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Sibillini, con il terremoto
crollo del 90% del mercato locale
per agricoltori e allevatori

MARCHE – L'analisi della Coldiretti fotografa una situazione molto grave. I prodotti salvati dalle macerie e il formaggio con il latte delle stalle delle zone terremotate in vendita ad Ancona fino a domenica

Ai danni diretti causati dal sisma ad abitazioni e stalle si aggiungono quelli provocati dall’abbandono forzato di interi Paesi dove è crollato del 90% il mercato per le produzioni della terra e gli agricoltori e gli allevatori sono costretti a cercare canali alternativi per poter vendere i prodotti salvati dalle macerie. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti sul bilancio di fine anno nelle campagne terremotate divulgata in occasione dell’apertura del mercato di natale di Campagna Amica in Piazza Pertini ad Ancona, dove sarà possibile fino a domenica 18 dicembre (orario 9-20) fare lo shopping per regali e cenoni aiutando concretamente e direttamente la ripresa economica ed occupazionale dei territori colpiti dal sisma. In vendita ci sarà anche il “Cacio amico” un formaggio, nato da un’idea di Coldiretti Marche d’intesa con Martarelli Formaggi di Camerata Picena e fatto con il latte delle stalle delle zone terremotate.

Un’iniziativa promossa dalla Coldiretti all’indomani dell’importante approvazione definitiva del decreto terremoto. Il crollo delle vendite ha colpito maggiormente i formaggi, dal pecorino alle caciotte, anche in ragione del fatto che nelle zone colpite dal sisma è prevalente l’attività di allevamento. L’abbandono forzato delle popolazioni, trasferite sulla costa, e la fuga dei turisti hanno fatto venir meno la clientela, mettendo in grave difficoltà le aziende che, oltre a non vendere, devono comunque mungere tutti i giorni con la necessità di trasformare il latte o cederlo a qualche caseificio, peraltro in una situazione in cui la maggior parte delle strutture di questo tipo sono inagibili. In difficoltà anche il settore dei salumi, a partire da quelli pregiati a Denominazione di origine, dove al blocco delle vendite si è accompagnato quello della produzione a causa dell’inagibilità dei laboratori che si trovano nelle zone del cratere.

Ma l’assenza di acquirenti, continua la Coldiretti, sta interessando un po’ tutte le produzioni, compresi farro, lenticchie e altri legumi. Un discorso a parte merita lo zafferano, spezia pregiata che negli ultimi tempi ha visto un interesse crescente da parte dei consumatori. Il periodo di raccolta cade, infatti, tra ottobre e novembre e, a causa del sisma, molti produttori non sono neppure riusciti a recarsi nei campi, lasciati incustoditi e devastati dai cinghiali. Situazione meno negativa, precisa la Coldiretti, per le lenticchie che erano già state raccolte prima del sisma e che si avvantaggiano della concentrazione della domanda nel periodo natalizio. Un calo pressoché totale delle vendite si registra, inoltre, per la legna da ardere, un settore importante per l’economia delle zone terremotate dove operano imprese agroforestali e comunanze agrarie. Con le case distrutte e abbandonate la richiesta di tronchetti e ceppi è ovviamente venuta meno, mentre gli effetti del sisma sulla rete viaria montana hanno reso difficili se non impossibili le operazioni di taglio e trasporto.

L’agricoltura, tra manodopera familiare ed esterna, contribuisce in modo importante all’occupazione e all’economia di quei territori. Un’attività che, sottolinea la Coldiretti, alimenta anche un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo che sostengono il flusso turistico che, tra ristorazione e souvenir, è la linfa vitale per la popolazione.


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