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Bragagnolo, mister 299 preferenze senza filtri: «Io presidente del Consiglio, perché no? Ecco la mia giunta ideale, Vesprini si basi sulle capacità»

PORTO SAN GIORGIO - Un'escalation di preferenze dal 1998 ad oggi. Parla il candidato consigliere più votato della compagine di Vesprini. E ne ha per tutti. Bragagnolo detta anche la sua giunta ideale: «Vesprini dovrebbe concentrarsi sulle competenze, se va con i manuali commette un errore»

Fabio Bragagnolo

di Sandro Renzi

«Io assessore? Anche no. Sono sempre stato dell’idea, e oggi più che mai, che gli assessori debbano essere persone capaci e competenti nei settori, nelle deleghe che vengono loro assegnate. Sul ruolo di presidente del Consiglio, invece, perché no? Non mi dispiacerebbe. Anzi, sapete cosa vi dico? Ce la vediamo con Renzo Petrozzi e facciamo scegliere tutta l’assise». A parlare è Fabio Bragagnolo, mister 299 preferenze, il più votato della compagine del neoeletto sindaco Valerio Vesprini, secondo in assoluto, dopo il sindaco uscente Nicola Loira (303 preferenze). Lui, Bragagnolo, si sa, da sempre è uno che non ha peli sulla lingua, uno che se deve dire una cosa non ci gira certo intorno, soprattutto con i suoi alleati. Così è sempre stato, e così Bragagnolo continua e continuerà ad essere. D’altronde, se parliamo di esperienza consiliare, uno che siede sui banchi della pubblica assise dal 1998, senza soluzione di continuità, non è secondo a nessuno. E oltretutto con un crescendo di voti («sono partito con 101 preferenze, poi 199, poi 201, poi 226 e ora 299»).

Fabio Bragagnolo, unitosi alla compagine di Vesprini dalla prima ora, e in corsa con la lista Onda Sangiorgese, sperava in una conferma elettorale. Che è arrivata, eccome. «Vero, un risultato così eclatante non me lo aspettavo, francamente. Ringrazio tutti coloro che hanno riposto in me fiducia, ancora una volta. E in queste ore mi ha fatto piacere anche incontrare persone che mi hanno detto che mi avrebbero votato se non fosse stato che avevano parenti o amici cari in corsa. Altri volevano votarmi ma mi hanno confessato di essersi sbagliati nell’esprimere la preferenza. Altrimenti Nicola Loira (303 preferenze) mi avrebbe visto – si concede una battuta Bragagnolo – solo col binocolo».

Dove risiede la formula del suo successo?

«Probabilmente nel fatto che, incontrando i sangiorgesi, non ho mai promesso la luna ma ho ascoltato e ho garantito l’impegno a risolvere i problemi. Non sono come qualcuno che è stato desaparecido e poi, all’ultimo, sentendo il profumo del successo elettorale, è salito sul carro del candidato dato per vincente».

La convince la maggioranza che va delineandosi? E che giunta dovrà essere quella dell’amministrazione Vesprini?

«In maggioranza ci sono persone navigate, con esperienza amministrativa, come pure giovani che devono farsi le ossa. Qui l’obiettivo primario è risollevare le sorti della città. E se quest’amministrazione non lo farà, troverà in me una voce critica. Se non si cambia, sarò una Spada di Damocle sulla testa di tutti. Dovranno stare ben attenti a quello che dirò e farò. Per gli eventuali assessori, ho le idee ben chiare: devono essere persone competenti, capaci».

Fabio Bragagnolo sui banchi dell’opposizione durante l’amministrazione Loira

Lei potrebbe chiedere, forte dei 299 voti, un assessorato. O meglio la Presidenza del Consiglio?

«Torniamo al discorso delle capacità. In giunta è bene che ci siano persone con competenze specifiche. Quindi io no. Non mi dispiacerebbe, invece, la carica di Presidente del Consiglio. Un minimo di esperienza consiliare in 24 anni di assise, l’ho maturata. La vuole anche Renzo Petrozzi? Facciamo così allora: andiamo in consiglio e vediamo come si esprime tutta l’assise. Io non voglio rappresentare un problema per nessuno ma se Vesprini si muove col manuale Cencelli e sulla scia di meri numeri, partiamo male, commetterebbe uno sbaglio enorme. Gli assessori devono avere visione del paese, conoscere i problemi e avere le capacità per risolverli. Se Vesprini seguirà questa linea, bene. Se invece va con i ‘manuali’, male. Comunque è un discorso che ancora non ho affrontato col sindaco, non mi ha ancora chiamato dopo le elezioni».

La lista Insieme, fatta di diverse anime di Partito, è la più votata della compagine. Teme che i Partiti facciano ora la voce grossa, dopo essersi celati dietro ai simboli non presentati?

«E anche lo facessero, a che pro? Non so cosa avrebbero da guadagnarci. Per le elezioni regionali siamo al giro di boa. Potrebbero minacciare di far cadere l’amministrazione? E chi ci perderebbe più di tutti se non loro? Sì, vero, hanno preso molti voti ma anche grazie al simbolo della lista che riportava, bello grosso, il nome di Vesprini. E c’è stato chi ha barrato la lista perché voleva votare il sindaco. Questo lo sanno bene anche i Partiti. Qui non ci si può dimenticare che è il popolo ad essere sovrano. Stiano tutti attenti perché ora arriva il vero banco di prova. E se dovessero prevalere gli interessi di casacca su quelli della città, avranno in me un ‘uomo contro’. Non oggi o domani, sempre».

Valerio Vesprini

Ma allora quale sarebbe la sua giunta ideale?

«Vedrei bene Teresa Scriboni al commercio e turismo (167 preferenze, seconda solo a Bragagnolo nella lista Onda). D’altronde Vesprini aveva detto che avrebbe avuto bisogno delle sue competenze, spero non si rimangi le sue parole. Ha parlato di un ruolo di primo piano per lei. I voti della Scriboni sono il frutto di anni di esperienza e di dialogo e confronto con il commercio sangiorgese. E poi penso a una Carlotta Lanciotti ai servizi sociali. Lei ha preso molti voti, il sindaco l’ha sostenuta. Ai lavori pubblici e sport magari un Lauro Salvatelli, d’altronde ha maturato esperienza in questi settori. Fabio Senzacqua? Beh lui potrebbe dialogare con le categorie come quelle legate alla pesca. Al bilancio vedrei bene Alessandra Petracci. L’urbanistica invece credo sia opportuno la tenga lo stesso Vesprini, con la sua idea di sviluppo della città. Resta fuori un Giampiero Marcattili? Magari una delega spacchettando commercio e turismo. E la carica di vicesindaco la darei a una donna della giunta».



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