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Verde Mare, l’ultima speranza dal verdetto del tribunale del riesame

Felice Chiesa e Fulvio Riccio

“Nei prossimi giorni il Tribunale del Riesame di Fermo sarà impegnato nella valutazione del ricorso depositato dai legali del camping Verde Mare, avverso il rigetto dell’istanza per l’esercizio provvisorio. Non vi potranno essere altri appelli, altri ricorsi, altri soggetti a cui richiedere nuove istanze. In caso il ricorso venga rigettato, il campeggio purtroppo non riaprirà per la prossima stagione estiva con le inevitabili conseguenze devastanti”. Così il presidente del Comitato Salviamo il Verde Mare Fulvio Riccio, che rappresenta migliaia di campeggiatori stagionali provenienti da tutta Italia  e che da decenni hanno scelto la costa fermana per trascorrere le proprie vacanze estive, in vista della sentenza prevista per la nuova settimana in arrivo.  

Presidente Riccio che parla dei clienti che: “In totale ed evidente buona fede, hanno deciso che il campeggio prendesse in custodia per il periodo invernale le proprie roulotte, così come da 40 anni a questa parte, così come la Legge Regionale prevede e così come avviene in tutti i campeggi d’Italia (ovviamente in inverno le roulotte risultano
solo parcheggiate all’interno del camping e non sono mai utilizzate né utilizzabili). Ora, proprio per questo motivo, vivono una situazione tragica e surreale, vedendo le loro roulotte sequestrate insieme a tutto il campeggio! In caso di rigetto del ricorso non potranno effettuare le prossime vacanze estive, pur non avendo mai commesso una singola infrazione, né essendo minimamente chiamati in causa sulla vicenda”.

Comitato Salviamo Il Verde Mare che aggiunge: “Vi sono centinaia di strutture ricettive all’aria aperta, alcune delle quali a pochi metri di distanza dal campeggio sequestrato, che si trovano nelle stesse identiche condizioni, ma solo gli stagionali del Verde Mare, senza alcuna colpa ed avendo agito esattamente come tutti gli altri campeggiatori d’Italia, sono incomprensibilmente gli unici a non poter entrare nelle loro roulotte. Una struttura come il Verde Mare non può sopravvivere un’estate senza aprire i cancelli e senza ombra di dubbio dovrà cessare la propria attività, dichiarando il fallimento, con enormi conseguenze negative per tutta la riviera. È evidente che l’eventuale rigetto al prossimo ricorso presentato equivale ad una condanna definitiva. Una condanna decretata senza alcun diritto di contradditorio da parte dell’imputato, sostanziando una sorta di presunzione di colpevolezza che si palesa ancora prima di iniziare il processo. Di fatto, non si decide sul solo e mero mantenimento di una misura coercitiva come il sequestro, bensì sulla sopravvivenza o la morte definitiva di un intero territorio, già gravemente colpito dagli ultimi eventi sismici. Se il campeggio non riapre le decine di migliaia di turisti (circa 200 mila presenza turistiche all’anno) non potranno più fare le vacanze, moltissimi lavoratrici lavoratori perderanno il posto di lavoro, l’inevitabile effetto domino a quel punto colpirà tutti gli altri campeggi della riviera, della Regione Marche e di Italia. Sarebbe, senza dubbi di smentita, la fine del turismo nella riviera fermana”.

Clienti che non si rassegnano: “Tuttavia esiste ancora una flebile speranza. Accogliendo la richiesta di esercizio provvisorio, il Tribunale del Riesame, pur garantendo la piena tutela dell’attuale indagine in corso, la quale procederà senza alcun  rallentamento al fine di verificare la sussistenza o meno delle ipotesi di reato contestate,
potrà assicurare la riapertura dei cancelli del Verde Mare, salvando da morte certa il camping e con esso, i posti di lavoro, il tessuto produttivo, il turismo, l’economia, il territorio. I campeggiatori e con essi i lavoratori, le amministrazioni comunali, la Regione, le associazioni di categoria, gli esercenti, i cittadini, insomma davvero tutti auspicano un’importante assunzione di responsabilità che conduca ad una soluzione finalmente positiva della vicenda“.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 commento

  1. 1
    Maria Sgrilli via Facebook il 9 Aprile 2017 alle 13:52

    Non capisco questo accanimento

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