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Fiumi invasi dalla vegetazione e ‘tappeti’ di aghi di pino, cercasi prevenzione disperatamente (Le Foto)

ALLERTA - Preoccupa la troppo 'rigogliosa' vegetazione che ha praticamente coperto i corsi dei fiumi Ete e Aso invasi dalla vegetazione. Gli aghi dei pini a Porto San Giorgio hanno creato degli insidiosi 'tappeti' sull'asfalto. In azione gli operai della Sgds ma l'assessore Senzacqua comunica che «ci vorrà qualche giorno per ripulire la città»

L’Ete all’altezza del ponte della ss16

Corsi dei fiumi invasi da una vegetazione ‘rigogliosa’ ma che in questi casi rappresenta un limite ed equivale a un grosso problema che fa rima con rischio esondazione, e tappeti di aghi di pino che, a loro volta, sono il miglior prologo all’otturazione di tombini e caditoie. Se questa è prevenzione.

In questi giorni questa parola tanto gettonata, ahinoi soprattutto nei momenti di post-calamità o tragedia, è tornata prepotentemente alla ribalta anche nel Fermano. Dopo i tragici eventi nel nord delle Marche, con un nubifragio e un’alluvione costati la vita a undici persone, i riflettori si sono riaccesi anche sullo stato di salute dei corsi d’acqua nella nostra provincia. E lo scenario è allarmante. Qui non si tratta certo di fomentare facili allarmismi. Ma basta farsi un giro dalle parti dell’Aso o dell’Ete è la situazione balza agli occhi di chiunque in tutta la sua criticità. E certo non stiamo parlando di una novità per il Fermano. Negli anni passati le esondazioni e gli allagamenti hanno messo in ginocchio le aziende lungo i corsi d’acqua e sono costati addirittura la vita a due persone a Casette d’Ete (era il 2011 quando una ragazza e un uomo persero la vita). Dunque non si può nemmeno parlare di eventuale ‘straordinarietà’.

Il presidente della Provincia, Michele Ortenzi, intervistato da Cronache Fermane, ha smorzato i toni: «La competenza dell’ente provinciale è circoscritta nei pressi dei ponti, mentre il resto è materia regionale. Lì dobbiamo intervenire con la pulizia e verificare se il tratto è in sicurezza. I nostri tecnici hanno effettuato dei sopralluoghi e hanno appurato che la situazione è sotto controllo e non hanno rilevato particolari criticità. Le verifiche hanno interessato quelle zone in cui le precipitazioni sono state più copiose come Casette d’Ete e Montegranaro», le parole di Ortenzi.

Ma le sue parole hanno fatto drizzare i peli agli imprenditori lungo l’Ete che stigmatizzato la situazione all’altezza del ponte Sacri Cuori, dove la vegetazione ha praticamente coperto il fiume. E non è difficile immaginare le possibili conseguenze in caso di piena.

Ma non finisce certo qui. A ridosso della foce dell’Ete la situazione è altrettanto critica. E da quelle parti, oltre a diverse aziende, ci sono anche l’incrocio con la statale Adriatica, il casello dell’A14, insomma uno snodo tra i più trafficati del Fermano. E come se non bastasse è l’ingresso sud di Porto San Giorgio che certo non è nuova ad allagamenti e a invasioni di fango e melma. Dunque una città ad alto rischio.

E se si passa dalle parti di Marina di Altidona il discorso non cambia. Diventato anche difficile scorgere il fiume all’altezza del ponte.

E non solo fiumi e torrenti, si diceva. Sì perché se ancora vogliamo parlare di prevenzione, beh allora vanno tirati in ballo anche gli aghi di pino che, come avviene praticamente ogni volta che il vento soffia più del solito, creano dei veri e propri tappeti sull’asfalto. E proprio in questo stato oggi si presentano diverse strade di Porto San Giorgio. Città da sempre apprezzata per il suo patrimonio ‘verde’. Ma quel patrimonio va gestito e controllato. Ebbene quei ‘tappeti’, oltre a rappresentare un’insidia per automobilisti, motociclisti e ciclisti, se non tempestivamente rimosso, può trasformarsi nel più grande nemico per tombini e caditoie, che si otturano in men che non si dica. E con qualche goccia di pioggia gli allagamenti sono bell’e serviti. Ecco dunque che rispunta con prepotenza la parola ‘prevenzione’ che non va solo sbandierata e riesumata ciclicamente ma dovrebbe equivalere a interventi operativi all’occorrenza, nella straordinarietà, ma anche ad operazioni programmate e sistematiche. Altrimenti diventa fin troppo facile e spiacevole chiudere il cerchio con il fastidioso e laconico “l’avevamo detto”.

Per dovere di cronaca l’assessore all’ambiente di Porto San Giorgio, Fabio Senzacqua, ha comunicato questa mattina che «è iniziato questa notte il lavoro di raccolta degli aghi dei pini, il lavoro è veramente tanto. Due spazzolatrici in funzione. Grazie alla Sgds e un po’ di pazienza dei cittadini, ci vorrà qualche giorno per ripulire la città. Mi raccomando, attenzione nelle piazze e strade “lisce”, pericolo di scivolare». Insomma subito all’opera ma non intervento che si concluderà in poche ore. Dunque operativi da subito ma con le dita incrociate nella speranza che nelle prossime ore non piova.

Intanto questa notte, e anche questa mattina, senza soluzione di continuità, i vigili del fuoco stanno continuando a ‘smaltire’ le richieste di intervento scattate ieri per la rimozione di alberi e rami dalle strade del Fermano. In alcuni casi, come a Fermo o a Pedaso, rami sono caduti sulle auto in sosta. Nella lista del 115 anche tegole, antenne e insegne pericolanti. Insomma oltre 100 interventi effettuati e da smaltire per i vigili del fuoco di Fermo.

Giorgio Fedeli

L’Ete all’altezza del ponte della ss16

Il ‘tappeto’ di aghi di pino in via Petrarca

Gli aghi di pino in via Martiri di Cefalonia

Le foto postate su Fb dall’assessore Fabio Senzacqua

Il fiume Aso alla foce

Danni a Pedaso

Danni a Pedaso

Pedaso

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