“Dimenticati, osannati, osservati: ogni volta che esce un’indagine o, come in questo caso, un articolo sul turismo, i fermani entrano in fibrillazione. Gli inglesi ci amano o ci odiano? Gli stranieri ci conoscono o pensano che siamo un’appendice della Toscana? Queste domande ce le poniamo anche noi imprenditori, con una differenza. Da anni gli stranieri la manifattura di questa piccola provincia li va a prendere a casa loro, li conquista, li fa innamorare. Un lavoro complicato, lungo, che spesso ci ha fatto anche cadere. E lo abbiamo fatto da soli, passo dopo passo.
Questo unisce le due realtà, l’azione singola, priva spesso di organizzazione. Non fosse per le fiere che Assocalzaturifici riesce a programmare, dandogli anche un restyling anno dopo anno. Perché l’occhio vuole la sua parte. Parlare di turismo senza un piano comune diventa inutile”. Così il vice presidente di Confindustria Centro Adriatico, già presidente di Confindustria Fermo Giampietro Melchiorri facendo seguito all’articolo del Sunday Times che promuovela nostra regione come meta ideale per il turismo.
“Di fronte a questo quadro di azioni sconnesse, spesso pure antitetiche, visto che le programmazioni si sovrappongono e si fanno concorrenza a pochi chilometri di distanza, sembra impensabile poter ragionare su politiche unitarie di promozione all’estero, dove la massa fa la differenza. Da quando la Provincia di Fermo ha perso la competenza del Turismo, un altro tassello di coesione è venuto meno. Comprensibile, siamo imprenditori, che la Regione punti su Urbino o la spiaggia delle due Sorelle, ma l’unicità delle cisterne romane o quella del crinale dei Piceni tra vigne e colori mozzafiato meritano attenzione. Non possiamo essere felici per essere stati definiti ‘la Regione segreta’. È una sconfitta. Non una crescita. Guardando il bicchiere mezzo pieno, il fatto che si certifichi la nostra esistenza è quello che ci deve stimolare a crescere. Anche per l’economia non esistevano riferimenti politici locali che facessero fare squadra. Ma lo abbiamo inventato, grazie alla determinazione della presidente della Provincia Moira Canigola. Per la prima volta industriali, artigiani e sindacati hanno capito di poter stare attorno a un tavolo non per discutere di contratti, ma di politiche attive. Un format replicabile? Un tentativo lo si può fare, con una differenza: la Regione non potrà mancare a questo nuovo Tavolo per lo sviluppo che si dedichi al Turismo. Sedendosi però l’imprenditore deve sapere che gli si chiederanno investimenti a cominciare dalle strutture ricettive, funzionali ma migliorabili per servizi, così come il politico deve cambiare approccio, andando verso chi crede nel futuro con sgravi, con possibilità volumetriche a fronte di miglioramenti. Nulla di astruso, lo hanno fatto molte città nelle Marche. Se ci sarà questa volontà, forse il prossimo articolo che uscirà parlerà della Regione a più facce, l’unica da cui stando la spiaggia puoi vedere le montagne, a fine estate perfino con le cime innevate”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati