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«Infermieri e Oss scendano in campo con i medici di famiglia»: l’idea della Fimmg fermana per rispondere alle criticità

SANITA' - La proposta, firmata Misericordia e Raffaelli, è finita sul tavolo del direttore di Area Vasta 4 Roberto Grinta. Secondo il segretario provinciale è l'unica strada percorribile nell'immediato. Ecco come potrebbero essere impiegate tali figure di supporto

 

Paolo Misericordia

 

di Maria Nerina Galiè

Ci vorranno almeno 4 anni perché il sistema sia in grado di dare una risposta concreta al problema di reperire medici di medicina generale, in tutta Italia ed anche nel Fermano dove, in alcune località, si sta andando incontro a delle vere e proprie criticità, per il pensionamento di numerosi professionisti e la difficoltà a trovare rimpiazzi.

 

«Siamo sotto di almeno 20 convenzioni – denuncia il dottor Il dottor Paolo Misericordia, medico di medicina generale, segretario provinciale di Fermo Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) –  serve una soluzione nell’immediato prima che diventi allarme».

E ce n’è una in vista, di cui proprio il dottor Misericordia, insieme con la collega e sua vice in Fimmg Noemi Raffaelli, è stato promotore.

Misericordia e Raffaelli, hanno presentato una proposta al direttore di Area Vasta 4, Roberto Grinta, non solo “per tamponare” l’emergenza, ma anche per creare delle strutture all’avanguardia e funzionali.

 

E’ lo stesso Misericordia a spiegare in cosa consiste il piano, per il quale «Il direttore Grinta si sta già attivando, avendolo trovato di estremo interesse», sottolinea il professionista.

«I medici sono pochi – spiega Misericordia – inutile ripeterlo. Pertanto ci sono aree, come quella montana e della media Valtenna, che restano scoperte. Ci sono posti vacanti sulla costa che saranno, per ovvi motivi, coperti per primi se e quando partiranno nuove assunzioni.

Quindi l’unico sistema per soddisfare i territori più “penalizzati” è necessario puntare sulla telemedicina e, nello stesso tempo, affiancare alla figura del medico, che può coprire un vasto territorio ma non essere onnipresente, professionisti sanitari in grado di espletare determinate funzioni».

 

Il dottor Misericordia entra nel dettaglio: «Parliamo di infermieri, ma anche oss specializzati. Sotto il coordinamento del medico, possono posizionare strumenti di rilevazione, l’elettrocardiogramma per dirne uno oppure l’holter pressorio. Ovviamente la lettura e la refertazione restano appannaggio del medico.

Questo tipo di coadiuvo, sarebbe estremamente utile per gestire, ad esempio, i pazienti con patologie croniche come diabetici o ipertesi che devono sottoporsi a controlli periodici. Non nella eventuale fase critica, sia chiaro».

 

Nella vostra porposta, chi dovrebbe scegliere il personale e, quindi, pagarlo?

«L’ideale sarebbe che li scegliesse il medico stesso che si avvarrà di loro, poiché tale rapporto richiede un’estrema fidelizzazione. Il sistema sanitario dovrebbe permetterci di gestire autonomamente queste professionalità, aiutandoci sia economicamente che nei meccanismi di assunzione».

 

Quante speranze nutrite che la proposta venga accolta?

«Il dottor Grinta, come detto, si è mostrato molto attento a questa che, del resto, più che una potenziale soluzione sta diventando l’unica strada percorribile. Prendiamo l’area montana: lì la situazione è drammatica. Serve un intervento immediato. E non ne abbiamo altri».

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