FERMO – E’ qui da una sola settimana ma è già in un frullatore di emozioni. Stefano Protti, ex giocatore amatissimo, si trova a sedere sulla panchina dalla quale i suoi compagni lo incitavano mentre si dimenava in quel campo verde dove ora grida e dirige un plotone di giovanotti.
Eh già, perché la squadra cittadina, da pochi giorni ripescata in Serie C, non ha avuto il tempo di costruire una rosa con veterani ed esperti, ed il mister ha ‘sposato la causa’ tout court, pienamente cosciente del materiale che gli è stato affidato. Ed in Viale Trento oggi, alla presentazione ufficiale di Mister Protti, la prima parola spetta al presidente Umberto Simoni, che con la voce rotta dall’emozione ne tesse le lodi, come persona e come professionista: «L’abbiamo scelto perché è serio, di sacrificio e parlo al plurale perché la decisione è stata presa da tutti i soci, cioè da coloro che sono rimasti fedeli ai colori gialloblu anche quando non si era più in serie C. Per questo mi pare doveroso ringraziare tutti loro ma anche i cosiddetti ‘invisibili’, quelli che quotidianamente collaborano, ci aiutano, amano la maglia a tal punto da averci permesso di crederci ancora, e con loro anche il sindaco Calcinaro e l’assessore allo sport Scarfini».
Dopo gli elogi a chi non ha mai abbandonato la nave che affonda, tocca ad Andrea Tubaldi: «Rinnovo il grazie al presidente e alla società per la preziosa opportunità colta. Abbiamo sondato diverse persone per il ruolo di allenatore e la scelta ricaduta su Protti è stata subito ben accolta e condivisa: di riflesso lui si è preso una responsabilità non facile da gestire. Ha saputo che sin dal primo giorno si sarebbe trovato davanti ai nostri giovani, sui quali puntiamo. Con loro e coi doverosi innesti che andremo a fare porteremo avanti l’obiettivo salvezza: la sfida è difficile ma il mister ci crede insieme a noi, e sta già portandola avanti con dedizione e passione» chiosa il direttore.
Ed ecco che parla il diretto interessato: «Per me la Fermana è la Fermana, l’avrei allenata anche in Terza categoria, perché per me essere qui rappresenta la chiusura di un cerchio. Ovviamente non do nulla per scontato e voglio fare una bella figura. La scelta di venire qui non è stata facile ma è stata fatta con il cuore: ho lasciato un campo a 5 minuti da casa in una realtà in cui avevo piena voce in capitolo. Sono consapevole delle difficoltà che abbiamo oggi, del ritardo, di cui la società è però incolpevole: avremmo bisogno di più tempo per dare un assetto più robusto alla squadra, infatti a questo punto quasi mi augurerei che il Campobasso allunghi i tempi dell’inizio campionato con i suoi atti legali e ci regali maggiore respiro» ironizza Stefano Protti.
Si descrive «uomo di campo, ruspante, più da calzoncini corti che da camicia di rappresentanza», e amante dei giovani, di cui è stato sempre sostenitore e talent scout, in grado di scovarne ed esaltarne le potenzialità. Durante gli allenamenti aperti al pubblico sbraita, grida e gioca con loro, per questo ha già finito la voce che deve recuperare assolutamente per la prima di campionato, quando sarà. Con la società ha parlato chiaro: tra le mani non ha quello che basta per lavorare, la creta da plasmare deve essere di più e più consistente se si vuole realizzare e mostrare al pubblico un’opera quantomeno rassicurante. Ed a proposito di pubblico fa un appello ai tifosi: «Sento il vostro entusiasmo dal primo giorno in cui sono tornato, ma anche la responsabilità: ci tengo tanto e dormo poco. Venite allo stadio, siete voi il giocatore più forte: vi chiedo energia, fiducia e pazienza».
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