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“Intelligenza artificiale in azione”, con Cna e ingegneri le soluzioni evolutive per potenziare l’impresa

FERMO - Oggi pomeriggio, alle ore 17, nell'auditorium dell'ISc Betti di Fermo, si è tenuto l'incontro, promosso dalla Cna di Fermo e dall'ordine degli ingegneri della provincia di Fermo, dal titolo "Intelligenza artificiale in azione: soluzioni evolute per potenziare l'impresa". Un'occasione, dunque, per approfondire il tema delle IA e la loro utilità nello sviluppo di impresa

di Francesco Silla

Intelligenza artificiale: alla scoperta di soluzioni al passo con i tempi e in grado di potenziare le imprese  e creare nuovi posti di lavoro. Oggi pomeriggio, alle ore 17, nell’auditorium dell’ISc Betti di Fermo, si è tenuto l’incontro, promosso dalla Cna di Fermo e dall’ordine degli ingegneri della provincia di Fermo, dal titolo “Intelligenza artificiale in azione: soluzioni evolute per potenziare l’impresa”. Un’occasione, dunque, per approfondire il tema delle IA e la loro utilità nello sviluppo di impresa. L’evento è stato introdotto da Stella Alfieri, responsabile del settore comunicazione del Cna. A portare il saluto dell’amministrazione fermana è stato, invece, l’assessore Maria Antonietta Di Felice: «Da qualche anno tutti parlano di intelligenza artificiale. Si è aperto un dibattito e nulla sarà più come prima. Con appuntamenti come questo si può scoprire come le aziende potranno beneficiarne, e quali spazi di sviluppo ci sono». «É uno strumento che – il punto della vicepresidente dell’ordine degli ingegneri Brunella Ortenzi – deve essere capito per essere governato e per essere utilizzato al meglio. Non è il primo né l’ultimo dei seminari che organizzeremo insieme per approfondire sempre di più la materia».

«Dobbiamo essere attenti e sviluppare queste tecnologie come supporto – le parole di Emiliano Tomassini, presidente Cna Fermo – a quello che ognuno di noi può mettere in campo come competenze e ingegno. Quindi mai perdere l’umanità» mentre per il consigliere regionale Andrea Putzu l’IA è «un tema su cui la Regione deve investire. In Commissione a Bruxelles abbiamo presentato una richiesta proprio per investire di più in questo campo. I fondi della formazione devono arrivare dall’Ue con la politica che non può non cogliere quest’opportunità di rinnovamento e che aprirà nuovi spazi per tutti, giovani e non».

Dopo i saluti di rito si è entrati nel vivo del seminario con gli interventi tecnici. «Stiamo girando molto in Italia – le parole di Giuseppe Vivace, direttore Ecipa di Cna – per fare formazione su questo tema. L’intelligenza artificiale è difficilmente definibile. Nel caso della “generativa”, la sfida è quella di governare le macchine prima che sia il contrario. L’IA è il segno di un cambiamento di paradigma, che fa della velocità di esecuzione la propria firma. Capire cos’è e cercare di utilizzarla significa rimanere nel mercato e sopravvivere ma non dobbiamo vederla come panacea di tutti i mali. È utile, sì, per avere nuove idee e non come una sostituzione del lavoro di ingegno. Quindi sia un acceleratore di produzione. Il segreto è formarsi per non fermarsi, per trasformare questo cambiamento in un’opportunità attraverso il pensiero critico e la creatività».

Massimiliano Felicioni, del dipartimento ambiente del Cna, ha, invece, affrontato il tema della privacy: «L’intelligenza artificiale è già parte delle nostre vite. È un campo da scoprire, ma ha delle criticità. Il discorso della privacy è fondamentale. Dobbiamo capire che, attraverso i social, siamo profilati e abbiamo condiviso i nostri dati e le nostre informazioni. Questo atteggiamento si potrebbe ripercuote sulle IA, cioè non gestendole in maniera corretta. Come Cna abbiamo un dipartimento che si occupa di privacy per assistere centinaia di imprese e spiegare come possono proteggere i loro dati».

Emanuele Frontoni, professore di Informatica alla Unimc e co-direttore del Vrai (Vision, Robotics and Artificial Intelligence Lab) ha, invece, portato esempi di usi comuni dell’IA: «Vrai è un gruppo di prompt designer che ho creato con ragazzi incontrati nelle università. Nasce tutto dalla voglia di ampliare i confini della materia. Molti di questi ragazzi non sono ingegneri eppure sono adatti a lavorare con l’intelligenza artificiale. È un’opportunità per tutti. Ad oggi l’IA non sa fare quello di cui è capace un uomo. La questione non è la paura di perdere il lavoro, ma l’opportunità di crearne di nuovi. Ci sono esempi in agricoltura, nel commercio, nella traduzione e in molti altri campi. L’utilizzo di queste IA velocizzerà dei processi e permetterà di investire in altre settori dove le intelligenze artificiali non sono utili. Insomma l’IA serve per raccogliere e creare dati, per avere maggiori informazioni e muoverci meglio nei vari settori lavorativi ma non ci sarà nessun lavoro IA che non passerà sotto gli occhi di un controllore umano».


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