare, storico e autore del libro “Fra acqua e vino. Andrea Bacci, padre dell’idro-climatologia ed enologo della modernità”.

È stato proprio il professor Martinelli a raccontare il percorso professionale dell’illustre scienziato che si affacciava ad un’epoca storica chiamata il secolo dei lumi. Del Bacci è la pubblicazione nel 1596 del “De naturalis vinorum historia” con il quale ha catalogato per primo le tipologie di vitigno indicando le caratteristiche favorevoli di un territorio per lo sviluppo di ciascuno di esso e anche il loro giusto consumo a tavola e anche il primo ad avere parlato di bollicine, precorrendo nettamente i tempi della famosa casa vinicola francese che cominciò a produrlo solo nel 1620. Nel 1571 pubblica il “De thermis”, trattato sulle terme e sui mille benefici delle cure termali parlando anche di come dovevano essere trattati gli ospiti che sceglievano un soggiorno termale, anticipando i tempi di quello di cui si parla oggi moltissimo cioè, la cultura dell’accoglienza. Tutti gli ospiti e le autorità intervenute, il prefetto di Fermo Vincenza Filippi, il presidente della Provincia di Fermo, Michele Ortenzi, l’assessore alla Cultura di Sant’Elpidio a Mare, Gioia Corvaro, hanno concordato sulle parole del delegato Fabio Torresi quando ha detto che il Bacci deve diventare una figura di riferimento del nostro territorio, non si può continuare a sottovalutare uno studioso di tale levatura che molto ha fatto nel panorama enologico, gastronomico e scientifico, non solo italiano ma proprio mondiale. Ammiratissima la copia originale del libro di Andrea Bacci il “De naturalis vinorum historia” stampata nel 1596 con una superba qualità di stampa, perfettamente conservata e portata all’evento dall’Ingegnere Jurek Mosievicz che è stato uno dei relatori.


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